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Ciambetti "Il Veneto non è contro il bonus 80 euro, ma contro l'ipocrisia di chi per pagarlo taglia i trasferimenti alle Regioni più virtuose"

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 13 Agosto 2014 alle 15:50 | 0 commenti

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Riceviamo dall'ufficio dell'assessore regionale Ciambetti e pubblichiamo quanto segue - "Ma chi ha mai detto che la Regione del veneto è contro il Bonus 80 € in busta paga"? L'assessore Roberto Ciambetti è, dir poco, indignato davanti alle reazioni degli esponenti del Pd sull'iniziativa di tutela degli "equilibri dei conti regionali messi a repentaglio dell'ennesimo taglio ai trasferimenti - ha spiegato Ciambetti - Sul bonus l'unica critica viene dal fatto che, come ha detto il presidente Zaia, quesi soldi non sono stati estesi a pensionati e a chi versa in gravi difficoltà economiche."

"Dire che la Regione del Veneto è contro il bonus è dire una falsità colpevole, significa mentire e chi mente su dichiarazioni facilmente verificabili, figuriamoci cosa può dire su fatti e dati di difficile interpretazione". Durissima replica dell'assessore al Bilancio del Veneto, Roberto Ciambetti che risponde così "ai vari De Menech, Taddei, Carbone, Fracasso e allo stesso sottosegretario Baretta - ha detto Ciambetti - Tutti costoro partono da un presupposto falso, cioè che il Veneto sia contro il noto bonus 80 €. LA Regione è contro il modo con cui il governo intende coprire questa spesa, perché il governo si fa bello con i soldi altrui e fare il ricco e nobile d'animo con il portafoglio degli altri non è esattamente elegante, né onesto, né, tantomeno, corretto". L'assessore al bilancio spiega nel dettaglio qual è la manovra di copertura contro la quale la Regione del Veneto s'oppone: "Per coprire la spesa del bonus, il governo prevede per le Regioni Statuto Ordinario un taglio nei trasferimenti statali per un totale di 500 milioni nel 2014 e di 750 milioni negli anni dal 2015 al 2017: se le Regioni non si mettono d'accordo su chi riceverà meno soldi - spiega Ciambetti - il governo interverrà motu proprio effettuando il riparto in base al PIL e alla popolazione. L'esperienza mi insegna che difficilmente le Regioni troveranno un accordo su basi diverse, visto con la proposta Renzi a pagare saranno i soliti noti, cioè le Regioni con il Pil più alto, mentre le Regioni in cui la fonte di reddito principale è la spesa pubblica , non verranno toccate. Visto che il Pil Veneto incide su quello nazionale per circa il 9,5 per cento, il taglio per noi si dovrebbe aggirare sui 45 o 50 milioni per quest'anno e attorno ai 71 o 72 milioni per gli anni successivi. Ora, questi soldi che non riceveremo dallo stato, combinati con altri meccanismi perversi come il Patto di stabilità, determineranno la diminuzione di investimenti e servizi resi dalla Regione ai cittadini, alle famiglie e alle imprese: abbiamo già un bilancio ridotto al lumicino. E davanti a questo scenario c'è ci dice di guardare ai nostri sprechi del tutto ipotetici, anziché pensare agli sprechi dello stato centrale e alla mancata razionalizzazione della spesa pubblica nazionale? La strada scelta dal governo viola ogni principio di equità ma, e questo è ancor peggiore se vogliamo, perpetua la logica perversa per cui chi ben gestisce i fondi pubblici, chi è virtuoso, viene penalizzato. Non scandalizziamoci se Mario Draghi dice che è arrivato il momento di cedere quote di sovranità o Moody's censura i conti italiani: con la demagogia non si risanano i bilanci, con le menzogne non si rilancia l'economia e questo lo si è capito benissimo. Se si continuano a punire i virtuosi per premiare chi virtuoso non è quel debito pubblico che prima del governo Monti era al 119 per cento sul Pil ed oggi viaggia attorno al 135 per cento, è destinato a diventare non un macigno, ma la pietra tombale per l'intero Paese". L'assessore veneto poi conclude: "Proprio ieri leggendo un romanzo di Pontiggia, ‘La Grande sera', sono incappato in un affermazione che mi ha colpito: ‘Il mentitore è sempre un piccolo tattico, mentre chi evita di mentire segue una strategia' scriveva Pontiggia. Ecco credo che questa citazione sia perfetta non solo per inquadrare le accuse infamanti rivolte contro il Veneto dei già citati De Menech, Taddei, Carbone, Fracasso, Baretta , ma anche per definire, a futura memoria, la via renziana al default non solo economico"

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