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Caso AMCPS - Caldogno, ecco le precisazioni di Vezzaro. Crescono le preoccupazioni, dei responsabili, ora sì, se ne occupi la Procura

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 17 Novembre 2014 alle 14:40 | 0 commenti

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Dopo le nostre rivelazioni e col titolo "Precisazioni del Sindaco Vezzaro sul Canale industriale di via Aeroporti a Rettorgole-Lobbia" arrivano da Caldogno le informazioni attese e preannunciate da Matteo Quero, amministratore unico di AMCPS, sul "giallo" sull'intervento, chiesto dal suo sindaco Marcello Vezzaro senza trovare nessuno all'altro capo del telefono, sul «canale industriale sotto la gestione di AIM Valore Città-Amcps», che era esondato la notte tra il 15 e il 16 novembre a Lobbia allagando «per l'ennesima volta l'area di Ca' Divino provocando i soliti e odiosi danni!»

Quero aveva dissociato AMCPS da ogni responsabilità in quanto il canale industriale per cui era preoccupato Vezzaro è in carico ad Aim Servizi a Rete.

Ora Marcello Vezzaro dichiara così: «In seguito alle vicende che hanno portato all'ennesimo allagamento della proprietà di Ca' Divino in zona Lobbia di Rettorgole, il Sindaco di Caldogno Marcello Vezzaro precisa che la responsabilità del canale industriale è in capo ad AIM Servizi a Rete. Mentre le telefonate di emergenza nella notte tra sabato e domenica sono state fatte sia ad AIM, sia ad AIM Valore Città-Amcps in quanto branca di AIM che mette a disposizione un numero per la reperibilità in caso di emergenza acqua. Nessun ufficio però dava segni di reperibilità».

Pensiamo che bisognerà tornare sull'argomento, magari con l'aiuto anche di un fascicolo che la Procura potrebbe (dovrebbe?) aprire visto che Vezzaro le si è mediaticamente rivolto, ma quaceh domanda la anticipiamo in attesa e a sollecitazione di prese di posizione di AMCPS, Aim Servizi a Rete, Aim e anche di Achille Variati, che come sindaco di Vicenza rappresenta la proprietà di tutte quelle municipalizzate e che come presidente della Provincia è il referente dei sindaci, in particolare di quello di Caldogno col quale da tempo sta concertando quanto attiene al bacino di laminazione previsto in quell'area e che non vorremmo sottostasse, a discapito dei cittadini, a qualche nervosismo di troppo.

Le domande per chi di dovere sono:

1 - perchè la chiamata notturna senza risposta di Vezzaro è avvenuta di notte tra il 15 e 16 novembre e la sua pubblicizzazione solo alle 15.17  del 16 novembre?

2 - nel frattempo il sindaco di Caldogno ha contattato di giorno i dirigenti e gli ammistratori delle aziende che lui riteneva competenti?

3 - se questo è avvento quali sono le risposte non convincenti che l'hanno indotto a emettere un comunicato ufficiale riservandosi per oggi la possibilità di andare i procura contro i responsabili?

4 - se è vero che «le telefonate di emergenza nella notte tra sabato e domenica sono state fatte sia ad AIM, sia ad AIM Valore Città-Amcps in quanto branca di AIM che mette a disposizione un numero per la reperibilità in caso di emergenza acqua» quali sono le procedure in casi come questi se dall'altra parte del telefono non c'è nessuno e cosa hanno fatto Vezzaro e i suoi dirigenti per risolvere il problema che loro stesi dicono di competenza di Aim Servizi a Rete?

5 - se «nessun ufficio (di Aim e AMCPS, ndr) però dava segni di reperibilità (per conto di Aim Servizi a Rete, ndr) di chi è la responsabilità se tale servizio di chiamata non ha assolto al suo compito?

6 - era compito del Comune di Caldogno segnalare  ad Aim Servizi a Rete l'emergenza nel canale o doveva essere l'azienda a verificare e intervenire autonomamente?

7 - quali sono i danni reali che ha causato il mancato intervento, a chiunque ascrivibile

Potremmo continuare, ma un'ultima domanda ci viene di farla  a tutti, magari anche a Moretti e Zaia mpegnati nella gara a parole a chi si occupa di più del dissesto idrogeologico: sono queste le procedure di allarme e intervento che i cittadini si possono aspettare in casi di emergenza vera?

Al di là di quella mediatica delle bombe d'acqua che verrebbe la voglia di augurarsi che, quelle vere, precipitino sulle teste di cotanti e tanti (troppi?) politici amministratori, di città, e amministratori politici e parapolitici, di aziende.


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