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Bassano, Paolo Meneghetti aprirà l'evento "Manuale di (R)esistenza"

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 19 Aprile 2016 alle 15:31 | 0 commenti

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Nota di Paolo Meneghetti, critico d’estetica contemporanea
Domenica 24 aprile alle ore 10.00, presso la Villa “S.Giuseppe”, sita a Bassano del Grappa in Via Ca’ Morosini n°41 il critico d’estetica contemporanea Paolo Meneghetti aprirà (con un discorso di circa 10 minuti) l’Evento sia d’arte sia di cultura "Manuale pratico sulla (R)esistenza". Egli in particolare citerà le opere esposte e le performances in programma, allacciandole alla resilienza, tramite la natura del camminare. Il Manuale pratico sulla (R)esistenza costituisce un Evento diretto dal Collettivo I-ART, formatosi a Bassano del Grappa per iniziativa di più “creativi”. Il programma generale prevede mostre d’arte contemporanea, musica live, performances di cucina, laboratori di fumetto, proiezione di cortometraggi ecc... .

Alle ore 17.00, Paolo Meneghetti inoltre terrà una conferenza a voce (di circa 60 minuti) sulla decostruzione di Jacques Derrida, in riferimento alla poesia di Paul Valery. Il suo discorso partirà da questa domanda: Quanto si può intendere la metafisica, nella propria “sete” per la Verità?
L’appuntamento sarà fra le stanze della Villa S.Giuseppe. Il pubblico accederà gratuitamente, in tutti gli eventi per il Manuale pratico sulla (R)esistenza. Durante la sua conferenza, Paolo Meneghetti proietterà alcune immagini (da opere d’arte). Esse concettualmente rimanderanno al tema della fonte, secondo Jacques Derrida e Paul Valery.
Ha scritto Paolo Meneghetti, nel testo della sua conferenza:
"Paul Valery provò a tradurre in poesia la metafora linguistica per cui noi abbiamo “sete” di Verità, quando i pensieri sono trasparenti (come l’acqua). Il filosofo Jacques Derrida cita il verbo psicanalitico binden, traducibile dal tedesco in legare, stringere, imbavagliare, bendare ecc… Sarà la deviazione di qualcosa, nel proprio rimpiazzarsi. I giri d’un allacciamento, d’una stretta, d’un bavaglio, d’una benda ecc… comportano una certa pressione, così da “sfogarsi”. Per Derrida, deviare è anche dis-taccare. Qualcosa che permette il “rimpiazzo” d’un allacciamento. Ogni fonte è tale solo nella deviazione (nel corso) di sé, conducendo così al torrente, e poi al fiume. Allora quanto la “sete” della Verità letteralmente deriverà da uno “sfogo” per il rimpiazzo del mondo materiale (caduco) su quello “celeste” (universale)?"


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