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"Camminamente" apre con la presenza di camminatori internazionali

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 28 Aprile 2015 alle 15:40 | 0 commenti

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Proloco di Caldogno - Camminatori internazionali delle terre del ghiaccio e deserti sconfinati, presenti all'inaugurazione della mostra Camminamente: scarpe, strade, camminatori e pellegrini” che si è aperta il 24 aprile e fino al 10 maggio, nella storica Villa Caldogno (Vi), sede della prestigiosa rassegna “Scienza&Conoscenza” promossa dalla locale Proloco.

Camminatori da grandi imprese del calibro del friulano,  Michele Pontrandolfo o del bresciano,  Marco Berni.  Così come non sono voluti mancare alla presentazione della prima mostra nazionale sulle scarpe dei camminatori, pellegrini locali che hanno compiuto importanti cammini, come il vicentino Giovanni Bruttomesso, partito da Canterbury e ha raggiunto Gerusalemme a piedi nel 2013. Sempre vicentino è il camminatore scalzo Tom Perry. Ospite particolarmente omaggiao è stato l’anziano Roberto Bassi, che oggi risiede nella casa di riposo di Breganze, passato alla storia nel 1971 per essere partito da Roma e arrivato a Tokyo dopo 14 mesi di cammino. Tanti camminatori assieme non si vedono facilmente, ma qui i protagonisti sono altri: le scarpe, simbolo  di mille avventure. Diaframma tra la mente e la terra. Tra simbolo e ricordo. Un percorso ideato dall’artista vicentino, Antonio Gregolin, già autore della mostra “Terra nelle Scarpe” nel 2013, che si propone al pubblico con un inedito grande sentiero sulle “scarpe” dei grandi camminatori. Ventisette scarpe e altrettante storie, alcune di queste fatte giungere anche dal Canada, patria di Jean Beliveau, unico uomo ad aver compiuto in 11 anni il giro del mondo a piedi. Per il presidente della Proloco di Caldogno, Massimo De Tomasi “Sarà una occasione unica e gratuita per scoprire grandi avventure ed emozioni. Viaggi estremi e pellegrinaggi dal sapore d’altri tempi. Ma soprattutto, cercar di capire da dove nasca quel processo mentale e fisico legato al nostro camminare quotidiano”. “L’impresa –spiega Antonio Gregolin- è stata raccogliere così tante scarpe diverse anche di camminatori che sono per strada in questo momento. Come quelle del giovane camminatore torinese, Mattia Miraglio, partito un anno fa dall’Italia che ora si trova in Thailandia, diretto in Australia per compiere attraverso i cinque continenti 50mila km. Solo quando chiedi le scarpe ad un camminatore puoi capire il legame che lo unisce alle sue scarpe”. Scarpe simboliche e storiche. Una sezione di quella che è la prima mostra italiana sulle scarpe dei camminatori, è proprio incentrata sulla storia: “C’è chi cammina per passione e chi invece è costretto a camminare per fuggire dalla guerra. Si potranno così vedere le scarpe fatte giungere dal Magazzino 18 di Trieste, dove si trovano le storiche masserizie dei profughi istriano-dalmati del 1950. Da Sarajevo le scarpe di una donna che nel 1994 venne presa di mira da un cecchino, durante la guerra di Bosnia. Di struggente attualità sono le scarpe ancora sporche della sabbia del deserto, recuperate da un barcone di migranti che nel 2013 approdò a Lampedusa dopo aver perso in mare metà del suo carico umano”. Pubblico da grandi occasioni nelle sale settecentesche della celebre villa palladiana, affrescate con giganti ignudi e scalzi che sono apparsi come i degni custodi dei segreti e curiosità delle scarpe esposte, che uniscono in un luogo come questo la bellezza dello spirito e la forza del corpo.


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