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Autoritarismo incalzante e democrazia calante: basta il suffragio universale?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 26 Luglio 2014 alle 14:25 | 0 commenti

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In questi giorni incalzano le polemiche su una possibile deriva delle Istituzioni democratiche verso un autoritarismo resp visibile dagli out out di Giorgio Napolitano anche al presidente del Senato Pietro Grasso e dal decisionismo accentuato di Matteo Renzi il cui ultimo esempio è nel titolo odierno di La Repubblica: «Renzi ai sondacati: sì a Alitalia - Etihad. O 15mila a casa».

Che si debbano evitare a vantaggio dell'efficienza le pastoie e le  melme delle trattative millenarie è indubitabile ma che si debba decidere solo in base al categorico "prendere o lasciare" senza esaminare alternative e mediazioni (mediazioni tra esigenze non compromessi, pessima parola in Italia, tra interessi) è una pericolosa scorciatoia verso le decisioni di pochi, i potenti, che subiscono in molti, il popolo.

In una parola è autoritarismo.

Ma identificare nelle "trame" di Napolitano o nelle spacconate di Renzi gli unici sintomi di un autoritarismo incalzante a svantaggio di una democrazia calante è un errore grossolano.

Perché altrettanto autoritari, e poco autorevoli, sono Silvio Berlusconi, che impone i suoi diktat a forza di benefit e vantaggi ai suoi sudditi, e Beppe Grillo che contro chi non è d'accordo con lui agita consultazioni con poche decine di migliaia di simpatizzanti e, nel caso di flop virtuale nella forma ma reale nei fatti, scomunica i dissenzienti più dei papi del Medio Evo.

E sempre più autoritari sono gli imprenditori che a sindacati sempre più asserviti urlano alla Marchionne: o così o... pomì! 

Ma autoritari sono anche i piccoli e non solo i suddetti grandi della politica e dell'impresa andando da un Mauro qualunque che, persa la comoda poltrona da ministro, non esita a fondare l'ennesimo micro partito, sperando di rientrare in successive spartizioni di potere a botte di scambi (voti per careghe), fino al negozio sotto caso che a chi vuol lavorare mette le solite condizioni: che so cameraman per tv locali a 5 euro l'ora...

In certi casi esplode l'antidemocrazia, sempre vince lo sfruttamento.

Il peggiore oggi, come nel Medio Evo, è quello che nasce dall'ignoranza.

In cui ci tengono nascondendoci notizie o propinandoci false verità aiutati in questo dall'abuso del web, un grande contenitore in cui, però, si può riversare di tutto se si smarrisce il concetto che la qualità dell'informazione non nasce solo dalla quantità dei post ma dalla loro verificabilità.

La grande opportunità o scommessa, di questo passo, tra  autoritarismi montanti e metodi di discussione democratica calanti, in sostanza legati a un'ignoranza incalzante, è il dover e  poter ridiscutere del senso delle democrazia rappresentativa e del suffragio universale.

Tra il voto riservato a tutti e le decisioni prese da pochi potrebbe esserci e dovremmo cercare una via di mezzo puntando all'utopia del tutti informati e abili a decidere chi delegare.

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