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Cremaschi in circoscrizione 7 lancia la sfida solitaria ma dignitosa alla Cgil "servile" di Camusso

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 30 Gennaio 2014 alle 18:18 | 0 commenti

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Massimo D'Angelo, coordinatore del documento di minoranza della Cgil di Vicenza “Il sindacato è un’altra cosa", fa da padrone di casa nell'incontro che si sta svolgendo presso la circoscrizione 7 alla presenza di Giorgio Cremaschi, primo firmatario di quello che è rimasto l'unico documento di minoranza dopo la convergenza della Fiom di Landini sulle tesi della maggioranza "oceanica" di Camusso. VicenzaPiùTv sta riprendendo tutto l'incontro per poi renderlo disponibile on demand gratuitamente di questi quotidiani web e per trasmetterlo sabato in streaming su www.vicenzapiu.tv. 

Faremo altrettanto con l'altra tesi congressuale se saremo messi in condizioni di farlo con trasparenza e senza quel servilismo verso i "poteri" di cui Cremaschi accusa subito il gruppo di maggioranza della Cgil colpito dalla sindrome dell'acquiescenza al "palazzo".
Ripubblichiamo il documento con cui è stato annunciato l'incontro odierno, che avviene in una sala piena e partecipativa "pur non essendo facile fare la minoranza" sottolinea Cremaschi.

Ecco il documento, più tardi il video completo.
In uno dei momenti peggiori della nostra storia in cui il governo continua con le politiche di austerità, dove hanno costretto lavoratori, giovani e anziani al lavoro precario, quando si trova, alla disoccupazione, alla fame, alla miseria, allo sconforto, dove ogni giorno la dignità viene calpestata dai ricchi, che diventano sempre più ricchi.
Dove il potere della casta politica resta intoccabile, dove ingiustizia, corruzione e prepotenza dilagano, abbiamo bisogno di un sindacato che ci dia forza e coraggio, che combatta la rassegnazione, valorizzi delegate e delegati che devono diventare i protagonisti delle lotte e delle vertenze, anche quanto necessita porsi in maniera conflittuale.
Dove necessita, il tavolo di contrattazione deve spostarsi in piazza.
Dove necessita bisogna abbandonare ad ogni costo l’unità con i vertici di CISL e UIL, bisogna ripartire dai bisogni dei lavoratori mettendo al primo posto il lavoro e un reddito di cittadinanza.
Senza il lavoro uomini e donne giovani e anziani diventano poveri di fuori e di dentro, diventano mal pagatori e delinquenti nei confronti delle banche, dei loro affittuari perché non possono far fronte al mutuo della casa e all’affitto.
Si vergognano i padri di fronte ai figli e i figli di fronte ai padri.
In questa situazione di disoccupazione di massa, principalmente in questa Provincia, che ha uno dei numeri più alti di lavoratori licenziati e di cassa integrati, il mondo del lavoro si precarizza ulteriormente con l’applicazione di miriadi di contratti atipici (addirittura molti sono costretti a lavorare non regolarizzati pur di portarsi a casa qualche euro). Nell’attuale crisi i lavoratori sono ricattati con la paura di perdere quel poco che hanno. Principalmente le donne pagano il prezzo più alto, sulla fatica e sulla salute sui ritmi di lavoro, sul salario e sulle pensioni, nella loro stessa vita. In questa Provincia la “forma cooperativa” è utilizzata come forma d’impresa più efficiente, grazie alla quale si riescono ad eludere vincoli contrattuali e/o legislativi, le cooperative ad una competizione ad ogni costo, pur di accaparrarsi l’appalto,tagliando diritti e salario ai propri soci lavoratori.
In questa Provincia dove poco han fatto gli imprenditori per mantenere le fabbriche e il lavoro, scegliendo la strada più semplice della delocalizzazione o della svendita a gruppi esteri.
Poco importa se i lavoratori sono rimasti a casa.
In questa Provincia dove le aziende pubbliche e i loro Amministratori sono stati incapaci a costruire quella rete di alleanze e sinergie per efficientare sul territorio le risorse e mantenere servizi di qualità a prezzi contenuti e buona occupazione, i cittadini pagano il conto salato sullo smantellamento dei servizi pubblici (ospedale, scuola, trasporto ecc…).
A questi cittadini che hanno perso anche il lavoro necessita garantire un minimo di salario sociale.
Dobbiamo avere il coraggio in questa situazione di degrado e miseria di rompere con “le modalità condivise” che hanno ingessato e impoverito la classe operaia in una Provincia dove ha sede una delle più potenti confindustrie d’italia.
Dobbiamo avere la capacita e la caparbietà di rompere con i palazzi del potere.
Chiediamo a tutti i lavoratori di esserci in questo congresso di dire ed esprimere il proprio pensiero nelle assemblee, e nelle sedi sindacali di votare e sostenere il documento di minoranza “ il sindacato è un'altra cosa” che dice no all'accordo sulla rappresentanza e che dice no alle deroghe contrattuali alle sanzioni e all'arbitrato.
VOGLIAMO LA DEMOCRAZIA IN OGNI POSTO DI LAVORO

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