Bassano, ora serve l'esperienza
Mercoledi 12 Marzo 2014 alle 23:23 | 0 commenti
Daniel Semenzato con i suoi 27 anni è uno dei giocatori più esperti della rosa di Petrone. Il terzino ha vissuto situazioni importanti nella sua carriera trascorsa con addosso maglie pesanti. Tutto ciò che ha appreso – anche con la casacca nerazzurra dell’Inter – lo sta mettendo a disposizione del gruppo nel momento topico del campionato: «Il rischio di prendere sottogamba la situazione perché abbiamo tanti punti di vantaggio e affrontiamo l’ultima della classe c’è. Ma sarebbe l’errore più grande che potremmo fare». E poi parla del futuro.
Da giovane e rampante terzino destro Daniel Semenzato è stato aggregato alla prima squadra dell’Inter. La formazione nerazzurra allenata da Roberto Mancini vinse sul campo la coppa Italia, si piazzò terza in campionato dietro la Juve e il Milan ma a maggio il calcio italiano venne sconquassato dalla vicenda Calciopoli. Di riffa o di raffa (a tavolino), al pari di Leonardo Bonucci, anche lui presente nella rosa interista, dunque, Semenzato può fregiarsi di aver vinto addirittura uno scudetto oltre alla suddetta coppa Italia e ad una Supercoppa Italiana (vinta contro la Roma). Un palmares spettacolare per uno che ad agosto era ancora disoccupato. Poi nella carriera del terzino trevigiano ecco il Portogruaro (2 presenze e playoff vinti contro il Bassano, damnation), Venezia, Frosinone (18 presenze in serie B), Cittadella, Como, Cremonese, Lecce e Treviso. E proprio la parentesi salentina ricorda da vicino al terzino l’attuale momento, guarda caso, con addosso un’altra casacca giallorossa: «Lo scorso anno il Lecce militava in C1 con una squadra retrocessa dalla serie A sul campo e spedita in C nell’ambito di un procedimento disciplinare – spiega Semenzato – edopo circa due mesi e mezzo avevamo accumulato ben 8 punti di distacco sulla seconda. Di fatto eravamo una squadra che poteva giocarsela in serie A che si confrontava con squadre di serie C. Inconsciamente qualcuno ha iniziato a mollare, a non pestare più duro come prima. E più che la squadra, l’impressione che ho avuto è che sia stato qualcun altro a prenderla in modo sbagliato. A dicembre su sei partite ne abbiamo perse 5 e lì è stata compromessa la promozione». In effetti l’analogia può starci ma con sostanziali differenze: «Questo Bassano è composto da tanti giovani che per definizione hanno poca esperienza e quindi non si sono mai trovati a gestire una situazione del genere. C’è quindi il rischio subdolo che qualcuno possa già sentire in tasca la vittoria del campionato. Ed invece non è così, bastano un paio di partite storte e verrebbe rimesso tutto in discussione. Spetta ai giocatori che hanno accumulato più esperienza, oltre che allo staff tecnico ovviamente, far passare a tutti i componenti della rosa questi concetti. Il calo fisico di Alessandria? Beh innanzitutto la sconfitta è piuttosto bugiarda perché il pareggio sarebbe stato il risultato più corretto, quindi non si può dire che siamo andati completamente in difficoltà . Secondo può essere che il primo caldo possa giocare uno strano scherzo a qualcuno. Non ne farei però un caso». Tornando alla sfida con l’Alessandria si può affermare che i padroni di casa hanno creato dei pericoli con semplici palloni alti in avanti. L’episodio del 2 a 1 va in fretta derubricato come infortunio, tuttavia in diverse situazioni, vedi primo gol, la difesa non è parsa irreprensibile: «Bisogna dire che il centravanti Marconi è stato davvero bravo a giocare di sponda. Però si, è vero, dovevamo stare più attenti».
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Coronare un sogno. Tutta Bassano sta spingendo i giallorossi verso quello che sarebbe un traguardo magnifico e storico nello stesso tempo:«Noi siamo partiti per entrare tra le prime otto e dimostrare di valere la serie C unica. Strada facendo abbiamo dimostrato di avere dei valori importanti, grazie alle prestazioni abbiamo conquistato tantissimi punti, guadagnato la fiducia della gente e riacceso l’entusiasmo nella proprietà . Sono soprattutto le prestazioni di cui siamo stati capaci a dire che meritiamo di arrivare primi. È chiaro che arrivare primi o ottavi è indifferente per il salto di categoria ma per l’orgoglio, il palmares e la soddisfazione di tutte le componenti che ho citato prima, abbiamo una voglia matta di tagliare per primi il traguardo». La ricetta migliore per arrivare in fondo con i pugni al cielo è quella di battere il fanalino di coda Bra. Al Mercante ci hanno quasi tutti rimesso le penne, playoff esclusi l’ultima formazione ad aver violato il Mercante è stato il Savona nel famoso match del 2 dicembre 2012 condizionato dall’espulsione di Bertoli dopo una manciata di minuti,  ed il Bra fuori casa ha collezionato un en plein di sconfitte: «Tutto vero però abbiamo già visto contro Bellaria e Castiglione come anche avversarie sulla carta abbordabili, o già retrocesse come nel caso dei piemontesi, possano diventare pericolose bucce di banana sulle quali scivolare. E noi non possiamo proprio permettercelo».
Futuro. Dopo l’appello di Mario Petrone, anche Daniel Semenzato dice la sua: «Qui si sta creando qualcosa di importante che sarebbe auspicabile portare avanti. Io sono a disposizione, attendo solo una chiamata, se il progetto continua sarei più che contento di rimanere».
Foto Roberto BoscaÂ
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