Quotidiano | Categorie: Turismo

Alberghi: non lasciarsi ingannare dalle stelle

Di Edoardo Pepe Lunedi 18 Agosto 2014 alle 18:01 | 0 commenti

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La verifica la fa direttamente il consumatore e... sulla propria pelle. Prima di partire occhio alle stelle alberghiere perché, come ci dice Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), “ogni anno si registrano, al ritorno dalle vacanze, gli sfoghi dei turisti che sono stati gabbati dai depliant e dalla classificazione degli alberghi, nell'Italia del Sud ma, bisogna dirlo,  non solo lì. Il motivo tipico delle lagnanze, spesso documentate, è che il prezzo pagato non corrisponde né alle strutture né ai servizi resi”.

Il motivo delle “stelle” non sempre affidabili appare  semplice: la classificazione è fatta da commissioni regionali che, ovviamente, operano con criteri diversi da regione a regione o, per lo meno, con interpretazioni diverse dei criteri. In Alto Adige i giudizi sono storicamente più severi di quelli applicati in Calabria: un tre stelle altoatesino spesso vale un quattro stelle calabro. Forse sarebbe opportuno abolire la pantomima della classificazione pubblica, che non tutela l'utente e lasciare che il mercato decida della bontà  di un albergo, salvo ovviamente il rispetto delle norme di legge relativamente alle parti strutturali. Eviteremmo che il consumatore sia preso in giro dall'apparato burocratico e consentiremo alle strutture ricettive di entrare in concorrenza fra loro. Altra soluzione sarebbe quella di avere una classificazione europea, con norme precise e controlli comunitari: probabilmente il turista sarebbe maggiormente tutelato. In attesa, un giro nei siti internet sugli alberghi e sulle loro valutazioni sia esaminando i pareri espressi  nel tempo dai loro clienti sia osservando meglio le loro caratteristiche, grazie a foto e video, potrebbe offrire qualche garanzia in più ma anche qui non sono infrequenti i casi di manipolazione. Sono già molteplici le denunce di “mi piace” ed equivalenti associati ad una struttura alberghiera o turistica ma non inseriti consapevolmente da utenti reali, ma generati da soggetti pagati per questo o, peggio, da software “robot”.

In questo “marasma” da disparità di giudizi o da troppa web-informazione, che non esclude anche casi di giudizi negativi fatti inserire ad arte dalla concorrenza, rimangono validi i mezzi “umani” come il classico passa parola o la conoscenza storica degli agenti di viaggio che ci propongono un albergo. Sono questi gli antidoti a brutte sorprese più efficaci, specialmente se uniti a una telefonata preventiva e conoscitivo al direttore o al titolare della struttura che, se ci dicessero mezze verità, dovrebbero conservare al nostro arrivo una vera faccia tosta nel sostenerle.

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