Quotidiano | Categorie: Sanità

Autistici, muro del silenzio da abbattere: lo scrive e lo racconta papà Nicoletti

Di Angela Mignano Domenica 14 Aprile 2013 alle 17:00 | 6 commenti

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Dall´autismo non si guarisce, lo scrive Gianluca Nicoletti nel suo libro "Una notte ho sognato che parlavi", e ne ha spiegato il perché ieri un una Sala degli Stucchi piena di genitori e parenti di autistiche oltre che di esperti raccontando la storia di Tommy e del suo rapporto con il padre, proprio l'autore. La serata è stata organizzata organizzata dalle associazioni di volontariato dopo i tremendi fatti di Barbarano Vicentino per i quali sono state arrestate due operatrici scolastiche che avevano picchiato uno studente autistico.

Nella storia di Tommy, raccontata dal padre scrittore, si sono riconosciuti i presenti che testimoniavano di persona le difficoltà che vivono le 400mila famiglie italiane toccate in Italia dal problema. Di essere padri e madri di un bambino che cresce chiuso per sempre nel suo mondo e col quale convivono da gemelli siamesi, sapendo che mai sarà un intellettuale ma che potrà fare un qualche lavoro se ci sarà una struttura in grado di supportarlo. Gianluca Nicoletti con Ario Gervasutti, moderatore, e Sonia Zen dell'Angsa, dopo la presentazione di Achille Variati, ha raccontato l´indignazione provata per un educatore che fuma davanti a Tommy e per assistenti domiciliari impreparate, la lotta con il Comune di Roma per avere uno spazio e l'amara sorpresa di avere a che fare con la scarsa sensibilità sociale di assessori che cancellano con un tratto di penna aiuti e speranze per le famiglie . «Il 92% degli autistici vive in famiglia», ha ricordato Sonia Zen, generando sofferenze anche per i figli sani che crescono accanto a quel fratello silenzioso con genitori e parenti di qualche che, oltre a qualche ora di pace, hanno un piccolo grande sogno: che quel ragazzo finalmente parli.


Commenti

Emanuela Borrelli
Inviato Lunedi 29 Aprile 2013 alle 08:59

Mi riconosco anch'io... grazie per la testimonianza che facilita la sensibilizzazione e la conoscenza anche da parte di chi non è toccato direttamente dall'autismo, ma non può chiamarsi fuori; perché sarebbe da irresponsabili attribuire solo alla famiglia una consapevolezza così importante e determinante per cercare di migliorare la qualità della vita di queste persone e delle rispettive famiglie, che vivono imprigionate in una realtà resa ancora più difficile dalla mancanza di servizi idonei e dall'ignoranza e dall'indifferenza che ci circonda.
Emanuela Borrelli
Inviato Lunedi 29 Aprile 2013 alle 08:59

Mi riconosco anch'io... grazie per la testimonianza che facilita la sensibilizzazione e la conoscenza anche da parte di chi non è toccato direttamente dall'autismo, ma non può chiamarsi fuori; perché sarebbe da irresponsabili attribuire solo alla famiglia una consapevolezza così importante e determinante per cercare di migliorare la qualità della vita di queste persone e delle rispettive famiglie, che vivono imprigionate in una realtà resa ancora più difficile dalla mancanza di servizi idonei e dall'ignoranza e dall'indifferenza che ci circonda.
Emanuela Borrelli
Inviato Lunedi 29 Aprile 2013 alle 08:59

Mi riconosco anch'io... grazie per la testimonianza che facilita la sensibilizzazione e la conoscenza anche da parte di chi non è toccato direttamente dall'autismo, ma non può chiamarsi fuori; perché sarebbe da irresponsabili attribuire solo alla famiglia una consapevolezza così importante e determinante per cercare di migliorare la qualità della vita di queste persone e delle rispettive famiglie, che vivono imprigionate in una realtà resa ancora più difficile dalla mancanza di servizi idonei e dall'ignoranza e dall'indifferenza che ci circonda.
Emanuela Borrelli
Inviato Lunedi 29 Aprile 2013 alle 09:00

Mi riconosco anch'io... grazie per la testimonianza che facilita la sensibilizzazione e la conoscenza anche da parte di chi non è toccato direttamente dall'autismo, ma non può chiamarsi fuori; perché sarebbe da irresponsabili attribuire solo alla famiglia una consapevolezza così importante e determinante per cercare di migliorare la qualità della vita di queste persone e delle rispettive famiglie, che vivono imprigionate in una realtà resa ancora più difficile dalla mancanza di servizi idonei e dall'ignoranza e dall'indifferenza che ci circonda.
Emanuela Borrelli
Inviato Lunedi 29 Aprile 2013 alle 09:01

Mi riconosco anch'io... grazie per la testimonianza che facilita la sensibilizzazione e la conoscenza anche da parte di chi non è toccato direttamente dall'autismo, ma non può chiamarsi fuori; perché sarebbe da irresponsabili attribuire solo alla famiglia una consapevolezza così importante e determinante per cercare di migliorare la qualità della vita di queste persone e delle rispettive famiglie, che vivono imprigionate in una realtà resa ancora più difficile dalla mancanza di servizi idonei e dall'ignoranza e dall'indifferenza che ci circonda.
Emanuela Borrelli
Inviato Lunedi 29 Aprile 2013 alle 09:04

scusate la ripetitività del commento ma credevo non fosse andato a buon fine dato che mi veniva richiesto di inserire nuovamente la parola...
Se potete cancellate l'esubero...
Buona giornata
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