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Davide Pianegonda, tromba dei Vicenza Brass: siamo in undici nel decimino d'ottoni vicentino con 50 concerti già al suo attivo

Di Giulia Biasia Lunedi 22 Febbraio 2016 alle 19:59 | 0 commenti

Pochi conoscono i Vicenza Brass, forse perché la musica che eseguono non è delle più comuni e commerciali anche se noi ne avevamo già presentato un brano suonato in Corso Palladio per un video promo (che riproponiamo qui) e se poi ne avevamo proposto un concerto dal vivo presso la chiesa di San Pietro Mussolino del 20 settembre. Ma questi ragazzi (hanno tra i 18 e i 24 anni) sono orgogliosi di far parte di un gruppo che suona musica barocca e classica e noi vogliamo farli conoscere in tutta la provincia. E non solo. 

Vicenza Brass nasce nel 2011 dall'unione di tredici studenti del conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza. Inizialmente i "brass" provano insieme a scopo didattico in vista del saggio di fine anno, ma nel corso del tempo la direzione cambia: ci si vuole mettere in gioco e affrontare il palco. Questo è solo l'inizio: c'è molto altro da raccontare, da conoscere. E in questa intervista a Davide Pianegonda, tromba del gruppo Vicenza Brass, lo scopriremo.

Navigando nel web si riesce a scoprire poco riguardo la vostra storia e la vostra formazione. Ci puoi raccontare qualcosa di più? Avete deciso da soli di creare il gruppo o c'è stato qualcuno che vi ha aiutato e spronato?

Nel 2009 al conservatorio c'erano due quintetti d'ottoni (un quintetto è formato da due trombe, un corno, un bassotuba e un trombone): uno era formato dagli studenti che facevano i corsi superiori ed erano Davide Xompero, Luca Giacomin, Marco Rebosa, Riccardo Benetti e Daniele Gasparotto, con quest'ultimo che suonava in entrambi i gruppi. Il secondo quintetto, composto da studenti più giovani e di cui io facevo parte, era composto anche da Giovanni Lucero, Nicola Ruggeri, Giovanni Zuin e, appunto, Daniele Gasparotto. Fino al 2011 è stata mantenuta questa "divisione" e i concerti vedevano come protagonisti l'uno o l'altro quintetto. I professori del conservatorio, però, avendo intravisto le nostre potenzialità e puntando a fare dei bei saggi, alla fine dell'anno riunirono la classe di ottoni (trombe, tromboni, corni, bassotuba), cercando brani con un adeguato livello di difficoltà per far dare a tutti il meglio. Tale "progetto" è partito nel 2010 ed è durato fino al 2011: come si può capire, il gruppo nacque, quindi, per volontà dei docenti e lo scopo era semplicemente didattico: non c'era nessuna volontà di fare concerti o di creare un gruppo stabile. Il saggio di fine anno era un esame che permetteva ai docenti di valutarci ed era un modo per noi di affrontare i concerti e il palco e di metterci alla prova in un’esibizione aperta al pubblico. Il primo cambiamento è avvenuto nel 2011, quando il quintetto dei "giovani" ha chiuso perché c'erano troppi impegni da rispettare: le scuole superiori, il conservatorio e le prove con il decimino (un doppio quintetto di fiati, ndr) che ormai stavano diventando fisse. L'altro quintetto, quello dei "grandi", aveva finito gli studi e cercava di fare della musica la propria professione. I due gruppi, diventati uno solo, contavano tredici studenti e la partecipazione di due professori. I concerti, ovviamente, erano tenuti da noi studenti; i professori ci guidavano nell’esecuzione dei vari passaggi. L'idea di fondo era cambiata: non si studiavano più i pezzi per un saggio scolastico, ma per un concerto vero e proprio. Per rispondere alla domanda se siamo stati spronati da qualcuno, si può dire che sono stati Roberto Bracchi, Cesare Montagna e Mirko Bellucco, nostri docenti. Il gruppo allo stato attuale nasce, quindi, nel 2013 ed è composto da undici ragazzi (trombe:  Xompero Davide, il nostro direttore, Tedesco Michele, Lucero Giovanni, Orlando Marta, Pianegonda Davide; corno: Ruggeri Nicola; tromboni: Zuin Giovanni, Munari Filippo, Michele Zulian, Stillavati Daniele; bassotuba: Gasparotto Daniele).

Quindi il vostro è un lavoro a tempo pieno? Fare parte di questo gruppo vi permette di trovarvi, per esempio, un impiego?

Generalmente suoniamo otto ore al giorno. Tutti abbiamo provato a fare un lavoro, anche part-time, e continuare gli studi musicali, ma anche potendo portare avanti le due cose contemporaneamente non si riesce ad avere l'attenzione necessaria per studiare con metodo. Quando scegli questa strada fai della musica il tuo lavoro. Spesso ci si sente chiedere: "Cosa fai di lavoro?" e noi rispondiamo: "Il musicista", perché lo intendiamo davvero come tale. C'è da tenere conto che, in genere, facciamo un concerto al mese. Ci sono mesi in cui ne facciamo anche di più, come ad agosto in cui ne abbiamo fatti cinque. Dal 2013 in poi ne abbiamo fatti più di 50 a Vicenza e anche fuori provincia.

Durante la settimana provate sempre insieme o fate anche prove singole?

Facciamo prove separate, cioè le prove a sezioni: c'è la sezione delle trombe, che è la sezione alta (quindi strumenti che raggiungono note alte), e la sezione di tromboni e tuba che è la sezione bassa. Il corno, invece, può suonare con entrambe. Una volta a settimana, poi, proviamo tutti insieme, soprattutto in vista dei concerti.

Scegliete voi a quali concerti partecipare?

Generalmente sono gli organizzatori che ci chiamano e ci chiedono di partecipare a un evento. Poi, ai concerti a cui siamo presenti c'è sempre qualcuno che ci contatta per un appuntamento successivo.

Il video promo che avete girato per il centro di Vicenza è stata una vostra idea?

Quando un anno fa abbiamo fatto un concerto a Lozzo Atestino, in occasione del 50˚ anniversario della Scuola Tecnica di Carapira in Mozambico fondata da padre Tarcisio Zoia, c'erano due signori che stavano riprendendo l'evento e, avendoci visto, ci hanno proposto di fare un video promo gratuito. Noi abbiamo detto di sì e loro si sono mostrati molto professionali.

E la musica che suonate? Nel video promo passate dall'Aida di Verdi alla colonna sonora del film I pirati dei Caraibi.

In realtà il nostro gruppo di ottoni può fare qualsiasi genere musicale. Abbiamo suonato a concerti in teatro come  in piazza o in chiesa. Il repertorio che preferiamo è il repertorio originale per decimino d'ottoni, perché è calibrato per questo genere di strumenti. Le trascrizioni, invece, suonano sicuramente meglio nelle partiture originali; noi, comunque, eseguiamo molti pezzi trascritti, perché le musiche sono belle. In un concerto, di solito, facciamo una prima parte con musica barocca, una seconda con musica classica, un repertorio originale per decimino d'ottoni e chiudiamo con musica tratta dai film.

Il fatto che il repertorio originale, citato sopra, sia calibrato su un decimino d'ottoni e voi siate in undici è un problema?

In realtà, abbiamo più scelta perché la persona in più dà originalità al gruppo: per esempio, può raddoppiare uno strumento, o può farlo riposare facendo la sua parte. È, senz'altro, un vantaggio.

Per curiosità, al di fuori di Vicenza Brass siete amici, vi frequentate?

Sì, in realtà è questo che ci tiene uniti. Quando ci siamo "fusi" abbiamo iniziato a uscire tutti assieme. Il fatto che suoniamo assieme ci permette di vederci ogni settimana. Suonare tra di noi diventa un piacere perché appunto siamo amici.

Avete progetti per il futuro?

Stiamo pensando di incidere il primo cd: quest'anno abbiamo fatto un video mix e abbiamo registrato quattro tracce audio, progetti di cui siamo soddisfatti; però quattro pezzi sono troppo pochi per un disco. Oltre a questo obiettivo, faremo un nuovo video promo e parteciperemo a un altro concorso internazionale. L'anno scorso eravamo presenti al Concorso Premio Contea di Vidor (Tv) e abbiamo conquistato il Primo Premio Assoluto per categoria e il Secondo Premio Assoluto del Concorso Premio Contea. Un altro proposito importante è quello di farci conoscere come sezione. Succede che un direttore d'orchestra chiami uno di noi per suonare in un concerto; noi ci proponiamo come gruppo, anche perché molti ci conoscono e sanno come suoniamo, soprattutto come sezione. È un fattore molto importante in un'orchestra: ci può essere una tromba bravissima, così come un trombone, ma se insieme non funzionano allora il risultato non è ottimale. A volte, comunque, succede di suonare in posti diversi: per esempio, poco tempo fa, due di noi erano a suonare alle Dolomiti, mentre altri sei erano qui a Vicenza per eseguire il Requiem di Mozart.

Avete un brano preferito?

Io, personalmente, considero belli tutti i pezzi che facciamo. A inizio anno si sceglie un programma e lo si porta avanti fino all'anno successivo. Perciò prima di scegliere un pezzo che si deve eseguire per dodici mesi ci si deve pensare bene e devono essere musiche che piacciono.

Scegliete tutti insieme i pezzi o c'è qualcuno di voi addetto a farlo?

Li scegliamo tutti insieme.

Ti ringrazio per quest'intervista, anche perché io per prima non vi conoscevo e tante persone a cui ho detto che ti avrei intervistato mi hanno chiesto di che cosa si occupa il vostro gruppo.

È difficile far conoscere questo genere musicale: a meno che non si sia all'interno di un sistema musicale classico o non si sia interessati a questa tipologia di musica è raro che la si conosca. Ci vuole sempre una certa attenzione per apprezzarla. Se chiedo a un giovane il numero di sinfonie composte da Mahler o Brahms non lo sa, forse conosce le opere più celebri di Mozart. Ma se domando il titolo dell’ultimo singolo di David Guetta o Miley Cyrus mi risponde sicuramente. Noi, comunque, ci stiamo provando e ci fa piacere che ci siano persone come voi che ci danno la possibilità di farci conoscere.


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