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Con 31 sì, 6 no e 1 astenuto approvato il PdL con nuove disposizioni sull'uso ufficiale del Gonfalone della Regione Veneto

Di Note ufficiali Martedi 29 Agosto 2017 alle 22:05 | 0 commenti

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Nel corso della seduta odierna, il Consiglio regionale del Veneto ha proseguito l'esame della Proposta di Legge, di iniziativa consiliare, relativa alle nuove disposizioni in materia di uso dei simboli ufficiali della Regione del Veneto, con contestuale modifica e integrazione della L.R. 20 maggio 1975, n. 56, ‘Gonfalone e stemma della Regione', la cui discussione in aula consiliare era iniziata nell'ultima seduta, prima della pausa estiva. Il Pdl esaminato vuole rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini veneti, anche attraverso il riconoscimento e l'esposizione dei simboli che identificano non solo un territorio, ma anche la storia, le tradizioni e le radici del popolo veneto.

Simboli ripresi dalla bandiera e dal gonfalone di San Marco, come riconosciuto dalla L.R. istitutiva, la n. 56/1975, del cui valore storico se ne trova traccia sin dal tredicesimo secolo nella Repubblica Serenissima. La proposta normativa oggi all'esame del Consiglio regionale intende, inoltre, istituire una fascia veneta che ripropone il leone di Venezia, per far percepire immediatamente al cittadino la presenza della Regione agli eventi istituzionali. Sarà così il Presidente del Governo Veneto, in prima istanza, a poter utilizzare la fascia negli eventi pubblici. Nel Pdl succitato, infine, vengono individuate precise modalità e obblighi di esposizione della bandiera del Veneto in tutti gli uffici pubblici della Regione e in quelli privati in determinate situazioni.
Tra gli interventi in aula, quello di Maurizio Conte (Veneto per l'Autonomia), che ha sottolineato come "il gonfalone di San Marco è un simbolo che, al di là delle diverse posizioni ideologiche, unisce i cittadini veneti in un comune sentire, contribuendo a rafforzare lo spirito identitario che avvicina e lega assieme il nostro popolo. Questa proposta normativa va quindi nel senso auspicato, in quanto ha come fine quello di promuovere il senso di appartenenza dei veneti, che si riconoscono non solo in un simbolo, ma in comuni tradizioni e valori consolidati nel corso dei secoli".
Così Piero Ruzzante (Articolo 1 - MDP) "ho votato contro all'articolo 1 perché non condivido l'uso della fascia, che non è utile né per la Regione né per i cittadini veneti. E' un errore, un eccesso di esibizionismo, cose da Prima Repubblica. E' un errore ancora più grave la previsione della discrezionalità: almeno stabiliamo in quali manifestazioni ufficiali sia obbligatorio per i rappresentanti istituzionali indossare la fascia. E poi, trovo profondamente sbagliato dal punto di vista del rispetto istituzionale che, in caso di contestuale presenza del presidente del Consiglio e della Giunta regionale a una determinata manifestazione pubblica, si privilegi quest'ultimo nell'uso della fascia, quando a rappresentare tutti i veneti è invece il presidente del Consiglio. Trovo altresì incostituzionale che la Regione decida l'obbligatorietà dell'uso della bandiera del Veneto nelle sedi istituzionali periferiche dello Stato, in quanto ciò è invasivo delle competenze del governo nazionale. Sono in disaccordo sull'imposizione, a comuni, province e città metropolitane, di esibire all'esterno la bandiera del Veneto, solo per aver ricevuto contributi dalla Regione, dato che così si va contro al principio di autonomia degli enti istituzionali, almeno togliamo l'obbligatorietà e introduciamo una semplice indicazione. Ribadisco di essere favorevole all'esibizione della bandiera del Veneto, ma assieme ai vessilli dell'Italia e dell'Europa. Con profondo rammarico, non parteciperò quindi alla votazione in aula".
Per Marino Zorzato (Area Popolare) "non può essere facoltativo l'uso della fascia perché ciò svilisce la portata stessa della proposta normativa che stiamo discutendo. E' necessario prevedere l'obbligo in determinate circostanze. Inammissibile, al contrario, l'obbligo imposto a soggetti terzi di esibire la bandiera del Veneto nelle sedi istituzionali statali, nonostante il parere contrario dell'Ufficio Legislativo, che è la nostra struttura di supporto. Contrario anche all'imposizione dell'uso della bandiera nelle sedi comunali, provinciali e su ogni bene acquistato con il contributo regionale".
Dello stesso parere Graziano Azzalin (PD) che chiarisce tuttavia "di aver votato a favore dell'articolo 1 (che individua i simboli ufficiali della Regione) in quanto l'uso della fascia va al di là delle polemiche politiche intestine, investe il rispetto per le istituzioni e dovrà valere anche per il futuro, a prescindere da quale sarà il colore della maggioranza di governo presente in un determinato momento. Sono contrario all'introduzione della facoltà nell'uso della fascia, dato che una legge deve essere logica e comprensibile dall'opinione pubblica. Inoltre, non trovo legittimo, né sul piano giuridico né politico, introdurre l'obbligo dell'uso della bandiera del Veneto negli Uffici Periferici dello Stato nel territorio regionale, in quanto questa è una previsione impregnata di ideologia e che sarà con ogni probabilità impugnata dal Governo nazionale per illegittimità costituzionale. Oggi siamo di fronte all'ennesima ‘legge bandiera'".
Claudio Sinigaglia e Andrea Zanoni (PD) affermano che "se introduciamo la facoltà di indossare la fascia, allora crolla l'impostazione logica su cui si regge l'intero articolato". Per Sinigaglia, inoltre, "introdurre l'obbligo dell'uso della bandiera veneta nelle Prefetture e negli Uffici Periferici dello Stato viola il principio della leale collaborazione che deve regolare i rapporti tra Stato e Regioni. Questa previsione ideologica, palesemente incostituzionale, è inammissibile e alimenta inutilmente i contrasti con il Governo nazionale, che invece dovrebbero essere appianati per tutelare i cittadini veneti. Assurdo poi imporre l'obbligo di esibire la bandiera sui beni oggetto di contributi regionali. Quindi anche sulle siringhe?".
Replica il relatore Silvia Rizzotto (Zaia Presidente) "non capisco la polemica in ordine a questo Pdl che prevede disposizioni già in vigore con successo in altre Regioni. Vogliamo solo dare importanza ai nostri simboli ufficiali, come stanno facendo altre Regioni italiane, per esempio in Toscana, in cui è obbligatorio l'uso della fascia da parte dei consiglieri regionali per farsi riconoscere nel loro ruolo istituzionale. Chiedo quindi che non si polemizzi sul nulla. C'era la volontà di dare vita a una normativa largamente condivisibile e a vantaggio dei veneti, contribuendo a valorizzare il nome del Veneto in Italia e nel mondo, anche se alcune cose possono essere migliorate e emendate".
Così Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) "in realtà è la Costituzione italiana, all'articolo 121, che prevede che a rappresentare la Regione sia il presidente dell'organo esecutivo e quindi le disposizioni contenute in questo Pdl sono legittime quando privilegiano il Presidente della Giunta nell'uso della fascia. A livello nazionale, poi, non sussiste l'obbligo di indossare la fascia e non capisco quindi certe polemiche strumentali che vengono sollevate dalla minoranza, bisogna essere più concreti. E' giusto esibire la bandiera del Veneto per rafforzare la nostra identità".
Marino Finozzi (Lega Nord), presidente della Prima Commissione consiliare permanente, rinvia "al presidente del Consiglio regionale la facoltà di decidere sulla ammissibilità o meno della previsione dell'obbligo dell'uso della bandiera veneta all'esterno delle sedi periferiche statali".
Stefano Valdegamberi (Gruppo Misto) si schiera "a favore dell'obbligo dell'esibizione della bandiera veneta nelle sedi istituzionali periferiche dello Stato".
Patrizia Bartelle (M5S) chiede "che vengano quantificati i costi per dotare tutte le sedi periferiche dello Stato della bandiera del Veneto".
Per Erika Baldin (M5S) "i pescatori, che già si trovano in difficoltà economica, non possono essere chiamati ad adempiere all'obbligo di esibire la bandiera del Veneto, sarebbe un ennesimo e inutile onere che graverebbe sulle loro spalle. Inoltre, la normativa prevede alcuni tratti di incostituzionalità".
Così Cristina Guarda (AMP) "non è di certo infliggendo una multa che avviciniamo i cittadini veneti ai nostri simboli ufficiali. Piuttosto, avviciniamo le persone a questi vessilli, prevedendo non sanzioni ma incentivi all'uso dei simboli".
Per Pietro Dalla Libera (Veneto Civico) "questa è una legge complessivamente valida, che non contrasta con il quadro normativo nazionale e fa l'interesse dei cittadini veneti. Guardare la bandiera della Regione del Veneto ci fa sentire a casa, regalano emozioni forti e rafforzano il nostro comune senso di appartenenza".
Alessandro Montagnoli (Lega Nord) "abbiamo perso fin troppo tempo per approvare una legge giusta, che sono orgoglioso di votare. Rispettiamo il nostro programma elettorale che vuole rafforzare l'essere veneti, tutelando la nostra storia, le nostre tradizioni, i nostri valori".
Stefano Casali (CDV) "i nostri simboli ufficiali vanno esibiti e valorizzati, questa legge è equilibrata, è importante per il territorio veneto, rafforza il nostro spirito identitario, voterò quindi a favore".
Al termine della discussione e dell'esame degli emendamenti presentati, sono seguite le dichiarazioni di voto di Ruzzante, Azzalin, Baldin, Dalla Libera, Guadagnini, Montagnoli, Casali, Guarda, Rizzotto.
Il Progetto di Legge è stato infine approvato con 31 voti favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto.


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