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Al Teatro Comunale di Vicenza va in scena “Romeo e Giulietta. Lettere dal mondo liquido”

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 27 Novembre 2015 alle 16:34 | 0 commenti

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Teatro Comunale di Vicenza
Prosegue nell’ambito della stagione artistica del Teatro Comunale la rassegna Luoghi del Contemporaneo-Prosa con “Romeo e Giulietta. Lettere dal mondo liquido”, una produzione del Teatro del Lemming, in programma  martedi 1°dicembre alle 20.45 al Ridotto. Lo spettacolo, regia di Chiara Elisa Rossini e Massimo Munaro (che cura anche la musica), è interpretato da Alessio Papa, Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini, Maria Grazia Bardascino, Katia Raguso, Alessandro Sanmartin.

“Romeo e Giulietta. Lettere dal mondo liquido” sarà proposto in replica mercoledì 2 dicembre alle 10.30  per le scuole superiori.
Il tema dell’esclusione sociale e della standardizzazione sui modelli del consumismo sfrenato, oltre che di un’omologazione globale senza identità, si inserisce nei temi degli spettacoli dei Luoghi del Contemporaneo-Prosa, caratterizzati da momenti di forte introspezione e di impegno civile, ma anche di approfondimento artistico e ispirazioni tratte da temi letterari o teatrali, come in questo caso.
La Stagione artistica del Teatro è promossa e sostenuta dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza in collaborazione con Arteven, responsabile della direzione artistica, con l’importante sostegno di Fiamm, Gruppo Mastrotto, Develon, Aim Energy e Colorcom, come partner; Inglesina, BMW Autogemelli, AFV Gruppo Beltrame, AC Hotel Vicenza, Burgo Group, Confartigianato Vicenza, Ares Line, ConGusto Vicenza, Telemar, Cantine Vitevis, Lions Club Vicenza Palladio, come sponsor; Il Giornale di Vicenza come media partner.
“Romeo e Giulietta. Lettere dal mondo liquido” del Teatro del Lemming, “nuovo” protagonista della scena teatrale vicentina, è il secondo movimento di una trilogia shakespeariana che sarà completata a breve; la pièce mette in scena la rappresentazione del conflitto fra individuo e potere, un modo di porsi domande sul nostro tempo, quel mondo liquido di cui parla il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman, una società sotto assedio in cui tutto sembra provvisorio, senza certezze e senza rassicurazioni, dove tutto scorre veloce, su un unico binario: quello della mercificazione.
Nel suo nucleo essenziale la vicenda di Giulietta e Romeo, propone il conflitto fra individuo e potere, alla base anche del precedente “Amleto” prodotto dal Lemming nel 2010. E se per il Principe di Danimarca si trattava vanamente di opporsi alla corruzione e al marciume della corte,  qui è il conflitto fra due famiglie rivali, i Capuleti e i Montecchi, a soffocare l’amore dei due giovani nati sotto contraria stella. “Non ci interessava raccontare, una volta di più, la loro celeberrima storia, quanto interrogarci, attraverso di loro, sul nostro tempo presente quel ‘mondo liquido di cui parla Zygmunt Bauman …  Dove si colloca allora il mito di Giulietta e Romeo in questa società in cui anche l’amore sembra aver perso la sua forza titanica, ed è divenuto precario come tutte le cose del mondo? Chi sono Giulietta e Romeo per noi? Questi due giovani sono davvero così lontani dalle nostre vite? C’è qualcosa per cui, anche noi oggi, saremmo disposti a sacrificare tutto?  Ciascuno di noi che cosa sarebbe disposto a fare per salvare il suo amore?” spiegano gli autori nelle note di introduzione allo spettacolo.
Sono queste domande che hanno attraversato il lavoro e che sono state rivolte, direttamente, anche allo spettatore, in perfetto stile Teatro del Lemming, ponendo le distanze, grazie al processo creativo messo in atto, tra lavoro teatrale e testo shakespeariano.
Lo spettacolo è formato da Lettere. Queste lettere sono da intendere anche come capitoli, punti nodali del lavoro: brandelli di un tempo presente in cui la dimensione solida, quella del mito, non è ancora andata del tutto perduta e in cui si rintracciano storie di un desiderio contrastato, tracce di una violenza esplicita o nascosta, contrasti insanabili, ma anche la tenacia di un volere che non demorde.
“La forma della lettera – così apparentemente desueta in tempi di email o di sms,  eppure a tutti così cara, spiegano ancora gli autori – ci ha aiutato a mantenere un dialogo fitto e fecondo  fra il tempo incorruttibile di Giulietta e Romeo e questo nostro presente che anela ad una trasformazione vitale. La storia di Giulietta e Romeo si riflette così continuamente nel vissuto di attori e spettatori, la cui relazione, seppure declinata in altro modo rispetto a nostri precedenti lavori, è come sempre al centro della nostra drammaturgia e della nostra passione teatrale”.
Diciassette quadri e diciassette scene sono dunque costruite sulla struttura shakespeariana di Giulietta e Romeo, sovrapponendosi alla fisionomia del dramma shakespeariano, interpretandone con ardore il testo, in un crescendo di suggestioni che formano l’impianto narrativo dell’originale lavoro, con i riferimenti alla trama originale e contemporaneamente alla realtà dei nostri giorni, annullando, come di consuetudine nelle produzioni del Lemming, la distanza e i ruoli tra protagonisti e spettatori.


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