Quotidiano | Categorie: Danza e ballo

Bassano, Stellario di Blasi presenta un working progress

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 5 Febbraio 2016 alle 16:17 | 0 commenti

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Operaestate Festival Veneto 
Proseguono le residenze artistiche al CSC Garage Nardini di via Torino, a Bassano del Grappa, che questa settimana ha accolto il giovane coreografo siciliano Stellario di Blasi, per portare avanti il suo ultimo progetto coreografico CARIDDI - MARI NUN CI N’É CHIÚ, che verrà presentato in forma di studio domenica pomeriggio al Garage Nardini. Che fine ha fatto lo Stretto di Messina e le millanta storie che lo decantano?

“Munnizza”, non resta nient’altro –scrive Di Blasi- non c’è acqua, né pesce, né venti, né tuffi, né mostri: perfino i miti locali sono migrati per la crisi e la secchezza da questo luogo surreale e disastrato.

 

Non resta che un ponte sospeso da attraversare, simbolo del tempo e di un possibile mutamento.

Una speranza e una salvezza all’orizzonte, nel punto dell’assoluto in cui chimere e utopie si

mescolano all’interno del reale. È in questo contenitore che Cariddi, gorgo marino, accerchia il tentativo del rischio per un possibile cambiamento. Il progetto mira a essere un piccolo monito sulla situazione economica ed ecologica dei nostri giorni. Un messaggio metaforico che vuole essere sintomo di riflessione in primis sui danni ambientali causati dall’azione diretta dell’uomo e delle sue attività. Attraverso l’esperienza del mito si vuole raccontare un ipotetico e forse realistico prossimo futuro che si trasforma creativamente in un immaginario catastrofico che paradossalmente tutti subiscono, persino la storia e la mitologia. Così Cariddi, mostro e gorgo marino della costa Siciliana, ha le ore contate… si ritrova in solitudine a vagare in un territorio oramai irriconoscibile, luogo che un tempo, fu crocevia di storia e di vita. Si aggira, Cariddi, in mezzo a detriti in putrefazione… l’aria arida con il suo odore malsano rivela uno stato degente nell’interno e all’esterno dell’essere e cui nessuno potrà più sottrarsi. È costretta a flebo di acqua marina come ossigeno da dosare, tutto ciò che rimane di un fiume mare del quale un tempo, assieme a Scilla, ne era padrona; sono cartucce che con le ultime lacrime, potrebbero segnare la sua fine. Ultime gocce di un mare che riassorbiva e risputava, in cui si divertiva a passare le giornate, un mare che era il suo nutrimento, la sua essenza perché a esso apparteneva e da esso traeva la vita. Adesso, si prepara a non cedere e ad affrontare il viaggio di un inizio.

 

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti. 


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