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Carni bovine, Bizzotto: l'Europa sceglie strada dell'anonimato invece della tracciabilità

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 28 Giugno 2013 alle 11:49 | 0 commenti

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Mara Bizzotto, europarlamentare Lega Nord - Continua a tenere banco in Europa la battaglia per una completa tracciabilità della carne e contro la decisione della Commissione UE di abolire l'etichettatura facoltativa. Contro questa assurda proposta della UE si era da subito spesa l'europarlamentare Mara Bizzotto (Lega Nord) che, unendosi all'appello lanciato dall'associazione di produttori di carne bovina del Triveneto (UNICARVE), aveva ufficialmente chiesto all'esecutivo comunitario di fare marcia indietro, prima dell'avvallo definitivo del Consiglio UE.

"Le risposte che arrivano da Bruxelles sono davvero deludenti e inconcepibili: sembra quasi che l'UE non voglia garantire la piena tracciabilità delle carni - dichiara l'eurodeputata Bizzotto, commentando la risposta del Commissario Ciolos alla sua interrogazione - Secondo l'Europa, infatti, l'etichettatura facoltativa delle carni bovine non servirebbe a tutelare i consumatori ma, anzi, viene vista come un inutile onere amministrativo".

"Eliminare l’etichettatura facoltativa significa favorire l'industria dell'anonimato e della contraffazione - osserva l'on. Bizzotto - In Italia una bistecca su due viene dall'estero e molto spesso non sappiamo con esattezza nemmeno da dove, come dimostrano i recenti scandali alimentari che si susseguono con cadenza pressoché quotidiana. I cittadini, quando si recano in macelleria o al supermercato, hanno il sacrosanto diritto di sapere con certezza la provenienza, la razza e l'alimentazione del bovino per sapere con esattezza cosa finisce sulle loro tavole".

Il Commissario europeo Ciolos si ostina a dire che "la soppressione degli articoli relativi all'etichettatura facoltativa delle carni bovine, non agevolerebbe la distorsione e l'inganno dei consumatori in quanto nel Regolamento UE n. 1169/11, relativo alle informazioni alimentari ai consumatori, sono state stabilite disposizioni orizzontali sull'etichettatura di tutte le carni. A norma dell'articolo 36 di quest'ultimo, le informazioni sugli alimenti fornite su base volontaria - sempre secondo Ciolos - non inducono in errore il consumatore e per garantirne il rispetto gli Stati membri effettuano controlli ufficiali conformemente al regolamento (CE) n. 882/2004".

"Invece - afferma Fabiano Barbisan, presidente del Consorzio l’Italia Zootecnica - secondo noi, il controllo a valle dei prodotti, come previsto dal Regolamento 1169/11, non garantisce il corretto flusso (veridicità) delle informazioni dal produttore al consumatore e può indurre a valutazioni distorte circa i metodi e condizioni di allevamento, alimentazione somministrata ed origine del prodotto, dando un 'via libera' ad etichette, cosiddette di 'fantasia', che se non controllate  a monte, avrebbero modo di sfuggire per lungo tempo alle maglie e verifiche degli enti ed organismi preposti. Come già succede per molti prodotti di qualità".

"Inoltre, nella risposta di Ciolos, che mette sulla bilancia i risparmi di spesa (ammesso che ce ne siano), si capisce chiaramente che non ha messo in conto il costo dei controlli che, abolita l’etichettatura facoltativa, per garantire la veridicità delle informazioni, dovrebbero essere aumentati a dismisura, da parte delle autorità pubbliche, mentre ora i controlli sono esercitati dai produttori e da Organismi Terzi di Certificazione - puntualizza Barbisan - Siamo preoccupati della risposta che ha ricevuto l'onorevole Bizzotto, che ringraziamo per l’impegno, perché sembra che il Commissario Ciolos si sia dimenticato in fretta dei recenti casi di 'contaminazione' delle carni di bovino, con quelle di cavallo".

"Se il Commissario Ciolos avesse calcolato i costi necessari a effettuare i controlli sulla carne, scattati al momento dell’emergenza ed anche tutti i costi commerciali e di immagine che il settore bovino ha dovuto subire - conclude il presidente Barbisan - il cosiddetto risparmio, con l’abrogazione dell’etichettatura facoltativa, sarebbe irrisorio e non giustificherebbe minimamente le decisioni della Commissione che, in questo caso, sacrifica ad interessi commerciali le informazioni a 500 milioni di consumatori europei".

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