Cassazione boccia ordinanze sindaci anti prostituzione, Cioni: abrogare legge Merlin
Sabato 27 Luglio 2013 alle 15:11 | 0 commenti
Alex Cioni, membro dell'Esecutivo provinciale del Pdl vicentino - Da molti anni la politica affronta a diversi livelli e con argomentazioni molteplici il fenomeno della prostituzione. È giunto il momento che il tema, dal punto di vista legislativo, sia affrontato nella sede che gli è propria: il Parlamento. Il fenomeno ha bisogno di norme e di regolamenti idonei a configurarne fattispecie e comportamenti rispondenti sia alle esigenze di tutela e salvaguardia della salute di tutti i cittadini e dell'ordine pubblico sia alla difesa delle libertà degli individui sia al rispetto della pubblica decenza.
Non è la prima volta che Alex Cioni, membro dell'Esecutivo provinciale del Pdl vicentino, interviene sull'annoso problema della prostituzione denunciando "l'ipocrisia della politica e delle istituzioni".
Cioni si inserisce nel dibattito lanciato dal primo cittadino di Mogliano poi ripreso dal sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto: "Sostengo l'iniziativa della raccolta di firme finalizzata all'abrogazione parziale della legge Merlin e per la regolamentazione del fenomeno - spiega - perché non è più accettabile che il Governo, nonostante le decine di proposte di legge depositate negli anni in parlamento, continui a disinteressarsi del problema quando invece servono risposte immediate e soluzioni efficaci".
L'esponente del Pdl si riferisce altresì alla sentenza della Cassazione dell'altro giorno che ha stabilito l'impossibilità di multare gli automobilisti che si accostano ad una prostituta, cancellando di fatto le ordinanze firmate da molti sindaci anche nel vicentino. "Era una questione di tempo ma la Cassazione non poteva che esprimersi in tal senso - sottolinea Cioni - per cui i nostri parlamentari si rendano conto una volta per tutte che il tema della prostituzione va affrontato con pragmatismo senza false ipocrisie".
Secondo Cioni "o si vieta l'esercizio stesso del prostituirsi come accade in quasi tutti i paesi dell'est europeo o si sceglie di governare il fenomeno attraverso delle normative dirette a disciplinare la prostituzione seguendo per esempio il modello tedesco. "Ciò che risulta chiaro - conclude - è che i sindaci hanno fatto quanto potevano ma certe ordinanze sono servite a poco perché avevano solo una funzione palliativa. Ora tocca al parlamento".
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