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Bassano soprannaturale. 2/Berrettoni al centro di tutto

Di Marco Polo Mercoledi 26 Marzo 2014 alle 20:35 | 0 commenti

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Emanuele Berrettoni è il leader a tutto tondo del Soccer Team. Di fatto incarna alla perfezione la figura del regista offensivo, su di lui Mario Petrone ha costruito il «miracolo giallorosso». Ma dall’alto della sua esperienza il Genio è in grado di giudicare e approfondire molteplici aspetti di un’annata che ha del soprannaturale. Il Bassano capolista, in lotta per laurearsi campione, ha tanti segreti seminati qua e là. Tutto iniziò quando il mister convinse il capitano a restare…

«Ho sempre avuto il brutto vizio di mettere la squadra davanti agli interessi personali – rimarca il numero 10 a chi gli chiede se stia pensando ad incrementare il bottino di gol (10) stagionale – e devo confessarmi come quest’anno servire assist mi ha dato una soddisfazione ben più grande del consueto. È impagabile vedere il sorriso di questi ragazzi stampato in volto dopo un gol. Sono contento e orgoglioso di rivestire il ruolo di punto di riferimento in campo e nello spogliatoio. Mi è sempre piaciuto prendermi certe responsabilità e, vi confesso, il piacere di farlo in quest’annata così particolare mi sta dando un’emozione mai provata in precedenza. Prima che un gruppo di calciatori siamo un gruppo di persone e io sto davvero alla grande nel condividere la vita di spogliatoio con questo gruppo».

Per Berrettoni non c’è stato un momento particolare in cui collocare la svolta del torneo. La sua disamina trova completamente d’accordo chi scrive in quanto fin dall’inizio (rimonta casalinga con il Rimini, recupero con rimpianti a Porto Tolle, vittoria gettata e poi recuperata contro la Spal) i giallorossi hanno denotato le peculiarità che gli hanno portati nella serie C unica con cinque turni d’anticipo: «Non riesco ad individuare un momento in cui ho iniziato a pensare che si poteva vincere il campionato o, quantomeno, lottare per farlo. Ricordo invece che nei quotidiani confronti con il mister che si notava come tutto il gruppo pedalasse senza sosta, che non c’era mai una parola fuoriposto, che in campo eravamo sempre belli pimpanti e cazzuti. Sicuramente è servito anche iniziare quasi una settimana prima degli altri, almeno a livello fisico. Eppoi non dimentichiamo che, se pur la maggioranza della rosa non aveva disputato tornei da protagonista e da qui lo stupore per ciò che stiamo realizzando, in questa squadra c’è tanta qualità. Solo serviva il modo per farla sbocciare». Di fatto era necessario che ai piedi del Grappa prendesse il timone Mario Petrone, due esempi su tutti sono Iocolano e Maistrello: «A causa delle nuove regole Simone, a 24 anni, non è più un ragazzino ma erano anni che non giocava e praticamente non aveva mai segnato – continua il fantasista –. Il mister è stato bravo a metterlo nelle condizioni tattiche e mentali ideali per esprimere le sue qualità eppoi ha anche avuto la fortuna di ritrovarsi nel gruppo giusto. Tommy invece ha una storia un po’ differente. Intanto è più giovane e in secondo luogo dico che non appena prenderà coscienza del potenziale che ha farà un salto di qualità che lo porterà molto in alto. Loro due sono i casi più eclatanti ma da capitano vi dico che ho visto tutti crescere in maniera esponenziale, anche i ragazzini che si allenano con noi come Bizzottino (Stefano Bizzotto) e Bortot. Cito ancora Iocolano ma anche Proietti. Chi ha visto la partita con la Pergolettese si è reso conto di come sono entrati in campo. Hanno cambiato il volto del match, alla fine erano contenti come se fossero partiti titolari. Io dubito che in un altro contesto avrebbero fatto lo stesso, tecnicamente e moralmente». Mario Petrone  il tecnico che ha cambiato per sempre il volto ad una società sempre protagonista ma mai vincitrice. Tra i meriti del tecnico del «miracolo giallorosso» anche l’aver convinto lo stesso Berrettoni a rimanere nonostante le sirene di formazioni blasonate che in estate hanno cantierizzato un progetto a lungo termine: «In effetti in estate l’idea di accettare alcune lusinghe l’ho avuta – continua Berrettoni – visto che qui l’idea era quella di chiudere baracca. È stato il mister a farmi cambiare idea, non so come abbia fatto ma già in estate aveva previsto tanto di ciò che sarebbe successo in seguito. Io mi son fidato di lui».

Foto Roberto Bosca 

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