Acqua, Pettenò (Fsv): perché la Coca Cola sfrutta gratis le falde venete?
Mercoledi 17 Luglio 2013 alle 16:47 | 0 commenti
Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra Veneta)  –  Perché una multinazionale come la Coca-Cola, che in Italia ha il suo principale stabilimento a Nogara (in provincia di Verona), non paga alla Regione Veneto la tassa di imbottigliamento per i milioni di metri cubi d’acqua che ogni giorno attinge dalle falde?Â
Ad accendere i riflettori sul caso Coca-Cola che, a differenza di altre multinazionali presenti in Regione, non risulta pagare la tassa regionale di un euro a metro cubo (1,5 euro se imbottigliata in contenitori di plastica o lattina) per i quasi 1,4 miliardi di litri d’acqua prelevati e imbottigliati ogni anno, è il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò , rappresentante della Federazione della Sinistra Veneta. Prendendo spunto da una dettagliata inchiesta di Luca Martinelli, pubblicata sul numero di giugno 2013 della rivista “AltraEconomiaâ€, Pettenò interroga la Giunta veneta per verificare se davvero il gigante mondiale delle bibite in bottiglia prelevi l’acqua dalle falde venete senza pagare l’obolo regionale imposto per legge (LR 40/1989 e successive modifiche) a tutti i produttori di acque minerali e bibite, e si limiti quindi a pagare per i 4 pozzi che attingono l’acqua ‘pubblica’ dal Basso Veronese un mero canone di concessione di 14 mila euro l’anno. “Se a consumare un analogo quantitativo d’acqua (1,3 miliardi di litri l’anno) fosse un comune cittadino della provincia di Verona – calcola Pettenò - dovrebbe pagare una bolletta di 600 mila euro, cioè almeno 43 volte di più della Coca Cola HBC Italiaâ€. A riprova dello ‘strano sconto’ di cui sembra beneficiare la Coca Cola HBC Italia, Pettenò cita la delibera di Giunta che a fine anno ripartisce i proventi della tassa regionale sull’imbottigliato tra i comuni sede degli impianti di emungimento e i loro contermini: “Controllando l’elenco dei destinatari dei fondi 2012 (in totale ammontano a 1 milione e 240 mila euro) – spiega Pettenò – si leggono i comuni di Scorzè, San Giorgio in Bosco, Recoaro Terme, Pasina, Torrebelvicino e Valli del Pasubio, tutti sedi di stabilimenti che producono e commercializzano acque in bottiglia e bibite varie, ma non compare Nogara, dove ha sede il più grande stabilimento italiano della Coca Cola. A titolo di comparazione il comune veneziano di Scorzè, dove ha sede la San Benedetto, ha ricevuto quasi mezzo milione di euro per i litri d’acqua (1,4 milioni nel 2011) che sono stati attinti dal suo sottosuolo e imbottigliatiâ€. Il consigliere regionale vuole vederci chiaro e ha chiesto che la commissione Attività Produttive del Consiglio veneto convochi il Genio civile di Verona e il comune di Nogara per capire come mai la Coca-Cola Italia non paga il contributo regionale per l’utilizzo della risorsa idrica. Chiede poi alla Giunta e agli uffici regionali di calcolare esattamente il canone dovuto per l’imbottigliato, recuperando le annate pregresse. Infine invita la Giunta a rivedere le agevolazioni tariffarie previste nel 2012 sull’imbottigliato e ad adeguare gli “irrisori†canoni di concessione per l’uso dell’acqua pubblica. “Ritengo scandaloso – conclude Pettenò – che una multinazionale possa sfruttare praticamente gratis le risorse della nostra regione, conseguendo profitti miliardari e non portando alcun beneficio al Veneto, anzi peggiorando e precarizzando le condizioni di lavoro, come vanno denunciando le rappresentanze sindacali dei lavoratori della logistica che lavorano nello stabilimento di Nogaraâ€.
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