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Cunico in vacanza a Dubai. E il Vicenza calcio sogna in arabo

Di Filippo Zenna Domenica 10 Marzo 2013 alle 08:58 | 0 commenti

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Cinque giorni a Dubai: "per vacanze" tiene a precisare Tiziano Cunico. Ma il viaggio di piacere potrebbe essere servito pure per un altro scopo: attraccare uno sceicco, convincerlo ad investire qualche milionata d'euro (caramelle per i nuovi padroni del mondo) nel Vicenza, dare una sterzata definitiva nell'opera di transizione societaria che va avanti da tanto, troppo tempo.

All'ipotesi il dirigente biancorosso - delegato dalla società per il passaggio di consegne - sorride e poi fantastica: "Nella vita mai dire mai". In fondo, pure la soluzione turca che sembrava fantascienza non è un'ipotesi così remota. I contatti con emissari del Fenerbache si sono susseguiti nelle ultime settimane e pare che il vice presidente della società turca dovrebbe essere a Vicenza nella seconda metà di marzo per rendersi conto della realtà in cui andrebbe ad investire. Di potenziali acquirenti ce ne sono tanti, ma solo due blocchi avrebbero avviato le trattative a prescindere dalla categoria: la società che farebbe capo a Massone ed un'altra che farebbe riferimento a due imprenditori facoltosi del vicentino, che han posto come unica condizione di contrattazione la riservatezza dei propri nomi. Ed è con queste due "entità" che i rapporti si sono fatti più intensi nelle ultime settimane. Lo conferma lo stesso Tiziano Cunico: "Siamo in una fase più avanzata, gli incontri si sono susseguiti e l'interesse mi sembra più che concreto". Chiaro che con gli altri pretendenti si sia arrivati allo stallo o quasi. Soprattutto con la supercordata di imprenditori vicentini che si sarebbe riaffacciata alla sede di via Schio anche se "orfana" di Rino Dalle Rive (il presidente del Marano pare abbia fatto retromarcia). C'è una conditio sine qua non: la salvezza in serie B. E siccome quella resterà in bilico fino a maggio inoltrato alle chiacchiere non faranno seguito i fatti. Tiziano Cunico andrà comunque avanti nel suo lavoro d'intermediario e a breve dovrebbe ricevere il commercialista Magaddino, ex assessore al Comune di Vicenza, ed il dottor Del Santo che cura gli interessi di un altro volto noto, quel Lino Chilese che da tempo fa la corte al club biancorosso. La speranza della proprietà Cassingena è che al giro di consultazioni seguano fatti concreti. Perché da anni la società biancorossa viene corteggiata, ma poi mollata. Tiziano Cunico vuol mettere nero su bianco e non attendere che il campionato finisca prima di farlo. Per questo l'attuale proprietà s'è anche detta disposta ad assorbire una discreta fetta dell'attuale monte debitorio. Circa una decina i milioni di euro che il Vicenza deve riconoscere a vari creditori. Il più importante è lo Stato, che vanta crediti per circa 3,5 milioni di euro. Nei giorni scorsi, il club biancorosso ha avuto l'ok per dilazionare la cifra in cinque anni. Ed è un ulteriore incentivo per chi volesse subentrare ai Cassingena alla guida del Vicenza. In soldoni (sì, proprio quelli) un imprenditore o una cordata di acquirenti dovrebbero tirar fuori 4-5 milioni nell'immediato e poi garantire il futuro del club. "I debiti non sono eccessivi - tiene a sottolineare Cunico - Fatta eccezione per il Cesena, che è esposto per circa 30 milioni di euro, siamo di poco più su rispetto alla media delle società di serie B. Insomma non è facile, ma neppure un quadro drammatico che può intimorire persone realmente intenzionate a fare calcio. Soprattutto se dall'altra parte trovano una società disposta a trattare ed anche a prendersi impegni importanti una volta uscita dall'organigramma". Le trattative andranno avanti. La più concreta è coi due vicentini che hanno scelto di restare nell'anonimato. Tutto il resto rientra nel campo delle contrattazioni: "Avrò avuto oltre 100 incontri da quando ho ricevuto quest'incarico e - sospira Cunico - vorrei davvero portarla a conclusione per il bene del Vicenza". Che andrebbe avanti - fa capire il dirigente biancorosso - pure se nulla dovesse concretizzarsi con i vari potenziali acquirenti. E pure in caso di malaugurata retrocessione in Lega Pro. In quella circostanza, l'unica fonte di guadagno sarebbe rappresentata dal paracadute che viene offerto alle squadre retrocesse dalla B: briciole in confronto ai circa 5 milioni di euro che annualmente vengono riconosciuti in cadetteria sotto forma di mutualità. È per quello che la mega cordata che prima faceva capo a Dalle Rive ha posto la condizione della salvezza: coi loro soldi potrebbero costruire il progetto tecnico piuttosto che acquistare e poi contribuire al risanamento dei debiti. Il tempo, intanto, scorre e secondo Cunico la difficoltà più grande è "la gestione del club. L'acquisto - secondo il dirigente biancorosso - è la parte più semplice e meno onerosa. È il dopoche richiede tantissimo impegno ed ottime capacità economiche e manageriali". Ed il dopo, nonostante le svariate trattative, non ha ancora coordinate certe. A meno che non arrivi lo sceicco per spazzar via, in un colpo solo, tutte le difficoltà del Vicenza.

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