Quotidiano | Categorie: Politica

Civati sulla Moretti: "Non basta candidare personalità nota vicina al premier per vincere"

Di Andrea Fasulo Lunedi 31 Agosto 2015 alle 09:01 | 0 commenti

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"Non basta candidare una personalità nota vicina al premier perché tutto funzioni" dice Pippo CIvati riferendosi alla débacle di Alessandra Moretti alle recenti elezioni regionali. Tradendo una sorta di pentimento per l'appoggio dato a maggio alla candidata Pd (qui la video intervista esclusiva a VicenzaPiu.Tv). "Da oggi ognuno per sè", pare dire il deputato che ha lasciato il Pd qualche mese fa e che ora si candida a fare da regista alla nuova operazione di fusione delle varie anime della sinistra. Una sinistra che "bisogna fare, non parlarne più, io per questo odio i convegni".

Pippo Civati è ospite della manifestazione "Fornaci Rosse", in corso in questi giorni al Parco delle Fornaci a Vicenza e che chiuderà questa sera. È qui soprattutto per promuovere la raccolta delle firme per gli otto referendum proposti da "Possibile", la sua nuova formazione politica. Quesiti che hanno per oggetto l'eliminazione di alcuni capitoli dei più contestati provvedimenti approvati dal Governo, dalla legge elettorale alla "Buona Scuola", dalla legge "Sblocca Italia" al Jobs Act. Molti pensano che il traguardo delle 500mila firme sia difficilmente raggiungibile, visto che andranno presentate entro il 30 settembre.
"Ma i nostri obiettivi sono di due tipi: di governo, come nelle democrazie avanzate, proponendo cose che non siano fuori di testa. E in secondo luogo sulla base della partecipazione: i referendum servono a restituire ai cittadini un po' di sovranità, visto che questo Governo è un'astronave che approva leggi che nessun cittadino ha votato alle elezioni. La raccolta delle firme in ogni caso sta andando molto bene. Vogliamo fare una politica da vicino, portare in alto il livello del dibattito e in basso il livello del piedistallo su cui spesso siamo issati".
A VicenzaPiù Civati, che da qualche anno risiede a Verona, confessa infine che la missione di riuscire a conquistare elettoralmente il Veneto era quasi disperata: "Il Veneto ha una vocazione leghista storicamente, qui addirittura alle elezioni ce n'erano due", sottolinea con chiaro riferimento a Zaia e a Tosi. "Tuttavia non è un problema di Civati o Moretti, ma del contesto sociale a cui vuoi fare riferimento".

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