Quotidiano | Categorie: Interviste

L'intervista a Edoardo Andrein che presenta il suo "Silenzio" col direttore di VicenzaPiù

Di Martina Lucchin Sabato 12 Aprile 2014 alle 09:12 | 0 commenti

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In attesa di incontrare dal vivo l’autore di “Silenzio” (qui la recensione) alla libreria (foto) Mondadori di Ponte Pusterla a Vicenza oggi, sabato 12 aprile alle 18.30, pregustiamo alcuni dei temi che fanno del romanzo scritto da Edoardo Andrein un’opera originale ed interessante per chiunque voglia guardare la società che ci circonda con un occhio critico. Ecco quindi l’intervista all’autore – redattore web di VicenzaPiù - che soddisferà tutte le curiosità sul suo romanzo nell’incontro di presentazione dove interverrà anche Massimiliano Mistri di Edizioni La Gru, mentre indosserà le vesti di moderatore il Direttore del network VicenzaPiù Giovanni Coviello.

 

Tutti i personaggi del romanzo nascondono un segreto e vivono in una tensione continua per evitare il giudizio negativo degli altri, tanto da far sembrare impossibile per l'individuo sfuggire alle etichette e ai modelli imposti dalla società. È così oppure c'è una via di fuga? 

È vero, il filo conduttore di questa storia è rappresentato dai segreti celati dai personaggi, una serie di avvenimenti nelle vite di ciascuno di loro che ne condizionano i comportamenti. Sintomatico ad esempio è il rapporto tra l’anziano Franco e sua figlia Sara, “fuggita” negli Stati Uniti probabilmente a causa anche delle dicerie dei compaesani. La paura dei personaggi di venire etichettati in maniera negativa dalla comunità in cui vivono genera in “Silenzio” un velo di oscurità nell’agire quotidiano che vuole essere però una esortazione affinché ciascun individuo possa ritrovare la piacevole sensazione dell’onestà e dell’essere se stesso.

 

Le vicende dei personaggi sono strettamente intrecciate con i fenomeni sociali che caratterizzano la provincia di Vicenza e il Veneto: dalla presenza militare americana, al movimentismo autonomista, fino al rapporto con i migranti dal sud e da fuori l'Italia. Perché questa scelta di rappresentare le peculiarità e contraddizioni del Nord Est? 

Finora si sono affrontati questi importanti temi sociali tralasciando spesso un concetto meraviglioso come quello di empatia. C’è assoluto bisogno di imparare a immedesimarsi nelle altre persone per capire i punti di vista e i comportamenti diversi. Invece viviamo in una comunità composta da troppi egoismi, spesso legati all’avidità, che non permettono di trovare un punto d’incontro nei conflitti in atto.

 

Il confronto generazionale tra Franco e i giovani, propone un ritratto dei giovani che a più riprese appare negativo. Non è così per Elvis e Walter, che trovano nell'anziano un amico fidato, una presenza importante per loro. Che cosa distingue i due diciottenni dai loro coetanei? 

Il rapporto tra i due giovani, Walter ed Elvis, e l’anziano Franco è il presupposto per evitare le classiche generalizzazioni legate allo scontro generazionale dei nostri tempi: da una parte le persone in età avanzata accusano i comportamenti delle nuove generazioni senza andare a fondo del contesto in cui si trovano a vivere; dall’altra parte l’impavida spensieratezza dei giovani crea una mancanza di rispetto verso i più “grandi” a volte incomprensibile. C’è bisogno di arrivare a un confronto costruttivo che esuli dagli scontri tra “diversi” raccontati in “Silenzio”. 

 

Non mancano nel romanzo riferimenti a temi esistenziali, quali il fine vita o la fede religiosa, o di attualità e politica, nei quali i tre protagonisti assumono posizioni apparentemente incompatibili, tanto da portare ad un finale inaspettato.

In “Silenzio” non voglio certo imporre una morale sui temi politici, religiosi o esistenziali. Ciò che voglio mettere in risalto è un principio che dovrebbe essere cardine per ogni società libera, ma che troppo spesso per interessi politici, economici o religiosi, viene negato. La libertà di scelta per ogni individuo.


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