Aldo Cazzullo del CorSera ha presentato a Schio il suo libro L'Italia s'è ridesta
Venerdi 10 Maggio 2013 alle 23:18 | 0 commenti
di Alessandro Pagano Dritto
Poco tempo dopo aver pubblicato questo suo libro - così esordisce il giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo, presentandolo al pubblico di Schio nella sera di venerdì 10 maggio nella sala espositiva del Lanificio Conte - gli capitò di trovarsi in una delle più famose strade americane: l'Ocean Side Ride di Miami, Florida.
Percorrendola non poté fare a meno di notare una serie di locali che portavano nomi italiani. Non si trovava cibo italiano, dentro, ma il nome era italian sounding, suonava cioè italiano. Qualcosa di diverso ma di affine gli capitava in un paesino sperduto della Virginia, sempre negli States, quando un membro della locale fazione del Partito Democratico, dopo aver saputo che Cazzullo era italiano, gli mostrò la foto dell'arena di Verona che teneva nel desktop del cellulare; sempre nello stesso locale un cittadino di origini orientali chiese, accontentato, di poter cantare la nota canzone napoletana Torna a Surriento. E a detta di Cazzullo l'esecuzione fu pure ottima.
Da queste cose, dice il giornalista dopo aver strappato qualche sorriso al pubblico scledense, ha capito che non era vero quanto aveva temuto in un primo momento: non aveva sbagliato titolo e L'Italia s'è ridesta (Mondadori, Milano, 2012, pp. 228, 15.90 euro) era il giusto titolo per il suo libro. L'Italia si può ridestare, spiega Cazzullo richiamando un celebre verso dell'inno di Mameli, se crede nelle sue più genuine energie, che costituiscono in tutto il mondo l'essere italiano, il suo carattere riconosciuto: l'originalità , la fantasia, e perché no la tenacia.
Perché questo accada però, i primi a credere in queste proprie possibilità devono essere gli Italiani stessi, che devono saper contare sulle proprie forze, valorizzare quello che c'è da valorizzare e denunciare quello che c'è da denunciare. Senza aspettare che la politica risolva lei per prima i problemi, gli Italiani devono loro per primi cercare di cambiare le cose puntando su se stessi. Di questa Italia dalla doppia faccia, il giornalista cita due esempi tratti dalla cronaca.
Caso simbolo del lato negativo è quello di due turisti americani che sono stati portati a Ostia da un tassista ben poco onesto quando questi credevano invece di essere stati portati a Pompei, molto più lontana da Roma; ed è questa l'Italia che non va, l'Italia che sfrutta il turista in modo miope, oltre che disonesto. Il caso da valorizzare è invece quello degli operai e dei dirigenti che, in un paese dell'Emilia colpita dal recente terremoto, vengono seppelliti dal crollo della propria fabbrica perché tutti insieme avevano cercato quanto prima, troppo prima, di tornare a lavorare. È proprio nel momento del massimo dramma, del massimo sconforto, dice Cazzullo, che viene fuori l'Italia migliore, l'Italia operativa, l'Italia che ci crede e che vuole andare avanti. Questa è l'Italia che magari va all'estero per lavorare, ma che poi sa riportare indietro il meglio che ha imparato.
Il lettore lasci a Cazzullo e al suo libro il compito di raccontargli altri aneddoti di questa Italia ridesta. Qui legga solo la definizione che dello stesso ha dato la giornalista Silvia Ferrari, presentatrice semplice e lieve della serata: «Il libro è una storia d'amore tra il giornalista e il suo paese».
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