Ambizioni Vicentine 2.0: la lettera aperta di un ipotetico laureando
Mercoledi 16 Luglio 2014 alle 15:12 | 0 commenti
Ora che sto per terminare il ciclo di laurea triennale, che di triennale non ha più nulla da circa un anno e mezzo, ho la possibilità di tirare le fila su quella che è l'umanità nella quale siamo tutti immersi... Se vi riconoscete in uno dei seguenti profili vicentini fate finta di niente, sorridete sprezzanti come se la cosa non vi riguardasse e proseguite nella lettura.
Bella vita portami via.
Non ha un'abilità particolare. Sa però che vuole fare la vita di Corona, intesa come quella che faceva prima del carcere. Ha fatto il pierre per in Villa Bonin, Victory, A4 ed anche al People prima che prendesse fuoco. Se ti arriva un messaggino alle due di notte è lui che ti sta chiedendo se vuoi fare tavolo. Finito di fare il pierre proverà a fare l'assicuratore, poi l'agente immobiliare, poi il venditore in un concessionario, conseguendo sempre l'ammontare di provvigioni di quando faceva il pierre. Budget insufficiente per sostenere acquisti esclusivi e la balla del " Beh sai, faccio il manager". Certo che mangiare per un mese al Mc Donald di Ponte Alto per riuscire finalmente a permettersi una cena da Amici Miei da postare su Instagram, beh ha il suo fascino.
Dottor dottorando. Continue specializzazioni.
Ricurvi come Leopardi hanno fatto dei libri il loro dolce privè. È difficile stimare a quante lauree puntino, ma del resto " Fidati! Ormai una triennale è quasi meno del diploma!". E se la maggior parte degli universitari identifica la fine del ciclo di studi come il più potente degli orgasmi, costoro sentono il nodo in gola all'avvicinarsi dell'ultimo esame ( dato anche questo in anticipo), consci dell'instabilità mentale che può portare una vita senza appelli e pre-appelli. Finiranno molto probabilmente a fare i professori, saranno odiati e temuti, quindi appagati.
Il mollo tutto vado a Viterbo.
O altra metropoli straniera a piacere. Vanno forti Londra, Berlino, New York ed Australia tutta. Non importa se hai poltrito per anni senza cercare uno straccio di lavoro o se l'unica lingua straniera che hai avuto l'ambizione di conoscere è stata quella di una ragazza tedesca durante la vacanza a Jesolo, per giunta ubriaca. L'importante è urlare al mondo intero che te ne vuoi andare, che meriti un altro Paese. Dopotutto, perché accontentarti di lavare i piatti a Montecchio Maggiore se puoi dire di averlo fatto a Sidney?
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Voglio fare la Musica. Sfondo con la band.
Sanno suonare il basso, o la batteria, o il flauto e sentono un enorme potere nelle loro mani. La band che hanno fondato non viene nemmeno più invitata ad aprire la Sagra del Broccolo Fiolaro e hanno accumulato denunce per stalking da parte delle maggiori etichette indie. Non importa se anche le loro madri siano arrivate al punto di vomitare sulle poche copie dei loro cd, continueranno comunque a perseverare con la tenacia tipica di chi non si rende conto di far musica di merda. Avanti così ragazzi, del resto anche Povia a trent'anni non era nessuno.
Valida alternativa può essere: Voglio fare la Fotografia. Sfondo con la Reflex.
Voglio ingravidare una tipa.
Se il trend prediletto è quello della scopata senza strascichi famigliari, per altri l'idea di provare l'ebrezza della paternità in tenera età è ancor più eccitante di una scopata senza strascichi famigliari. Non si capisce bene da quale film o nuova serie di MTV abbiano tratto ispirazione, fatto sta che il passeggino sta via via superando l'iphone quale indiscusso status symbol. In sintesi: 9 mesi fa era come al solito all'Alter Ego a calarsi di bombe, poi, improvvisamente, tra le mani ha un passeggino. Il nuovo status symbol appunto.
Ragazze, se vi dice di non prendere la pillola che tanto la sta già prendendo lui non credetegli, è un abile trucco per ingravidarvi.
Voglio andare in missione.
Non avete attitudine per lo studio ma volete comunque un lavoro potente?
Lo stipendio è gradevolissimo, volete fare carriera? Potete fare carriera. Vi piace giocare a GTA? Potete sparare dal vivo, senza pagare. E che importa se fra dieci anni si scoprirà che vi hanno mandato a mitragliare interi villaggi non perché pieni di terroristi, ma per garantire qualche mese in più di approvvigionamento energetico! Nel frattempo avrete accumulato tonnellate di aneddoti machissimi, ottimi per impressionare qualunque tipo di donna. Se ci aveste pensato prima, probabilmente la vostra ex starebbe ancora con voi e non con quel palestrato della Caserma Ederle.
I figli di papà vogliono.
Se mai avranno uno scatto di indipendenza, cercheranno di affrancarsi dai genitori chiedendogli di finanziare l'apertura di un locale. Che faranno fallire già dal primo giorno ( ingaggiare Nina Moric, Gabry Ponte e Raffaella Fico per l'inaugurazione è una scelta stilisticamente raffinata, ma economicamente poco felice). Alcuni andranno all'università , ma è legittimo pensare che laurearsi per andare a lavorare nell'azienda di papà is like lavarsi i denti per poi mangiare gatti morti.
Si tratta di una declinazione nauseante del "bella vita portami via", con la differenza che ogni voragine finanziaria creata dalla mente folle e debosciata dei soggetti sarà ripianata da fondi famigliari, che li renderanno ancora più fiduciosi in loro stessi, pronti quindi per nuove epiche sciagurate imprese. Accetteranno infine di lavorare nella boutique della mamma, comprata coi soldi del papà , dal quale hanno ereditato la passione per le auto costose e la faccia da stronzo.
Orgoglio campagnolo.
Arrivano dalla periferia di Vicenza. Per raggiungere il centro usano la corriera, i più integralisti il trattore. Hanno imparato col tempo che non tutti usano il dialetto per comunicare, nonostante ciò perseverano nel diffondere termini ed esclamazioni in lingua locale anche nei contesti meno appropriati. Se credete di conoscere l'intero catalogo delle bestemmie, essi sapranno sempre stupirvi con qualche vivace new-entry. Ripetono con enfasi tutto ciò che hanno sentito dire al bar del paese, unico ritrovo culturale frequentato oltre ai comizi della Lega Nord. L'ambizione media è quella di costruire un recinto più largo di quello del proprio vicino di fattoria. L'approccio con l'altro sesso risulta particolarmente complicato, soprattutto quando realizzano che pochissime ragazze conoscono a memoria le canzoni dei Radio Sboro. Definirli boari potrebbe scatenare le loro ire, chiamiamoli genuini.
Non c'è fretta.
Ragazzi che tanto la vita è un mistero astrale. Ragazzi che di vita ce n'è una sola e non vedo il motivo per dovermi perdere l'esperienza mistica del fuoricorso. Buttarsi all'improvviso nel mondo del lavoro può essere traumatico, ci vogliono lunghi periodi per raccogliere le energie, fuori c'è una crisi brutta, e solo mia madre sa come si lavano i capi delicati. Se avete l'impressione che quella che tengono in mano sia una canna, non sbagliate: è proprio una canna. In sostanza: ragazzi in stallo e che non trovano di meglio da fare se non classificare e criticare categorie di ragazzi che almeno qualche ambizione credono di averla. Ok, lo ammetto, è ora di inviare qualche curriculum.
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