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Bassano regge in vetta. Ma è sempre più dura

Di Marco Polo Lunedi 25 Novembre 2013 alle 22:32 | 0 commenti

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Scrutare la classifica dopo tredici giornate di campionato è un giochino buono per crogiolarsi facendo due chiacchiere sullo sport nazionale. Però ci sono un paio di elementi che si stanno facendo piuttosto evidenti e che ci dilettiamo a sviscerare assieme a voi. Il primato dei giallorossi, esattamente cinque anni dopo (ottobre 2007) il sinistro di Zattarin che permise di sconfiggere il San Marino al Mercante proiettando il Soccer Team al comando solitario della graduatoria, riempie d’orgoglio la proprietà e l’ambiente soprattutto perché ottenuto con la squadra più giovane dell’era Diesel.

Riavvolgiamo il nastro della memoria tornando al 13 ottobre 2007, questa la formazione scesa in campo contro i biancazzurri: Peresson; Basso, Zattarin, Pavesi, Minardi; Mazzoleni (Benetti), Pirri, La Canna (Beccia); Lorenzini, Berrettoni, Cesca (Zubin). All: Glerean. Nel San Marino militavano, tra gli altri, Longobardi, Dei, Evangelisti e Chiopris Gori. Il San Marino passa in vantaggio con Longobardi, un rigore di Berrettoni riequilibria  l’incontro ed infine è un sinistro di Zattarin a metà ripresa, sulla porta di destra guardando il campo dalla tribuna principale, a porre il sigillo sulla prima vetta solitaria del Bassano nei professionisti. Fu un’estasi a lungo agognata. Adesso le cose sono piuttosto diverse, essere primi o ottavi alla fine dell’anno sarà indifferente e quindi lo scettro del primato ha perso un po’ del suo invitante luccichio. In ogni caso ai tifosi giallorossi fa tanto piacere lo stesso perché hanno capito e apprezzato quanti sforzi sono stati necessari da tutti quelli che lavorano, in campo e fuori, per far in modo che un gruppo così giovane potesse guardare tutti dall’alto in basso, assieme al Santarcangelo. Unità d’intenti, feroce determinazione, preparazione tattica, bontà del mercato condotto da Werner Seeber, maturazione di diversi prospetti svezzati dal vivaio bassanese, il contributo a 360° del leader Berrettoni il tutto impastato dalle mani e dal cervello di Mario Petrone: sono queste le componenti che hanno portato lassù i giallorossi per quello che, fino a questo momento, è un vero e proprio miracolo calcistico. È molto probabile che possa arrivare un periodo più difficile, qualsiasi squadra da che mondo e mondo attraversa un fisiologico periodo di appannamento nell’arco di un campionato. Ma anche in quel frangente non dovranno venire meno le certezze che si sono cementate in questi mesi e l’onestà intellettuale di rimarcare come quest’anno non si possa muovere alcuna critica strutturale alla società di via Piave.

 

All’occhio. Fin qui tutte cose belle. Ma condividiamo con gli utenti una breve ma vigorosa scossa di adrenalina. Il giochino consiste nel mettersi nei panni del Porto Tolle, ad esempio. I polesani, a differenza di Bra o Castiglione, hanno investito parecchio forti di una potenza economica non indifferente, rinunciando a ricorrere all’età media, per evitare di correre rischi al debutto tra i professionisti nell’ultimo campionato di C2 della storia. Ed invece, contro ogni pronostico, si trova dopo tre mesi di campionato appeso ad un filo. Il cambio di mister, dallo storico Zuccarini a Favaretto, ha prodotto subito una vittoria (contro il Mantova) ma l’effetto è svanito nel successivo incontro  casalingo con il Bellaria, solo un pari. In copertina Furlan e Proietti a caccia del pallone (foto Roberto Bosca)Pensiamo dunque all’attesa che ha preceduto la trasferta di Rimini, i biancazzurri conducevano fino al 84’ salvo poi subire il pari e il gol della sconfitta al 90’. Risultato: gap dall’ottavo posto allargato da -8 a -9. Ma non c’è limite al peggio.

 

In rimonta. Tutto può cambiare in fretta, prendiamo la Pergolettese che è stata la formazione che più ha impressionato (con quel Bardelloni lì…) si trova solo a +2 dalla soglia critica. Però a far stare in ansia gli ex giallorossi Caciagli, Ghosheh, Ferretti, Bertoli, Segato nonché mister Favaretto – ed in parte anche lo stesso Bassano – c’è una considerazione: le più immediate inseguitrici al treno salvezza sono le rilanciate Mantova e Spal. Lombardi ed emiliani hanno storia, blasone e rispettivi organici da prime posizioni. Non ci vuole un genio per capire che formazioni di questo tipo, una volta trovata la quadratura del cerchio, sono destinate ad infilare un filotto di punti e ad attestarsi nella parte sinistra della classifica (attenzione anche ad Alessandria e Cuneo). Lo stesso Bassano, dicevamo prima, ha un occhio di riguardo per questa situazione perché un conto è difendere da qui a maggio sette punti di vantaggio su un Renate o una Virtusvecomp, con tutto il rispetto, un altro da un Mantova e una Spal che hanno anche la capacità finanziaria di intervenire pesantemente sul mercato di gennaio. Ed in C1, dove comunque vada non si retrocede, potrebbero esserci mercanti disposti a mettere sul piatto i loro pezzi pregiati in cambio di monete sonanti, lucrando sulla disperazione e disponibilità economica altrui. Per carità, un posto salvezza lo mette in palio anche la lotteria dei playout. Lo scorso anno quel treno fu preso da un Rimini che si sbarazzò di Valle d’Aosta e Gavorrano. Peccato che, ora come ora, tra i papabili in lotta per gli spareggi salvezza ci sono Alessandria, Cuneo, Forlì…non è proprio la stessa cosa.

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