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Attrezzature abbandonate al De Lellis: parla Veronese, Dalla Via un po' meno, Toldo muto

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 24 Marzo 2013 alle 15:32 | 1 commenti

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Veronese, associazione Communitas: "Vogliamo la catalogazione". Dalla Via: "Se inutilizzati, vanno venduti o donati". Toldo silente

Non si sono fatte attendere le reazioni al fotoservizio pubblicato sul n. 249 di VicenzaPiù che documentava la presenza, nell'ospedale non più ospedale di Schio, di numerosi macchine, attrezzature e dotazioni medicali non utilizzate. Ci chiedevamo (e lo chiedevamo al neodirettore generale dell'Ulss 4 Daniela Carraro) se non si trattasse di uno spreco di denaro pubblico e se tali apparecchiature non potessero essere destinate al nuovo ospedale unico dell'Alto Vicentino o quantomeno a qualche struttura sanitaria di un paese povero o in via di sviluppo.

In attesa della risposta del direttore generale (chiesta ufficialmente ma non ancora pervenuta alla nostra testata, come da servizio in questa pagina), i commenti non mancano. A partire da quello di Pietro Veronese, animatore dell'associazione Communitas, da sempre contraria alla realizzazione del nuovo ospedale tramite il progetto di finanza e alla dismissione del vecchio De Lellis di Schio. "Proprio su questo aspetto dell'intera vicenda nuovo ospedale - spiega - avremmo dovuto incontrare l'ex direttore generale Ermanno Angonese, ora però passato all'Ulss 6 Vicenza. Chiederemo un incontro alla Carraro, perché sarebbe opportuno che fosse resa nota una catalogazione di tutto ciò che è rimasto inutilizzato all'interno dell'ospedale di Schio. In un articolo del gennaio 2008 avevo già posto alcune domande, affermando che l'Ulss, a causa dei vincoli imposti dal project financing, sarebbe stata costretta a comprare tutte le apparecchiature per il nuovo ospedale di Santorso". C'è il sospetto che sia andata veramente così. "Noi siamo ovviamente preoccupati per l'onere economico nel suo complesso, destinato a pesare per anni sulle casse pubbliche dell'Ulss 4: si parla di 13 milioni di euro l'anno per il canone di disponibilità della struttura (in pratica una specie di rata di affitto) e per i tre canoni di noleggio delle macchine medicali, dell'arredo e del sistema di informatizzazione. Da questa cifra, di per sé già altissima, sono esclusi gli oneri per l'appalto dei servizi non sanitari (parco macchine, mensa, call center, manutenzioni eccetera) e quelli per la gestione degli spazi commerciali e dei parcheggi. A queste preoccupazioni se ne aggiunge un'altra: temiamo che la probabile rinegoziazione del contratto possa far salire a 20 milioni la quota dei canoni di disponibilità e di noleggio, a fronte di un taglio di 9 milioni previsto nel 2013 dal bilancio regionale. Ci chiediamo come farà l'Ulss a far fronte ai suoi impegni di spesa: sarà costretta a ridurre i servizi?".
Nel 2006 Communitas fece un esposto alla Corte dei Conti: l'associazione attende ancora una risposta e non esclude nuove integrazioni da sottoporre ai giudici contabili. La battaglia, sul fronte dei conti pubblici, non è insomma ancora conclusa, anzi.
Anche il sindaco di Schio Luigi Dalla Via interviene sulla questione delle apparecchiature rimaste all'interno del De Lellis, ma non si sbilancia più di tanto. Ha visto il nostro fotoservizio, ma preferisce adottare la linea morbida: "Le attrezzature, se non più utilizzate - spiega - devono essere vendute o donate. Per quanto riguarda il monoblocco devo però dire che personalmente ho fatto diversi sopralluoghi al suo interno: non ho visto degrado e tutte le porte erano correttamente chiuse a chiave". Riferito dell'accorato dubbio che ci ha esposto a questo punto il nostro direttore, autore del fotoreportage là dove le porte non erano chiuse e "timoroso", quindi, che le porte chiuse celino altro ancora, Dalla Via ha allargato poi il discorso alle future destinazioni del vecchio ospedale: "Quando parliamo del De Lellis dobbiamo innanzitutto fare una distinzione chiara tra la piastra e l'edificio di sette piani. Se il monoblocco è infatti al momento inutilizzato, la piastra svolge invece un ruolo strategico nell'offerta di servizi al territorio, come un grande distretto sociosanitario. Qui infatti hanno sede servizi importanti e di utilizzo quotidiano: dai poliambulatori alla radiologia, dalla diabetologia alla riabilitazione, dal centro donna al punto prelievi e raccolta sangue, oltre ai servizi propri del distretto sociosanitario. La loro presenza qui è stata definita dal piano di potenziamento della sanità territoriale definito già nel 2008 ed è stata fortemente voluta dall'Amministrazione Comunale di Schio. In questi anni siamo sempre stati in prima linea nel chiedere che il piano venisse completato creando quel sistema di servizi diffusi senza il quale l'ospedale unico non può funzionare. Solo così infatti si assicura adeguata risposta alla domanda di sanità dei cittadini per tutti quei casi che non richiedono il ricovero a Santorso. Al momento molti servizi sono stati attivati. Ne mancano altri, tra cui la medicina di gruppo integrata e i posti letto dell'ospedale di comunità, che è però fondamentale vengano realizzati. E di questa richiesta continueremo a farci carico".
Il Comune di Schio promette quindi il massimo grado di vigilanza nei confronti delle future strategie dell'Ulss 4 in ambito di sanità territoriale. Se l'ospedale unico dell'Alto Vicentino è definito per acuti, significa che in altre strutture dovranno trovare posto i servizi per le medie e le basse intensità di cura e i posti letto del cosiddetto ospedale di comunità sono tra le priorità indicate dall'amministrazione comunale scledense. A detta del sindaco, dunque, numerosi progetti devono ancora essere avviati.
E il presidente della conferenza dei sindaci della Ulss 4 Alberto Toldo, nonché candidato al senato per la Lista Monti? Per ora da parte sua, pur se informato sulla questione, sollecitato e inseguito al telefono, nessun commento sulla vicenda delle apparecchiature. "Troppi impegni di lavoro", è la sua unica risposta.
Intanto i sindaci dell'Ulss 4 attendono ancora di conoscere nel dettaglio tutte le caratteristiche del contratto stipulato dall'azienda con i privati per la realizzazione del nuovo ospedale. È vero, un primo accordo sulla riduzione delle tariffe del parcheggio è stato raggiunto, ma i punti da chiarire sono ancora molti, per non parlare dei guasti, come quello recente ad alcune tubazioni, che secondo i sindacati (Usb in testa), sono troppi per una struttura nuova di zecca. I lavori sono stati eseguiti a regola d'arte? O si è puntato al risparmio? Tra le maglie del project financing forse si trovano queste ed altre risposte.


Commenti

Fedepre
Inviato Lunedi 25 Marzo 2013 alle 12:34

Troppi impegni di lavoro? Se un Presidente di una Conferenza dei Sindaci non risponde a lecite domande dei cittadini, siamo messi davvero male. Non si può seguire in maniera efficace un Comune, la Conferenza di 32 Comuni e essere pure Candidato per una lista. Bisogna essere umili, prendersi gli incarichi solo se poi si è in grado di seguirli fino infondo. Purtroppo la parola umiltà non esiste nella nostra classe politica. Sembra di vivere in una dittatura. Chi ha un incarico pubblico deve essere al servizo della collettività. Putroppo non è così, e questo è davvero triste.
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