Quotidiano | Categorie: Politica

Caso Mantovani. Pettenò, Fds: commissione d'inchiesta. Pipitone, Idv: tutti in aula

Di Filippo Zenna Sabato 2 Marzo 2013 alle 23:20 | 0 commenti

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La sinistra fa blocco: sarà pure fuori dal Parlamento, ma in Veneto ha ancora voce in capitolo e quindi s'accorpa perché lo scandalo Mantovani, figlio del malaffare, diventi argomento all'ordine del giorno a Palazzo Balbi. Antonino Pipitone, capogruppo dell'Idv, vuole la giunta Zaia con le spalle al muro. S'era già espresso Bonfante (Pd) invocando l'etica nell'apparato governativo regionale («Stop agli appalti delle ditte finite sotto inchiesta»). Pipitone ed a seguire Pietrangelo Pettenò (Fds) sono andati oltre ed hanno richiesto a voce alta interventi concreti, immediati.

Pipitone stuzzica Ruffato, presidente del Consiglio regionale, perché si cambi l'ordine del giorno nella seduta di martedì, Pettenò s'indirizza sulla creazione di una commissione d'inchiesta, che faccia luce sull'intreccio torbido tra politica ed affari. Il consigliere regionale della Federazione della sinistra, dal 2000 a Palazzo Balbi, non le manda di certo a dire sullo spreco del project financing e sull'uso improprio, smisurato che se n'è fatto: «Da anni - esordisce Pettenò - viene denunciato questo tipo di modello. Molti di noi hanno lanciato segnali di allarme perché dietro queste grandi opere c'erano grandi affari ed anche grandi truffe, come s'evince dall'inchiesta. Costi elevatissimi, mancanza di trasparenza nei processi d'assegnazione degli appalti, denaro pubblico dilapidato». Pettenò va avanti, è un fiume in piena: «Queste strane triangolazioni di società hanno creato regimi monopolistici, il cartello ha sempre generato troppi sospetti. Politica ed affari sono stati un tutt'uno: tutto questo, inutile nasconderlo, non poteva succedere senza la copertura politica». Nascondino ideologico e di interessi secondo il consigliere di Fds: «La politica ha coperto sul piano ideologico costruendo castelli di falsità, sostenendo che le opere erano utili ed andavano fatte in fretta. E poi ha coperto per interessi. Evidentemente questi gruppi non avrebbero fatto il bello e il cattivo tempo senza avere appoggi, senza che la Regione Veneto coprisse il sistema. La magistratura sta facendo il suo lavoro, ma è un obbligo morale attivare una commissione d'inchiesta. Non solo sulla Mantovani, ma su tutte le aziende che hanno intrecciato affari con la Mantovani». Segue poi Pipitone, capogruppo Idv a Palazzo Baldi: «Li vogliamo tutti in aula: Zaia, l'assessore Chisso, l'ad di Veneto Strade Vernizzi. Ci dicano perché era indispensabile andare a San Marino per una consulenza. E poi spieghino come mai, visto che mancavano i soldi per fare manutenzione alle strade, se ne sono trovati tantissimi per fare fiere di settore. Considerata la gravità della situazione è obbligatorio un chiarimento in aula davanti alla commissione trasporti. Davanti a noi c'è una settimana di sedute dedicate al bilancio. Chiediamo che almeno una di queste sia dedicata ad affrontare la grave questione che da Baita in giù sta coinvolgendo Veneto strade e forse altre partecipate della Regione».


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