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Acque inquinate, Zanettin chiede spiegazioni al Ministro della salute

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 12 Luglio 2013 alle 18:54 | 0 commenti

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Sen. Pierantonio Zanettin, PDL - “Nessun pericolo per la popolazione del vicentino che dovesse bere l'acqua potabile che ha presentato valori anomali di alcune sostanze. La questione della presenza di sostanze perfluoro-alchiliche nelle acque superficiali di alcuni Comuni del Vicentino e di altri comuni del Veneto è stato al centro di un incontro, tenutosi a Roma al Ministero dell’ambiente.

All'incontro hanno partecipato i tecnici regionali della sanità, dell’ambiente, dell’Arpav, dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità e dell’Istituto che ha condotto la ricerca sulla questione.

I tecnici veneti hanno illustrato le azioni e i provvedimenti presi a livello regionale, che sono stati giudicati dagli organismi centrali “tempestivi e idonei”.

Al tavolo di oggi è stato ribadito che non sussiste alcun pericolo per la popolazione”.

Questo è resoconto dei media locali, circa gli esiti del vertice di ieri, a Roma, presso il Ministero dell’ambiente,  in merito alla delicata questione dell’inquinamento di sostanze perfluoro-alchiliche nelle acque superficiali della provincia di Vicenza, Padova  e Verona.

Per la precisione sono 4 le aree geografiche coinvolte: il bacino dell’Adige e del suo affluente Alpone-Chiampo; l’area del vicentino a nord dell’autostrada costituita principalmente dalla Valdagno (Valdagno e Trissino) e la parte alta della valle del Chiampo; il bacino del Bacchiglione che include Schio, la Valdastico e la città di Vicenza; l’area a sud dell’autostrada racchiusa tra l’Adige e i colli Berici ed Euganei, dove è ubicato lo scarico di un collettore consortile.

Questo collettore trasferisce i reflui depurati di cinque depuratori (Trissino, Arzignano, Montecchio, Montebello e Lonigo, per un totale circa 2.300.000 abitanti equivalenti) nel canale Fratta-Gorzone all'altezza di Cologna Veneta, in prossimità della confluenza nel Fratta-Gorzone del canale irriguo Leb che garantisce il carico idraulico adeguato. Il canale Fratta-Gorzone, attraversa quindi le province di Padova e Venezia, e confluisce nel fiume Brenta in località Punta Gorzone a sud di Chioggia,

La situazione è monitorata a livello delle Aziende Ulss coinvolte (5 Ovest Vicentino, 6 di Vicenza, 17 di Este, 20 di Verona e 21 di Legnago) ed ha un coordinamento regionale ed un supporto a livello centrale da parte dei Ministeri interessati e dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’8 luglio il Consiglio di Bacino Valchiampo ha prontamente e sollecitamente riunito i sindaci per un incontro prettamente informativo, in attesa di comunicazioni da Regione e Ministero giunte nei giorni scorsi e dal contenuto rassicurante. 

Tuttavia, a  giudizio dell’interrogante, nonostante il presidio, le conclusioni oggetto del comunicato di Regione e Ministero della Salute e Ambiente non tranquillizzano del tutto ed anzi  lasciano ancora spazio a dubbi e contraddizioni.

E’ vero che la legislazione italiana non prevede limiti nella concentrazione di tali sostanze nelle acque potabili, ma è noto che invece la legislazione tedesca prevede un limite di 100 nanogrammi litro (per esposizione a lungo periodo) e quella statunitense(notoriamente meno sensibile alle tematiche ambientali) un limite di 1000 nano grammi.

Tuttavia, secondo quanto riportato dai media, nelle acque quella delle zone di Lonigo-Sarego-Brendola  la concentrazione di PFOA (sostanze perfluoro-alchiliche) supererebbe i 1500 nanogrammi per litro, e in un pozzo in zona industriale a Vicenza si sfiorerebbero i 2000.

Concentrazioni che sono quindi  molto al di sopra dei citati limiti.

Si parla di un prossimo utilizzo di filtri ai carboni attivi, ma quando saranno messi in opera questi filtri, da quando inizieranno davvero a bonificare l’acqua e con quali costi e a carico di chi?

Da ultimo si è cercato di capire quale è la fonte dell’inquinamento e quale rimedio adottare, al fine di evitare che i versamenti proseguano e di attribuirne i costi di bonifica?

Trattandosi di prodotti chimici molto specifici, l’interrogante ha ragione di ritenere che sia piuttosto  agevole individuare chi, a livello industriale, utilizzi  nel proprio ciclo produttivo tali sostanze.

Per sapere

1)      Quali effetti ha sulla salute umana  l’esposizione prolungata ai PFOA (sostanze perfluoro-alchiliche), con particolare riferimento ai bambini e alle gestanti;

2)      Da quanto si ritiene sia in atto l’inquinamento nelle aree oggi oggetto di indagine;

3)      Quando saranno operativi i filtri a carboni attivi e quando potranno effettivamente iniziare a bonificare l’acqua:

4)      Quali indagini siano in corso per individuare e bloccare la fonte dell’inquinamento.


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