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Del Din, (pen)ultimo insulto a Vicenza

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 4 Maggio 2013 alle 09:50 | 0 commenti

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Facciamo una riflessione mentre postazioni di forze dell'ordine sono attive in città e intorno alla nuova installazione militare americana in occasione delle manifestazioni previste per oggi (foto in stazione) e scattate quando l'Open day della base al Dal Molin è stato cancellato dalle autorità Usa per motivi di sicurezza: si temevano contestazioni e incidenti dentro la base e durante la sua inaugurazione aperta inizialmente ai vicentini.

Oggi leggiamo sul GdV della lamentela del "potente" presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, sugli incarichi ministeriali e paraministeriali: «incomprensibile la scarsa considerazione riservata a questo territorio» è il suo commento alla nomina, dopo il padovano Zanonato, di solo due sottosegretari, all'economia, lasciando inascoltati i desiderata del presidente di averne uno anche alle infrastrutture.

Se le stesse identiche cose le diceva Zuccato  da presidente di Confindustria Vicenza, che grazie ai suoi personali meriti (tra cui, pensiamo. l'aver fatto guadagnare considerazione al territorio vicentino) è stato promosso in regione, così come le dicevano Galan e Zaia, entrambi governatori del Veneto e in tempi diversi così bravi nel valorizzarsi da diventare ministri, i vari Zuccato e gli uomini di potere del Veneto si sono mai chiesti se la lamentata «scarsa considerazione riservata a questo territorio» non dipenda proprio dall'agire, spesso troppo autoreferenziale e "carrieristico", di chi il Veneto, dalle diverse poltrone, lo dirige e lo governa. A meno che ... A meno che non sia colpa degli operai veneti, degli insegnanti veneti, dei tecnici veneti, dei genitori, dei pensionati, dei giovani veneti, tutti sbeffeggiati da Roma ladrona e dalla mafia del sud. Ma va là, direbbe il non più in auge Ghedini.

Ma  che c'entrano le lamentele, che ripetono da sempre come una stanca litania i personaggi che "dirigono" il Veneto da anni verso l'attuale scarsa considerazione, che c'entrano col revocato Open day del Tommaso Dal Molin? C''entrano, eccome se c'entrano, perchè i vicentini che contano non solo si sono "beccati" la nuova base, che ideologia pacifista e indotto economico a parte, la prima alle radici del no, il secondo a motivazione del sì, ha compromesso il territorio per il come è stata costruita: "senza considerazione di questo territorio"  appunto.

Ma sempre i vicentini del bla bla e delle promesse elettorali si sono anche sottomessi al cambio del nome, dal vicentino pilota Tommaso (è nato come Tomaso, ndr) Dal Molin al partigiano friulano Renato Del Din.

E così Vicenza dopo l'aeroporto ( fu il primo in Veneto), il collegamento ferroviario con Roma, le sue squadre sportive di vertice, le quote della Brescia Padova, la capacità di farsi la sua università (ha avuto la prima nell'area), le sue aziende migliori e i loro già pochi marchi di prestigio, abituate come erano a vivere di terzismo, produttivo e culturale, ora perde anche il nome del Dal Molin, (pen)ultimo insulto alla città.

Penultimo, perchè qualcosa da perdere Vicenza ce l'ha ancora, tipo la titolarità della Basilica Palladiana per ora passata in sostanziale comodato d'uso gratuito come contenitore dei quadri e moltiplicatore degli euro di Marco Goldin, che punta a impossessarsene per uso capione.

Leggi tutti gli articoli su: dal molin, Open day, Del Din

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