Al Comunale di Vicenza, in occasione di Vicenza Jazz, il pianista Brad Mehldau
Martedi 10 Maggio 2016 alle 11:01 | 0 commenti
New Conversations – Vicenza Jazz
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz si avvicina alla sua conclusione ma ha ancora molti assi da giocare. A partire da quello che è uno dei più attesi big dell’intero cartellone di questa ventunesima edizione: il pianista Brad Mehldau, che con il suo trio (Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria) costituisce una delle più grandi attrazioni del jazz mondiale. Lo si ascolterà venerdì 13 maggio al Teatro Comunale alle ore 21. Nella stessa giornata il festival offrirà altri interessanti momenti di ascolto.
Peculiare sarà quello del duo con Daniele di Bonaventura (bandoneon) e Giovanni Guidi (pianoforte), sia per i contenuti artistici (saranno coinvolti anche due poeti: l’albanese Gezim Hajdari e il coreano Kim Kwang-Kyu) che per la collocazione dello spettacolo: a mezzanotte all’Università di Vicenza. Questo incontro tra jazz e poesia si realizza in collaborazione con la rassegna Poetry Vicenza (promossa dalle Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari e dal Comune di Vicenza, in collaborazione con l’associazione TheArtsBox).
Sul palco del Bar Borsa Jazz Café Trivellato, alle ore 22, salirà il New Motion Quartet con Dino Rubino (pianoforte, tromba), Francesco Geminiani (sax), Lorenzo Conte (contrabbasso) e Mark Schilders (batteria).
In questa ricca serata di Vicenza Jazz ci sarà poi anche l’esibizione della Big Band dell’Università di Padova, diretta da Alessandro Fedrigo e con Ettore Martin come solista al sax (presso l’Università di Vicenza, ore 20; al concerto seguirà una jam session).
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2016 è organizzato dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Crescita, e dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz e in collaborazione con il Bar Borsa.
Nato a Jacksonville nel 1970, Brad Mehldau si fa notare inizialmente con Jimmy Cobb e poi nel quartetto di Joshua Redman, nella prima metà degli anni Novanta. Nel 1995 esordisce come leader su disco e nel giro di pochi anni, assieme al suo trio, conquista le platee di tutto il mondo grazie alla sua sensibilità di interprete. L’eleganza armonica, lo scavo introspettivo e il tocco melodico inseriti in un contesto contemporaneo, anche nelle scelte di repertorio, sono i tratti distintivi che contribuiscono alla sua affermazione internazionale.
Il trio è la formazione che più ha caratterizzato l’attività di Mehldau. Sancita dai memorabili cinque album di The Art of the Trio (usciti su etichetta Warner tra il 1996 e il 2001, poi raccolti in cofanetto con l’aggiunta di un sesto volume), la predilezione per questo format si è mantenuta senza il minimo cedimento creativo sino ai giorni nostri. In questa lunga esplorazione delle inesauribili possibilità estetiche del trio, Mehldau si è avvalso di una formazione stabile, il cui unico mutamento di organico è avvenuto nel 2005, quando Jeff Ballard ha preso il posto alla batteria che nei dieci anni precedenti era stato di Jorge Rossy. Da allora il gruppo ha continuato a sfornare dischi (su etichetta Nonesuch), anche coinvolgendo altri ospiti. Le prove più recenti risalgono al 2012: Ode e Where Do You Start (un album tutto di inediti il primo, completamente di cover il secondo).
Il piano solo è l’altra dimensione in cui si è meglio fatta apprezzare l’incredibile armonia tra improvvisazione ed equilibrio formale che distingue le esecuzioni di Mehldau. Ma pur focalizzandosi sulle situazioni raccolte del trio e del solo, il pianista della Florida non si è certo sottratto alle collaborazioni con altri artisti del suo rango: da Pat Metheny a Charlie Haden, Lee Konitz, Michael Brecker, Wayne Shorter, John Scofield, Charles Lloyd, Joshua Redman, Peter Bernstein, Kurt Rosenwinkel, Mark Turner. Tra i compagni di musica di Mehldau figurano anche stelle della lirica come Renée Fleming e Anne Sofie von Otter.
Generazioni ed esperienze musicali diverse si incontrano nel duo che affianca l’ancor giovane pianista Giovanni Guidi e il bandoneonista Daniele di Bonaventura: dal loro incontro scaturisce una musica lirica ma inquieta, cantabile eppure imprevedibile, che trae suggestioni dal tango, il blues, il minimalismo, il Mediterraneo, l’Africa.
Giovanni Guidi (Foligno, 1985) è ormai un leader affermato. Lanciato dalla prestigiosa partecipazione ai gruppi di Rava e poi dalla vincente collaborazione con Gianluca Petrella, ha dato vita a innumerevoli progetti personali: in solo, in vari duetti, trii e quartetti sino all’ampio organico della Unknown Rebel Band.
Nato a Fermo nel 1966, Daniele di Bonaventura ha vissuto la musica a tutto tondo: dalla classica alla contemporanea, dal jazz al tango e la world music, con incursioni nel mondo del teatro, del cinema e della danza. Le situazioni che in tempi recenti lo hanno tenuto sotto i riflettori sono la collaborazione con Miroslav Vitous e soprattutto il duo con Paolo Fresu. Ma ha suonato anche con Enrico Rava, Toots Thielemans, Omar Sosa, Greg Osby, Oliver Lake, David Murray, Dino Saluzzi, Francesco Guccini, Ornella Vanoni…
Dino Rubino, nato nel 1980 in provincia di Catania, dopo una carriera alternata tra pianoforte e tromba, è riuscito infine a imporsi praticando contemporaneamente entrambi gli strumenti. Vincitore del premio “Massimo Urbani†come miglior talento nazionale emergente nel 1998, Rubino è stato convocato in diverse occasioni da Enrico Rava, cosa che gli ha permesso di farsi notare sulla scena italiana. Dal 2008 suona e incide regolarmente assieme a Francesco Cafiso, mentre in anni più recenti ha preso notevole slancio la sua attività da leader, anche sotto l’egida discografica dell’etichetta Tuk di Paolo Fresu.
Nato nel 1990, Francesco Geminiani si è formato sotto la guida di Mauro Negri, Michele Polga, Roberto Rossi, Kyle Gregory, Robert Bonisolo. Dal 2012 vive a New York, dove ha continuato a studiare con Reggie Workman, Matt Penman, Chris Cheek, Ben Street… Nella Grande Mela ha anche iniziato una serie collaborazioni (con Marta Kato, Doug Weiss, Francisco Mela…) e ha registrato il primo lavoro da leader: Colour Sound (2015), con Rick Rosato e Mark Schilders.
Rubino e Geminiani danno ora vita al New Motion Quartet assieme a Lorenzo Conte e Mark Schilders: sui leggii ci sono molte composizioni originali e alcuni classici del repertorio jazzistico.
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