Quotidiano | Categorie: Teatro

All'Auditorium Vivaldi di Cassola "Le allegre comari", regia di Marco Artusi

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 23 Marzo 2016 alle 15:44 | 0 commenti

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Fondazione Aida
“Qui nell’operoso... Sudovest, locomotiva di Britannia, siamo operosi, gaudenti e mona ma buoni no. Disperati, tanto. I soldi, schei, come dicono qui a Windsor, sono una droga, bisogna essere operosi, per forza, e anche gaii. Come diceva quel papa? Gaudenti e disperati. Che belle parole. Sennò muoriamo. Ti uccide la provincia. O è la noia.” Questo un passaggio di Le allegre comari, produzione Dedalofurioso e Matàz Teatro, in programma venerdì 25 marzo alle 21 presso l'Auditorium Vivaldi di Cassola, nell'ambito della stagione organizzata da Fondazione Aida e Comune.

Lo spettacolo è tratto da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare, la traduzione e adattamento sono a cura di Andrea Pennacchi, mentre la regia è stata affidata a Marco Artusi, presente anche nel cast insieme con Evarossella Biolo, Francesca Botti e Beatrice Niero. Aiuto regia Matteo Cremon, scena di David Riganelli.
La commedia racconta la vicenda di un maresciallo dell’esercito, vecchio play boy, improbabile tombeur des femmes, appena rifiutato dal suo nuovo re ed esiliato in provincia. Falstaff è costretto a Windsor dove il vitalizio assegnatogli non gli basta mai. Per necessità e vanità (e perché lui le donne le “occhieggia tutte”) corteggia entrambe le due dame-leader del paese; le due scoprono il suo gioco e si vendicano pesantemente. L’atmosfera in cui si muovono i personaggi ricorda in modo impressionante quella veneta. Windsor è fuori dalle grandi correnti che fanno la Storia, un’isola ferma in un mondo in crisi; la vita prosegue monotona, permeata da un perbenismo puritano di facciata, sotto il quale pulsano pruderie e desiderio represso.
Siamo noi le allegre comari, siamo noi i Ford, i Page e Quikly: vecchi abitanti e nuovi residenti perfettamente integrati nella provincia. Ma forse in noi c’è anche un po’ di Falstaff, vecchio Don Giovanni che si crede forever young, peccatore impenitente che si rifiuta di rispettare quelli che lo circondano e di conformarsi alla morale piccolo borghese.


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