Quotidiano | Categorie: Teatro, Chiesa

"Crocevia", lo spettacolo itinerante di Gregolin a Breganze

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 18 Marzo 2016 alle 10:38 | 0 commenti

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Comune di Breganze
E’ uno spettacolo “camminante” che unisce spirito e corpo, per arrivare ad un “crocevia”: reale ed esistenziale, sul confine tra laicità e sacralità. “Esiste quindi un sacro-laico indipendentemente dal credo religioso”. Ne è convinto, Antonio Gregolin, giornalista e poliedrico artista vicentino, che da anni elabora proposte che avvicinano a questo fragile confine umano. Una sorta di esplorazione nella “terra di mezzo” dello spirito, dove chiunque può sperimentare il senso e l’idea del sacro che è in noi.

“Crocevia” esso in scena mercoledì 23 marzo prossimo a Breganze nel Vicentino a partire dalle 20,30 (anche in caso di pioggia), con ritrovo e partenza dalla Piazzetta Acli, è un lavoro teatrale nato qualche anno fa dopo una esperienza nella martoriata Bosnia. Lo spettacolo itinerante è un percorso in sette tappe simboliche, quanti sono i giorni della Settimana Santa. “Lo spettacolo l’ho pensai una decina di anni fa –racconta l’autore-, dopo una forte esperienza nella Bosnia devastata dalla guerra. Lì, vidi molti calvari. Molti cristi e sepolcri. Ho respirato il tradimento, la passione e compassione, ragion per cui ho chiesto la prefazione della mia raccolta di testi a monsignor Pero Sudar, vescovo di Sarajevo”. Non una rilettura pedissequa dei vangeli della passione, ma una interpretazione della nostra più autentica condizione terrena: “Per una volta proviamo noi a diventare Cristo –aggiunge provocatoriamente Gregolin- per meglio comprendere il Cristo”. Parole leggere e grevi, a tratti poetiche, diluite nella cronaca quotidiana. Così si leggono le parole dedicate alla  domenica di Pasqua, in quello che è uno dei passaggi più alti dello spettacolo, animato dal terzetto di strumentisti composto da Alessandro Ceccato  flauto, Davide Gerolimetto violino e Pietro Squarzon chitarra classica, con la recitazione degli attori, Luisa Vigolo e Mauro Forlani: “Risorto: parola unica e completa/ Parola/ Ogni verso, inutile/ Ogni poema una vanità esaltata/ L’eternità si concentra/ L’uomo è abbagliato dalla luce nuova entrata nel sepolcro. Non abbiamo vinto al “Lotto”/Non abbiamo ricevuto un “Oscar”/ Non abbiamo guadagnato in “Borsa”/Non abbiamo ereditato un castello/ Non abbiamo edificato un impero/ Non abbiamo costruito un’industria/Non abbiamo riempito i  portafogli/ Non abbiamo…/Non abbiamo…/Resurrezione:ripetendone il nome tutto s’annulla, rendendo l’essenziale/parola unica e ultima/ Ma davvero risorgeremo?/Domanda, risposta, certezza, dubbio…in Lui risorti distintamente, tutti!” dice il testo dedicato alla domenica di resurrezione. Domande più che risposte, su quel bivio della storia dove, “siamo sempre ad un croce-via, tra dubbi e certezze. Basterebbe però accorgersi di un pesco in fiore per comprendere cosa significhi risorgere” conclude Gregolin.


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