Biodigestori: nessun compromesso da parte del mondo agricolo
Domenica 9 Febbraio 2014 alle 09:40 | 0 commenti
Coldiretti V icenza - Il presidente Martino Cerantola: "il cibo è vita. Produciamo energia con le sostanze di scarto"
Il dibattito sui biodigestori torna di grande attualità . E Coldiretti intende non solo ribadire la propria posizione di contrarietà allo spreco di mais per produrre energia, ma soprattutto sollecitare la Regione Veneto ad assumere il ruolo di verifica dei presupposti per le nuove installazioni, nel rispetto del territorio.
L'utilizzo di cibo per finalità diverse da quelle alimentari, finirà per rendere insufficienti le produzioni agricole a sfamare il mondo intero. "Non abbiamo mai nascosto di non essere contrari ai biodigestori - spiega il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola - ma riteniamo inconcepibile che per produrre energia utilizziamo elementi nobili e preziosi per l'alimentazione, quali il mais. La speculazione non può giustificare questo modo di agire, tanto più che quantitativi inimmaginabili di liquame potrebbero essere proficuamente impiegati allo stesso fine, quindi per produrre energia a partire da sostanze di scarto". È chiara ed inequivocabile, quindi, la posizione espressa da Coldiretti Vicenza, che sollecita e rivolge un forte appello alla Regione Veneto, affinché vigili più efficacemente sulla creazione degli impianti. "La Regione non può limitarsi alla verifica degli espletamenti burocratici - aggiuge il presidente Martino Cerantola - ma deve considerare tutti gli elementi in campo: territorio, produzioni locali, esigenze degli allevamenti del comprensorio e molti altri aspetti fondamentali per determinare la compatibilità dell'installazione dell'impianto di biodigestione con il territorio in cui lo stesso dovrebbe insistere". Produrre cibo per trasformarlo in energia per Coldiretti non è eticamente corretto. Ma dietro a questo business, per niente nascosto ed insospettabile, ci sono dinamiche speculatorie del mercato pericolosissime. "Il prezzo dei terreni, per effetto di queste attività - prosegue il presidente Martino Cerantola - subisce delle variazioni che confondono letteralmente l'economia agricola, mettendo in seria difficoltà chi produce da agricoltore, quindi riconoscendo al cibo il suo nobile valore. È evidente che in materia occorre porre una regolamentazione chiara, per evitare che la le legge venga raggirata ed utilizzata abilmente per sconvolgere gli equilibri di mercato". Non sono rari, infatti, anche nel nostro territorio, i casi di agricoltori coinvolti da società nate al solo fine di fare facili guadagni, in quanto tale attività deve essere condotta da Imprenditori agricoli a titolo principale. "Non possiamo tollerare che il mondo agricolo venga strumentalizzato - conclude il presidente Martino Cerantola - per convertire i terreni in casseforti di denaro facile, con il rischio altissimo che i prodotti di campo, nel giro di pochi decenni, scompaiano del tutto e minando gravemente gli allevamenti, che non avranno più a disposizione alimenti idonei e sani per l'alimentazione animale".
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