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Apre l'ala novecentesca di Palazzo Chiericati

Di Matteo Moschini Giovedi 10 Dicembre 2015 alle 17:10 | 0 commenti

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"La vera notizia è che tutto quello che vedete tra una settimana non ci sarà più." sono le parole del vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini D'Elci, davanti ai residui di spazzatura e di macerie del cantiere aperto nell'ala novecentesca di Palazzo Chiericati. Un cantiere che sta per compiere il proprio destino, al punto che già venerdì prossimo, 18 dicembre, sarà inaugurata la prima esposizione temporanea nella nuova ala del palazzo, in cui sarà esposto il lascito Ghiotto, un patrimonio artistico del valore di 800mila euro e che fino a oggi è stato chiuso e inaccessibile nei magazzini del comune.

"Un progetto che in qualche momenti ci ha fatto disperare", commenta l'assessore alla cura urbana Cristina Balbi, perché andava concluso entro quest'anno per avere accesso al finanziamento europeo, ma si è rivelato logisticamente molto complesso."

Un'opera di rinnovamento e restituzione del patrimonio artistico della città ai vicentini, che da Aprile, quando saranno conclusi definitivamente i lavori potranno vedere ampliata la collezione della pinacoteca di Palazzo Chiericati, con le opere, tra le altre, del lascito Ghiotto e del lascito Neri Pozza. Se non bastasse, all'interno della nuova ala sarà allestita una vera e propria ricostruzione (in scala ridotta) della chiesa di San Bartolomeo, che è andata perduta nei lavori di ampliamento dell'ospedale San Bortolo, ma di cui si sono conservate le pale, che ora verranno restituite alla città.

 

Ulteriori informazioni nel comunicato

Proseguono i lavori di restauro dell'ala novecentesca di palazzo Chiericati, giunti oramai in dirittura d'arrivo. Oggi il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci e l'assessore alla cura urbana Cristina Balbi hanno effettuato un sopralluogo e annunciato l'apertura in anteprima di alcune sale, nei prossimi giorni (inaugurazione su invito venerdì 18 dicembre alle 18, apertura al pubblico sabato 19 dicembre), in occasione della mostra temporanea dedicata al lascito Ghiotto.

Dopo la ristrutturazione e il riallestimento dell'ala palladiana di Palazzo Chiericati (terminata nel dicembre 2013, primo stralcio dell'intero programma di recupero architettonico), i lavori sono proseguiti con il secondo stralcio relativo alla parte novecentesca del palazzo: il costo complessivo dell'intervento su quest'ultima ammonta a 2.645.181,20 euro, finanziati, nel 2011, anche grazie ad un contributo di 1.265.880 euro, nell’ambito del Programma Operativo Regionale (P.O.R.), con fondi della Comunità Europea. L'altro grande finanziatore del restauro è Fondazione Cariverona.

Il progetto è stato redatto dal settore lavori pubblici del Comune con la collaborazione dello Studio Modena per le strutture e dello studio Frinzi per gli impianti e realizzato dall'Ati tra le ditte Coima So.ge.di.co.

"Tra pochi giorni sarà possibile visitare grand parte dell'ala novecentesca di palazzo Chiericati, le cui sale verranno temporaneamente allestite con il lascito di Alessandro Ghiotto, collezionista di opere d'arte italiana della seconda metà del 900 - ha annunciato il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci -. E' un lascito dal valore ingente, che abbiamo ricevuto con estremo piacere perché il proprietario ha vissuto nel territorio della provincia di Vicenza, e precisamente a Montecchio Maggiore, e perché ci consente di completare il percorso cronologico della pinacoteca con opere della fine del '900. Il cantiere dell'ala novecentesca è risultato piuttosto impegnativo. In alcuni momenti abbiamo quasi disperato di arrivare alla soluzione risolutiva per vari motivi. Con soddisfazione e grazie all'impegno di tutti possiamo dire di avercela fatta e di riuscire ad aprire per la fine dell'anno, come previsto per ottenere i contributi europei: saranno quindi visitabilI due piani di sale, allestite con i lascito Ghiotto, mentre continueranno i lavori di allestimento nelle grandi sale che ospiteranno l'una la "ricostruzione" della chiesa di San Bartolomeo, l'altra i lunettoni provenienti dal palazzo del Podestà e raffiguranti i "rettori di Vicenza". L'ala del '900 verrà completamente aperta in aprile 2016 con l'allestimento definitivo e sarà collegata all'ala palladiana: a quel punto avremo, accessibili al pubblico, due terzi del grande museo civico".

"L'edificio precedente è stato demolito per renderlo funzionale ai nuovi allestimenti, mantenendo quindi solo la facciata principale - ha poi spiegato l'assessore alla cura urbana Cristina Balbi -. I tre piani in cui si struttura sono suddivisi in 20 sale, una delle quali sviluppata su due livelli per ospitare il ciclo di tele della chiesa di San Bartolomeo, demolita nell'Ottocento nell'area dove sorge l'ospedale San Bortolo. E' stato fondamentale il dialogo con i vari soggetti coinvolti tra cui le soprintendenze, in particolare nella fase dei ritrovamenti archeologici, e la Regione Veneto che gestisce i fondi comunitari. E' stata preziosa la collaborazione degli uffici del settore lavori pubblici che si sono impegnati per individuare i modi per superare i  problemi di liquidità delle aziende al lavoro. Siamo così riusciti a rispettare i tempi, garantendo al contempo la qualità delle opere, in modo da  consentire la riapertura entro la fine dell'anno. L'ala novecentesca risulta collegata all'ala palladiana al piano terra, a cui si accederà dall'ingresso principale, e al secondo piano attraverso il giunto che condurrà anche all'ala ottocentesca dopo il restauro".

"Ecco che con il nuovo spazio - è intervenuto Bulgarini d'Elci - va a completarsi un ulteriore tassello e ci si avvicina a poco a poco alla conclusione di quello che sarà un polo culturale di alto livello: alla fine del 2013 abbiamo inaugurato il palazzo palladiano, ora ci apprestiamo ad aprire, anche se parzialmente, il palazzo novecentesco mentre l'appuntamento per l'ala ottocentesca è fissato a dicembre del 2017".

In linea con il progetto museografico generale, approvato dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza nel 2010, adeguato alle odierne normative tecniche richieste per gli ambiti museali, il nuovo allestimento dell’ala novecentesca consentirà da un lato una migliore utilizzazione degli spazi, con una complessiva riorganizzazione dei percorsi, e dall’altro una valorizzazione delle opere, grazie a un organico piano espositivo rispondente a un criterio cronologico, ma anche a un riordino per temi di carattere monografico.

La direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto, interpellata in merito al restauro ed adeguamento funzionale del complesso Chiericati, richiamati i pareri delle altre competenti soprintendenze in materia, ha espresso precise condizioni relativamente alle dimensioni e alle caratteristiche dei vani espositivi da prevedere nell’ala novecentesca.

Pertanto è stato demolito il solaio contro terra dell’edificio novecentesco esistente per aumentare, scavando nel terreno, lo spazio libero in altezza al fine di consentire l’inserimento dei grandi teleri semicircolari. E' stato demolito, inoltre, il muro longitudinale, e di conseguenza tutti i solai, per aumentare la larghezza della sala a doppia altezza (piani primo e secondo) al fine di consentire l’inserimento della ricostruzione della chiesa di San Bartolomeo. Questo ha determinato, nel dicembre 2013, la quasi totale demolizione dell’edificio novecentesco esistente ad eccezione della facciata su piazza Matteotti, che è stata invece conservata, riducendo al minimo possibile gli interventi esterni.

Il nuovo fabbricato ricostruito sul sedime del precedente, adeguato sismicamente, è stato realizzato su fondazioni profonde costituite da micropali collegati in testa da suole in cemento armato, poste a quote variabili. Nel piano interrato si trovano gli impianti. I pavimenti sono rivestiti in legno e le sale a disposizione saranno una ventina.

Nel periodo tra gennaio ed aprile 2014 sono stati eseguiti gli scavi archeologici, a cura della della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, successivi alla demolizione del fabbricato.

È stata riportata alla luce una porzione di insediamento presumibilmente riconducibile ad un periodo compreso tra la fine del XIII ed il XVI secolo, distinto in almeno due fasi temporali e sviluppato al di sopra di una sorta di “massicciata“ corrispondente ad un’opera di rinforzo ed arginatura del vicino ramo secondario del Bacchiglione e di bonifica dell’area circostante.

Le strutture rinvenute presentano muri perimetrali est ed ovest lungo tutta l’area indagata e confermano la presenza di preesistenze medievali in parte già intercettate nel corso delle indagini archeologiche recentemente concluse nel contiguo “giunto” novecentesco e nella porzione palladiana di Palazzo Chiericati.

Si tratta di un impianto complessivo di costruzioni modulari di forma quadrangolare, orientato longitudinalmente nord-sud, a vocazione artigianale come documentato dai piani d’uso che presentano evidenti tracce di attività produttive-commerciali.

Un assaggio di quello che sarà la nuova ala novecenentesca lo si potrà avere nei prossimi giorni in occasione dell'apertura della mostra temporanea, curata da Stefania Portinari e allestita da Emilio Alberti e Mauro Zocchetta (catalogo a cura di Carlo Federico Villa e di Stefania Portinari), che esporrà alcune delle opere facenti parte del lascito Ghiotto, donato alla pinacoteca civica, che raccoglie pregiate opere di arte contemporanea.

Tra pochi giorni, quindi, i visitatori potranno accedere ad una parte del primo e del secondo piano dell'ala novecentesca dove sarà allestita la mostra in attesa della completa riapertura prevista nell'aprile del 2016.

Alessandro Ghiotto (Montecchio Maggiore, Vicenza 1931 - Montebello Vicentino, Vicenza 2015), figura significativa nel milieu culturale vicentino, cordiale amico di artisti, sostenitore e mecenate generoso, frequentatore di gallerie e di musei, viaggiatore, è stato legato a tutte le personalità e le vicende della città e della provincia, coltivando per la maggior parte stretti rapporti personali con gli autori della sua collezione che conta nomi importanti, noti a livello internazionale.

Sono tre gli importanti nuclei di opere: uno “veneziano”, comprendente artisti come Virgilio Guidi, Giuseppe Santomaso, Bruno Saetti, Riccardo Licata, Alberto Gianquinto, Ennio Finzi, Carmelo Zotti; uno romano, legato al gruppo Forma 1 di Achille Perilli e Piero Dorazio, ad Antonio Corpora e Giulio Turcato e uno incentrato sui protagonisti della ricerca aniconica milanese quali Luigi Veronesi, Gianni Dova, Valentino Vago, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Sergio Sermidi, Vittorio Matino, Giuseppe Giannini, Eugenio Carmi. Una densa sezione è poi composta da incisioni di Guido Strazza e Gianfranco Ferroni. A questi si aggiungono nomi come Giuseppe Banchieri e Paolo Meneghesso, risultati vincitori ai Premi Trissino, la rassegna dedicata alla promozione dei giovani artisti che tra 1968 e 1975 Alessandro Ghiotto aveva contribuito ad organizzare assieme agli amici Andreino Albiero e Giuliano Menato, cui è seguita una serie di antologiche o personali e collettive dedicate a personalità significative. 


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