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Comitato Più Democrazia e Partecipazione: Vicenza sta per diventare "dequorumizzata"

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 21 Marzo 2014 alle 14:44 | 0 commenti

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Comitato Più Democrazia e Partecipazione - Il giorno 17 marzo 2014 il Comitato Più Democrazia e Partecipazione è stato convocato dalla Prima Commissione Affari Istituzionali per la presentazione della proposta di Regolamento degli Istituti di Partecipazione (nello specifico, relativamente all'istituto referendario) redatta dal Comitato e  protocollata e consegnata a tutti i consiglieri qualche settimana prima.

A distanza di più di un anno dall'approvazione del nuovo Statuto comunale, la cittadinanza è ancora in attesa dell'approvazione delle norme attuative dei capitoli della Carta comunale relativi agli Istituti di Partecipazione, che quindi al momento esistono, appunto, solo sulla carta ma non possono essere attivati.

Il Comitato Più Democrazia, al fine di proseguire con la propria assunzione di responsabilità nei confronti del diritto dei cittadini alla Democrazia Diretta, ha quindi redatto e proposto le disposizioni attuative in oggetto affinché quanto prima possa dirsi concluso positivamente quell'iter che ha portato finalmente il Comune di Vicenza a fregiarsi del titolo di 'primo Comune capoluogo “dequorumizzato” d'Italia' -cioè con referendum senza quorum- e quindi fautore di una vera partecipazione.

La stesura di questo Regolamento, pur prendendo spunto dal precedente, mira ad adeguarlo alle rinnovate esigenze che derivano dall'introduzione dei nuovi strumenti di Democrazia Diretta, ora finalmente presenti nello Statuto (referendum propositivo, abrogativo, abrogativo-propositivo).

La competenza sull'argomento trattato e l'esperienza sul campo hanno consentito al Comitato una trattazione agevole della materia con l'introduzione di importanti novità che, se adottate nel testo finale, porteranno il nuovo Regolamento a essere uno dei testi più all'avanguardia in Italia e piu' corrispondenti alle nuove esigenze partecipative espresse dai cittadini.

L'art. 3 (giudizio di ammissibilità) sostituisce il vecchio 'comitato degli esperti', di nomina politica, con una commissione costituita da cittadini estratti a sorte dalle liste elettorali (come nel caso delle giurie popolari nei processi per gravi reati). Con questa soluzione si ovvia all'annoso problema di un comitato costituito da 5 persone (quasi tutti avvocati) che riproducevano in piccolo gli schemi di maggioranza e opposizione e che quindi risentivano -nel giudizio di ammissibilità del referendum- dell'influenza delle parti politiche di cui erano emanazione. Veniva quindi a mancare una garanzia di affidabilità nelle relazioni con i referendari (criterio soggettivo) e l'indipendenza nel valutare l'ammissibilità (criterio oggettivo). Se persone scelte casualmente possono giudicare -nelle giurie popolari delle corti giudiziarie- reati gravissimi per i quali è prevista la pena anche dell'ergastolo, riteniamo che possano essere scelti fra i cittadini di Vicenza anche i membri del collegio cui è demandato decidere l'ammissibilità del referendum.

Altri punti qualificanti della proposta riguardano i tempi e le modalità di raccolta delle firme da parte del comitato promotore (150 giorni per raccogliere le 5000 firme previste per l'indizione del referendum) e la delega per la convalida delle firme attribuita anche ai consiglieri comunali.

Infine, poiché solitamente i comitati referendari vivono di autofinanziamento si prevedono alcune facilitazioni a cura del comune (artt. 9, 10) riguardanti la pubblicità con manifesti e sui quotidiani locali più diffusi, nonché la diffusione di comunicati informativi su radio e televisioni locali e la spedizione a tutte le famiglie residenti di un opuscolo informativo con le ragioni del SÌ e quelle del NO.

Essendo la proposta redatta dal Comitato Più Democrazia l'unica al momento esistente, ed essendo imminente l'inizio dei lavori della Prima Commissione su questo argomento, è auspicabile che tale bozza di Regolamento venga presa come base di riferimento per l'elaborazione del testo finale affinché i tempi per l'approvazione Regolamento degli Istituti di Partecipazione non si allunghino a dismisura.


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