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«Altri causarono quel buco da oltre 600mila euro in Joy Volley Vicenza»

Di Marco Milioni Lunedi 13 Maggio 2013 alle 09:42 | 0 commenti

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Quando Giovanni Coviello parla della cessione del "suo volley" alla compagine di imprenditori «che lo ha fatto finire come lo ha fatto finire» ribadisce ogni volta lo stesso concetto. La società che possedeva la squadra di serie A, di serie B e tutto l'enorme vivaio pluriscudettato fu ceduta in condizioni normali per quella che è un'attività sportiva legata alla passione, tra l'altro gratuitamente e per giunta con un grande patrimonio di fatto in titoli sportivi e in proprietà dei cosiddetti cartellini (nella foto Coviello passa le consegne e stringe la mano davanti al pubblico del 2009 a Mario Novello e Franco Ferappi., ndr).

Il declino è arrivato per opera («scelta?») di altri. L'ingegnere però si dice anche stufo di «aver dovuto sentire a destra e a manca, a partire da certi media, chi sostiene il contrario quando invece le carte parlano chiaro mentre non si sa bene che fine abbia fatto il patrimonio sportivo».

E le carte cui fa riferimento l'ex patron del volley berico, dopo quelle riportate nel servizio pubblicato sul numero precedente sul pignoramento decretato a favore del nostro attuale direttore e a carico di Mario Novello e a tutt'oggi a vuoto, si chiamano «Stato passivo dei creditori» e indicano i debiti lasciati «non dalla mia gestione ma da quella di chi mi ha seguito» ovvero quella relativa alla società Joy Volley Vicenza srl da parte dei nuovi titolari Mario Novello, Franco Ferappi, Claudio Mapelli (i tre sono nella foto, ndr), Fabrizio Padrin e Piero di Stefano. Compulsando l'elenco vidimato dal giudice Giuseppe Limitone ed elaborato dal curatore Roberto Beghetto cifre e nomi non mancano. Come al solito l'elenco in questi casi è suddiviso in crediti chirografari (ovvero con poche chance di successo nella rivalsa verso il fallito) e privilegiati che hanno garanzie di maggior spessore magari anche grazie a beni congelati dall'autorità giudiziaria. Sul piano pratico però poco cambia perché i debiti sempre debiti sono. Ma chi sono i creditori? A parte Stefania Paccagnella, il cui credito di 80.000 euro comprende presumibilmente una parte della stagione precedente, in cui, comunque, i nuovi soci erano già attori importanti, e Ivana Curcic, il cui avere di 25.000 euro circa faceva parte di un residuo che i nuovi gestori si erano accollati firmandolo in Lega volley, sono molte le persone fisiche, per la maggior parte giocatrici e tesserati dell'ultima stagione quella "firmata" dai nuovi proprietari, a vantare crediti da 50.000 fino a scendere a cifre più basse. Tra tutte le atlete spiccano per ammontare del "buco" subito, tipicamente a 5 cifre, Petya Tsekova, Elisa Muri, Isabella Zilio e Ivana Popovic. Tra i tesserati (allenatori e dirigenti) dell'ultima stagione ci sono con importi notevoli Mauro Marasciulo, Maurizio Baraldo, Gaetano Capasso, Dario Tagliabue, Matteo Scodro, Paolo Mutterle e anche il vecchio "custode" Paolo Berton. Spicca per altri versi l'assenza tra i creditori di Claudio Bianchi, probabilmente saldato, ma risaltano anche altre voci tra cui 7.000 euro dovuti allo stesso Coviello, i 9.000 e rotti alla Gold Sport srl, i 2.400 per l'Ac Hotel, i 25.000 euro per i due figli dell'ingegner Coviello nonché gli 11mila dovuti ad Angela Mignano moglie dello stesso Coviello. Avanzano un migliaio di euro Publivicenza srl, 15.000 il Ristorante Giada, oltre 12.000 la Popolare di Marostica, 13.000 la Ecolux srl, 9.000 la Vodafone. Ci sono poi 25.000 euro di «buco» lasciato sul groppone della controllante di Tva Vicenza ovvero Videomedia e gli oltre 27.000 euro dovuti alla famiglia Zanconato di Arzignano per le trasferte in pullman non pagate. Oltre a debiti vari verso le aziende di fornitura di energia, tra cui Aim, e 17.000 euro di affitti non versati alla Più Investimenti, una società a maggioranza della famiglia Coviello a cui facevano capo le proprietà di alcuni appartamenti affittati alla Joy Volley Vicenza e che ha dovuto alzare ugualmente bandiera bianca per quanto non incassato.

«I conti presentati dal curatore - conclude Coviello - sono chiari e parlano di buchi di rilevante entità lasciati da chi mi ha, prima, accompagnato ed  esautorato e, poi, seguito, e non dal sottoscritto: 204.000 euro per i chirografari e 400.000 euro per i privilegiati. Totale 600.000 euro e passa. Ora sarebbe simpatico sapere che cosa frulli per la testa dei responsabili di questa situazione e, soprattutto, dell'espropriazione fatta, non solo a me, fisicamente e moralmente, ma soprattutto alla città di un bene sportivo così grande e sparito nel nulla».   


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