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Andrea Stagliano e il primo eco villaggio di tutto il Veneto: sorgerà a San Rocco, frazione di Schio

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 12 Maggio 2013 alle 20:30 | 0 commenti

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Di Alessandro Pagano Dritto

Tra i gruppi che partecipano al progetto del Comune di Santorso "Scuola dei Beni Comuni", anche la comunità ecosostenibile San Rocco Community di Andrea Stagliano, che in un'intervista esclusiva a VicenzaPiù ha chiarito meglio il suo progetto.

Perché la San Rocco Community ha deciso di aderire a questa iniziativa del Comune di Santorso?

«Perché fare comunità è la nostra pratica quotidiana. Un nostro obiettivo è ritrovare il senso della tribù nella comunità, tanto che alcuni di noi vivono già assieme. All'iniziativa del Comune di Santorso, che si basa anche su questi principi, aderiamo quindi volentieri, anche se si tratta più di un'adesione di principio»

In che senso «di principio»?
«Nel senso che non disponiamo ancora delle energie sufficienti per partecipare ad un workshop, ad esempio, ma abbiamo però partecipato ad alcune riunioni. Il numero delle associazioni non è uguale a quello dei workshop, quindi qualcuno rimane fuori. Ma il Comune ci ha dato la possibilità di partecipare, e noi, per quanto possibile, vogliamo esserci»

La San Rocco Community è una comunità ecosostenibile che si propone di costruire a breve un complesso abitativo, l'ecovillaggio Corte del Vento; sorgerà appunto a San Rocco, frazione collinare di Schio. In cosa consiste esattamente?
«Verranno costruiti degli edifici che ci permetteranno di essere quasi indipendenti dal punto di vista energetico: bisogna considerare infatti che circa il 75% dell'energia un edificio lo consuma nel tempo per mantenersi, e non durante la costruzione. Noi invece riusciremo a limitare questa spesa per esempio riutilizzando l'acqua che, dopo essere stata consumata, mettiamo per lavare i piatti, opportunamente trattata e depurata potrà essere riutilizzata per abbeverare l'orto»

Perché non riutilizzare vecchi edifici già esistenti, invece di costruirne di nuovi?
«Sono in buona sostanza problemi burocratici; personalmente non sono certo contro il recupero, anzi. Il territorio su cui noi opereremo, però, è estremamente frazionato fra gli abitanti delle contrade della zona. Pensi che il nostro terreno l'abbiamo comprato da sette famiglie diverse, ognuna delle quali aveva un piccolo appezzamento. In più il terreno era già edificabile al momento dell'acquisto, quindi se non l'avessimo utilizzato noi per il nostro villaggio avrebbe potuto farlo qualche altro con strutture più tradizionali e dispendiose»

Ci sono altre realtà simili alla vostra nel Veneto?
«Nel Veneto no, siamo i primi. Fuori invece sì, esistono altre realtà simili»

Per esempio? Funzionano in tutto e per tutto come voi o ci sono delle differenze?
«Una comunità dipende molto dal territorio in cui sorge e che ha a disposizione. A Bagnaia, per esempio, in provincia di Siena, esiste una comune agricola che ha tanto terreno a disposizione da essere autosufficiente. Noi invece non potremo raggiungere questo obiettivo, perché avremo a disposizione giusto poco più di un ettaro. Costruiti gli edifici, rimarrà appena lo spazio per coltivare qualcosa, ma troppo poco per essere autosufficienti»

Quando comincerete a costruire?
«Pensiamo all'estate che è alle porte. Anzi, cerchiamo investitori per un edificio, in particolare ci rivolgiamo ai giovani e a chi non può permettersi una casa. Per chi è interessato, dieci case su venti sono ancora libere, nessuno le ha acquistate»


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