Aim bonifiche, una strana vertenza
Mercoledi 6 Marzo 2013 alle 13:05 | 0 commenti
Presa nelle sue dimensioni assolute la vicenda Marghera, che sta vedendo su fronti opposti Aim e Cgil-Filctem, ha il peso di una piccola vertenza. Una piccola vertenza rispetto al resto dei contenziosi che nel Veneto vedono a rischio migliaia di posti di lavoro. La questione però ha una sua rilevanza perché Aim è una spa pubblica.
Ma l'elemento che più fa riflettere riguarda l'apparente semplicità della partita in gioco. Se i fatti sono quelli riportati dalle due parti infatti non si capisce dove sia la difficoltà da parte del gruppo Aim nel reimpiegare tre operai specializzati con la qualifica di netturbini cui affidare turni di otto ore su cinque giorni la settimana al posto dei previsti di sei ore su sei giorni. La distanza dal luogo di lavoro ha un peso: si tratta di 120 kilometri tra andata e ritorno per un costo complessivo tra carburante e pedaggio autostradale di una quarantina di euro al giorno che su base mensile pesano 800 euro. Anche dividendo in tre le spese si tratta di costi pesanti per chi ha una paga da operaio, soprattutto in periodi come questi. Mentre se i costi fossero sostenuti da Aim (il sindacato che in queste ore si dice basito per il comportamento di San Biagio, chiede che per i tre sia concesso l'uso di una vecchia Panda azinedale, non certo un'auto di rappresentanza) quest'ultima potrebbe scaricarli, cosa che i dipendenti non possono fare.
Sulla stampa si è parlato di possibili appetiti urbanistici sulla piattaforma di Marghera (nel riquadro). Aim dal suo punto di vista ha tutti i diritti di cercare di valorizzare l'area, la cui semlice presenza della banchina di approdo al canale navigabile sicuramente è un asset prezioso. Ma anche in quest'ottica rimane strano pensare che un big come Aim non sia in grado di trovare una via d'uscita decorosa per sei persone di cui tre peraltro sono prossime ad uscire di scena per conto loro. Il tutto a margine della querelle milionaria che proprio sulla piattaforma vede l'attuale management chiedere i danni al gruppo Maltauro da una parte e al vecchio cda targato centrodestra dall'altra. È possibile che le aperture concesse ai veneziani possano irritare i lavoratori vicentini? Fino ad oggi nessuna organizzazione sindacale vicentina ha avuto alcunché da ridire. La Cgil trasporti ha espresso solidarietà ai colleghi di Marghera. Diversa invece è la posizione dei pari grado berici di Filctem-Cgil, la cui responsabile per il vicentino Verena Reccardini è rimasta in uno strano silenzio. Un silenzio che allo stesso tempo vale per Cisl e Uil. E allora, magari come semplice ipotesi di scuola, è pensabile che il management di Aim, più che una vertenza sindacale, abbia interpretato il dissenso silenzioso di una parte del sindacato che la pensa diversamente dalla Filctem veneziana? L'ex presidente Roberto Fazioli come avrebbe gestito la situazione con i tre lavoratori? L'avrebbe risolta in un'oretta con soddisfazione per tutti?
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