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Caso Grumolo, tra Cogo e Teso è scontro frontale

Di Marco Milioni Venerdi 16 Maggio 2014 alle 20:21 | 0 commenti

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Nel 2005 l'allora vicesindaco Flavio Scaranto e l'allora sindaco Maria Luisa Teso, con tutta la giunta, mi segnalarono alla magistratura e fecero barricate contro i miei accessi agli atti «con un chiaro intento calunnioso probabilmente mirato a nascondere azioni poco chiare compiute dagli uffici comunali». È questo alla grossa il succo del j'accuse distillato in forma di denuncia penale che Agostino Cogo ha indirizzato alla ex giunta comunale di Grumolo.

La querelle, che dura da anni, ha ora un riverbero sulle imminenti elezioni comunali giacché Scaranto oltre ad essere il primo cittadino in carica è pure in corsa per un secondo mandato. Sul versante opposto però Teso respinge seccamente ogni addebito, parla di iniziativa strumentale e conferma la bontà dell'operato della sua amministrazione.

Frattanto della denuncia per calunnia contro Scaranto, Teso, in una con gli allora assessori Flavio Rigon, Fernando De Lorenzi, Ivan Bottazzo, Marco Carollo e Daniela Agostini, ieri è stata informata la prefettura con una breve missiva a firma dello stesso Cogo. Il quale nella sua denuncia, depositata a sua volta in procura a Vicenza il 12 maggio 2014 con protocollo 387123, attacca ad alzo zero. Nel documento si prende di mira la delibera 48 del 17 giugno 2008 con la quale l'allora esecutivo decise di dare il via ad una denunzia-querela contro Cogo, accusato di molestie e di interruzione di pubblico servizio per le numerose (ed insolenti secondo i denuncianti) richieste di accesso agli atti relativi a pratiche giudicate da Cogo di interesse personale e per mesi respinte dagli uffici. I quali sostenevano non avesse titolo per richiedere quelle pratiche.

Gimkana tra comune e procura. La vicenda si dipana continuamente tra il municipio grumolese e gli uffici della procura. E in questa gimkana Cogo, piccolo imprenditore originario del luogo, non dà segni di apprezzamento nei confronti dei magistrati inquirenti: «Venivo a conoscenza, dopo quaranta mesi, che erano iniziate indagini penali a mio carico; ed il pubblico ministero incaricato, malgrado fossero decorsi abbondantemente i termini di cui all'articolo 405 del codice di procedura penale, non aveva ancora chiuso le stesse... Successivamente alla richiesta di copia del fascicolo - denuncia ancora Cogo - il pubblico ministero decretava la conclusione delle indagini preliminari il 15 febbraio 2012 ossia quarantaquattro mesi dalla data di iscrizione nel libro delle notizie di reato. Avverso a tale decisione il mio legale proponeva opposizione».

La circostanza. Nella denuncia l'estensore aggiunge un altro spunto. «... Non va trascurato il fatto che l'avvocato Massimo Pecori legale personale di Maria Luisa Teso... in data 13 febbraio 2008 aveva diffidato l'ufficio tecnico... a fornire dati relativi a pratiche edilizie della predetta». L'autore della missiva indirizzata ieri al prefetto ricorda per di più che se da una parte il legale personale della Teso fu nell'occasione l'avvocato Massimo Pecori, il pm che ha in carico il fascicolo Cogo è il padre «ovvero il dottor Paolo Pecori».

L'indagine privata. Ma in questa vicenda di carte bollate non manca nemmeno il «coup de théâtre» come lo ha ribattezzato l'estensore della denuncia che «per ragioni difensive» si è anche improvvisato detective: «A seguito di mie indagini personali eseguite presso il catasto... venivo a conoscenza che la signora Maria Luisa Teso nel periodo in cui rivestiva la carica di sindaco del comune di Grumolo presentava una domanda di permesso a costruire un annesso rustico con pratica 56/2005 e progetto a firma dell'ingegnere Marco Carollo... La richiesta era corredata di atto notarile mediante il quale Teso aveva costituito un vincolo per la non variazione dell'uso in favore del comune di Grumolo».

Cogo a questo punto cita l'atto in questione: «... detto vincolo non potrà essere sciolto senza il consenso scritto del legale rappresentante del comune». E così Cogo affonda il coltello: «... quindi la signora Teso ha presentato un permesso a costruire un annesso rustico, fabbricando invece una casa, attribuendo la possibilità di sciogliere il vincolo di non variazione d'uso al sindaco di Grumolo cioè a sé stessa».

Ma le bordate non finiscono: «Il tecnico incaricato della progettazione era il signor Marco Carollo, che all'epoca dei fatti o immediatamente dopo veniva nominato assessore esterno all'edilizia».

La novità. In questo contesto è sempre Cogo a spiegare che il 27 dicembre 2013 veniva da lui presentata una dettagliata denuncia al comando di polizia locale intercomunale a Torri di Quaresolo. Il quale comando «a seguito delle verifiche effettivamente constatava la violazione dell'articolo 31 e 44 lettera a del decreto 380/2001». Del tutto, secondo il testo veniva informato il comune di Grumolo con nota a protocollo 8688 del 30 aprile 2014 pubblicata di recente anche sull'albo pretorio municipale.

La replica. L'ex sindaco però contesta radicalmente la lettura fornita da Cogo. Ribadisce la sua fiducia nella correttezza della allora giunta. Di più Teso in una nota redatta oggi precisa ulteriormente il suo pensiero: «Prendo atto delle affermazioni del signor Cogo. Quanto al procedimento penale radicato nei suoi confronti su denunzia del comune di Grumolo, non posso entrare nel merito, non essendo più parte della amministrazione; si tratta peraltro di questione devoluta alla magistratura».

Di seguito un altro affondo: «Quanto alle affermazioni circa le pratiche edilizie che mi riguardano, sono decontestualizzate, scorrette ed infondate, evidentemente frutto di mala fede e di astio personale o politico. Darò subito mandato ad un legale – spiega l'ex primo cittadino - di agire nei confronti di Cogo e di chi sia reso responsabile o si rendesse responsabile, magari per fini di campagna elettorale, della diffusione delle sue affermazioni non verificate ed artefatte, evidentemente lesive della mia reputazione e tese unicamente a screditare la mia persona e l'operato dell'amministrazione comunale».

La pratica edilizia. Anche sul versante della presunta irregolarità edilizia Teso non fa sconti: «Mi limito a precisare che la pratica 56/2005 cui accenna il Cogo si riferisce ad un progetto di annesso rustico, deposito attrezzi, di pochi metri quadri, mai edificato». E ancora: «Diversamente da quanto lascia strumentalmente intendere Cogo, il comando di Polizia locale non ha riscontrato alcunché al riguardo».

Scaranto. Anche l'attuale sindaco oggi ha precisato il suo punto di vista con un dispaccio di poche righe: «A difesa e a tutela di qualsiasi cittadino di Grumolo, non commento le affermazioni di persona indagata e già rinviata a giudizio».


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