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Bulgarini presenta il rapporto periodico dell'UNESCO, come stanno Vicenza e le Ville del Palladio?

Di Carlo Calcara Giovedi 17 Luglio 2014 alle 16:03 | 0 commenti

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Jacopo Bulgarini D'Elci nella cornice che migliore non si potrebbe della stanza degli stucchi di Palazzo Trissino presenta alla stampa la seconda sezione del rapporto informativo da presentare alla Conferenza generale dell'UNESCO.Il rapporto in questione è un questionario che ogni 6 anni le amministrazioni locali interessate da siti di importanza tale da essere annoverati tra le fila di quelli appartenenti al sopracitato ente internazionale è chiamato a compilare per informare sullo stato di conservazione ed utilizzo dei siti in questione.

Si spegneranno a Dicembre (il 15 per l'esattezza) le 20 candeline sulla torta della storica città del Palladio, vent'anni di partecipazione alla grande famiglia mondiale delle città "Patrimonio dell'Umanità" da parte di una Vicenza che, nonostante un cosiddetto "sito seriale" tra i più importanti tra quelli presenti nel nostro paese (e di riflesso a livello internazionale), si trova sempre a dover inseguire dal punto di vista dell'organizzazione e della promozione di questo che è a tutti gli effetti un tesoro da dover gelosamente custodire.

Se ne rende conto in prima persona anche lo stesso Bulgarini, che ammette:"Nonostante dal confronto con i rapporti precedenti si evinca come il sito sia sostanzialmente integro, questo nonostante un evento catastrofico come quello che è stato rappresentato dall'alluvione del 2010 e che ha interessato fortunatamente solo marginalmente in manufatti che vi fanno parte, si registra purtroppo ancora una cronica incapacità di sfruttare al meglio il grande appeal che questo sito ha per il turismo, non solo italiano. Nell'occasione di un incontro a Firenze per la presentazione di un consorzio che raccoglie assieme tutte le ville medicee ho avuto modo di conoscere anche realtà estere, testimonianze di una diversa e migliore capacità di dare valore al patrimonio attraverso una promozione d'insieme. Come esempio principe posso parlare dei Castelli della Loira, visitabili attraverso un percorso che prevede strutture e biglietti d'ingresso vari tutti prenotabili ed acquistabili attraverso una comune piattaforma, di modo da semplificare il compito ai turisti vari, soprattutto agli stranieri, rendendo così più appetibile il prodotto. In questo senso siamo sicuramente anni-luce indietro rispetto agli esempi stranieri."

Altra nota stonata riguarda anche gli introiti da cui poi si ricavano i fondi per poter mantenere questo patrimonio, perché se è vero che in quell'uno per cento indicato dai dati del rapporto sono escluse tutte le realtà del sito a conduzione privata, che perciò non rendono preciso il dato raccolto, è vero anche che questa realtà sia un freno a mano tirato che rende molto difficile pensare ad interventi che esulino la straordinarietà, come per esempio quelle ristrutturazioni diventate ormai inevitabili.

"Certamente questo è qualcosa su cui si è cominciato a lavorare - prosegue Bulgarini - e che si spera possa raccogliere i frutti pronosticati. Porto il fresco esempio dell'apertura al pubblico della terrazza della Basilica, che dovrebbe negli intenti raccogliere non meno di 70.000 euro per poter continuare a garantire l'apertura per 6 giorni settimanali. Se questi progetti riusciranno a camminare con le proprie gambe potremo spostare la nostra attenzione sulla lunga lista dei desideri che abbiamo in materia di lavori di manutenzione, e che oltre al terzo stralcio dei lavori che riguardano Palazzo Chiericati (non ancora finanziati), prevede anche il Teatro Olimpico e gli ambienti sotto la Basilica, oltre che naturalmente tutti i vari musei e siti archeologici che nel recente periodo sono stati abbandonati a loro stessi.

Un primo passo che siamo intenzionati a fare in tal senso prevede una richiesta in due punti che presenteremo all'interno dell'Associazione  Beni Italiani UNESCO al governo Renzi, che in tal senso pare avere un occhio di riguardo particolare."

I due punti focali di questa richiesta saranno:

- Uno scorporo delle spese destinante agli interventi di manutenzione dei siti di interesse storico-culturale dal monte spese previsto nel Patto di stabilità, per evitare, come da parole dello stesso Bulgarini, di "dover scegliere tra l'intervento su un museo ed uno su una scuola elementare per paura di non rientrare nel monte spese previsto"

- Una diversa organizzazione legislativa, in modo da poter dare ai comuni che hanno in carico beni di interesse storico-culturale delle armi più efficaci per poter mantenere intatto il valore di suddetti beni e del suo intorno, che è parte integrante del bene stesso. "Non è possibile infatti - prosegue Bulgarini - che non sia possibile per esempio fermare l'apertura di una attività commerciale inappropriata di fronte alla Basilica Palladiana da parte del comune, la giunta dovrebbe avere modo di poter intervenire agevolmente in tal senso".

Sperando che le dichiarazioni d'intenti si tramutino presto anche in elementi concreti non si può che ricordare come il mantenimento dei manufatti architettonici e dei beni culturali rappresentino molto di più che una buona abitudine.

E' infatti solo attraverso la conoscenza e la valorizzazione del proprio passato che un paese può guardare con sicurezza al proprio futuro, pare però che troppe volte venga dimenticato.

 

Comune di Vicenza - “Se negli anni scorsi è stato fatto un lavoro molto solido sul fronte tecnico del monitoraggio e della tutela architettonica e paesaggistica, non possiamo dire altrettanto della valorizzazione e promozione turistica del sito, cioè della sua capacità di parlare al mondo”. Nel ventennale del prestigioso riconoscimento UNESCO attribuito ai monumenti e alle ville del Palladio di Vicenza e del Veneto, il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci ha fatto un primo bilancio dei punti di forza e delle criticità del sito di cui il Comune di Vicenza è referente, in occasione dell'invio al Ministero del beni e delle attività culturali e turistiche del rapporto che ogni sei anni viene predisposto per la Conferenza generale dell'UNESCO.  
“La città e le ville palladiane – ha dichiarato il vicesindaco – rappresentano un sito seriale assolutamente unico. Caratterizzato dalla firma del Palladio, padre dello stile che più ha influenzato l'architettura dei tre secoli successivi nel mondo occidentale, brand estremamente riconoscibile quindi dallo straordinario appel, il nostro sito UNESCO è allo stesso tempo estremamente complesso, perché frammentato in 23 monumenti e 24 ville sparse in un territorio che coinvolge la Regione, sei Province, 21 Comuni, 5 soprintendenze, enti, associazioni e un discreto numero di proprietari privati. Di qui la difficoltà di affinare un coordinamento oggi più che mai indispensabile per promuovere il sito in modo unitario, dai biglietti ai trasporti, dagli orari di apertura ai servizi di accoglienza, sulla falsariga di ciò che da molti anni fa ad esempio il sito dei castelli della Loira”.
Ecco perché non si è ancora riusciti ancora a  “vendere” un'immagine coordinata del sito, fatta eccezione per il buon lavoro fatto nel territorio provinciale dal consorzio Vicenzaè. Ecco perché, come appare dallo stesso rapporto, le entrate relative ai visitatori risultano estremamente basse (1% delle risorse), indice di un numero di visitatori ancora troppo contenuto rispetto alle reali potenzialità del sito.
Sempre sul fronte delle risorse, il vicesindaco ha evidenziato come sia sostanzialmente il Comune a investire più di tutti gli altri attori (63% delle risorse) per mantenere integro il sito con interventi che riguardano non solo il singolo monumento, ma l'intero ambito cittadino.
“In realtà, essendo Vicenza un Comune dai conti assolutamente in regola, potremmo fare molto di più. – ha commentato Bulgarini – Per questo motivo, come membri del consiglio direttivo dell'associazione Beni Italiani UNESCO chiederemo lo scomputo dal patto di stabilità delle spese per interventi strutturali sui siti UNESCO, oltre che nuove norme che ci assicurino maggior capacità di tutela del patrimonio mondiale di fatto affidato alle città”.
Quanto alle altre criticità, l'assessore ha ricordato la segnalazione nel rapporto dell'edificazione del complesso di Borgo Berga e della base americana Del Din, elementi potenzialmente negativi per il sito, mentre ha rilevato che l'interno patrimonio UNESCO ha superato senza eccessivi traumi l'alluvione del 2010.
Per spostare l'obiettivo del sito sul fronte della valorizzazione culturale e turistica, l'ufficio UNESCO, storicamente incardinato nel settore urbanistica, è stato assegnato al settore cultura e promozione della crescita, di comune accordo tra gli assessori Bulgarini d'Elci e Dalla Pozza.

Leggi tutti gli articoli su: Unesco, Jacopo Bulgarini d'Elci

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