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Aree dimesse e degradate, Rebecca: no a decisioni spot guidate da logiche immobiliari

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 4 Aprile 2014 alle 11:55 | 0 commenti

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Confcommercio Vicenza - Tempo scaduto per segnalare al Comune di Vicenza le aree dimesse e degradate presenti sul territorio della città e sulla cui destinazione futura l’amministrazione dovrebbe decidere in base ai nuovi indirizzi urbanistici delle Legge Regionale 50/12. Il 31 marzo scorso, infatti, il Comune aveva fissato il termine ultimo per raccogliere le indicazioni provenienti da eventuali soggetti interessati ad una riqualificazione delle aree.

Ed ora inizia l’iter con il quale Vicenza adeguerà il proprio strumento urbanistico, indicando le linee dello sviluppo del sistema commerciale. Una partita importante per il Capoluogo, perché in questa fase si potrebbero anche individuare  zone dove sarà possibile l’insediamento di grandi strutture di vendita.

“Ci aspettiamo che l’Amministrazione Variati colga questa occasione per formulare un’idea precisa di come dovrà essere l’evoluzione del commercio in città – interviene Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza – realizzando l’inderogabile saldatura tra lo sviluppo urbanistico e quello commerciale. Purtroppo questo disegno complessivo non l’abbiamo ancora visto e il rischio è che si perda un’occasione importante procedendo, come già avvenuto nei decenni passati, con decisioni spot che vanno incontro solo alla valorizzazione immobiliare di singole aree. Le conseguenze sono già ben evidenti sul territorio, dove oltre ai guasti ambientali dovuti alla cementificazione, si avvertono i danni di aver spostato gli assi commerciali fuori dalle vie tradizionalmente dedite al commercio, contribuendo a desertificare alcune zone del centro storico e dei quartieri a causa della chiusura di attività essenziali per il servizio di vicinato ai cittadini”.

Prima un progetto coerente e condiviso, dunque, poi la decisione su quali zone dismesse e degradate meritano un cambio di destinazione d’uso: questa la richiesta di Confcommercio Vicenza al Comune. “Invertiamo la logica che ha creato tanti disastri urbanistici e commerciali negli ultimi anni – è l’invito del presidente Rebecca –. Invece di “sfogliare la margherita” su chi accontentare con un cambio di destinazione d’uso, decidiamo fin da subito quali azioni  di rinnovamento urbano pensiamo di realizzare in città. Solo allora, e solo dove serve, diamo il via libera al commerciale”. D’altronde questo è anche l’obiettivo delle legge regionale 50/12, che punta a recuperare e riqualificare aree e strutture dismesse e degradate”favorendo gli interventi di consolidamento dei poli commerciali esistenti”.

Sulle zone dove questo consolidamento appare necessario, Confcommercio Vicenza ha le idee chiare, e sono state anche formalizzate  in una lettera inviata all’Amministrazione, nella quale l’associazione indica tre priorità. Rafforzare e dare continuità alla rete commerciale di prossimità che dal centro storico si estende lungo i principali assi di penetrazione alla città: viale della Pace, viale Trieste, viale Trento, corso San Felice, viale San Lazzaro, viale Verona e  viale Sant’Agostino. Creare dei veri e propri centri all’interno dei quartieri, individuando zone specifiche dove concentrare le funzione attrattive tra le quali, evidentemente, il commercio. Completare il risanamento del centro storico, a cominciare dal riuso dei molti (se ne contarono, solo alcuni mesi fa, ben 22) contenitori vuoti e da riqualificare, già individuati dall’Amministrazione.

Indicazioni, queste, che rientrano in una visione organica dell’Associazione, mirata a promuovere la crescita sostenibile del sistema commerciale, creando una rete distributiva efficiente e rafforzando il servizio di prossimità. “Se l’amministrazione Variati condivide questa impostazione, come auspico – conclude il presidente di Confcommercio Vicenza –, mi sembra logico che si apra al più presto un confronto. Sarebbe davvero anomalo e controproducente che il Comune prendesse decisioni, che avranno un notevole impatto sul futuro commerciale – e non solo -  della città, senza avviare un dialogo con chi di fatto rappresenta da sempre e in modo largamente maggioritario, le istanze del mondo del commercio vicentino”.


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