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A Vicenza Jazz due big del jazz: Ralph Towner e Paolo Fresu

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 5 Maggio 2016 alle 17:59 | 0 commenti

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New Conversations - Vicenza Jazz
Sin dal primo annuncio della loro presenza, si sono fatti riconoscere come teste di serie del programma dell'edizione 2016 del festival New Conversations – Vicenza Jazz: sono il chitarrista Ralph Towner e Paolo Fresu, big della tromba jazz nazionale. Il loro concerto di martedì 10 maggio al Teatro Olimpico (ore 21), che sarà introdotto da una solo performance del sassofonista David Liebman, è andato tutto esaurito in poco tempo. Per gli appassionati che si presenteranno in teatro c'è pur sempre la possibilità di poter trovare qualche biglietto non ritirato all'ultimo minuto.

La serata festivaliera offre comunque una piacevole alternativa d'ascolto al Bar Borsa Jazz Café Trivellato (sotto la basilica palladiana, alle ore 22), con il Three Reeds Quintet, in cui il sax di David Liebman spicca tra le ance di Federico Benedetti (sax) e Romano Pratesi (clarinetto basso). Paolo Ghetti (contrabbasso) e Mauro Beggio (batteria) completano la formazione.
Nel pomeriggio presso le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari (ore 18) Vicenza Jazz incontra Poetry Vicenza con Shakespeare: un omaggio di poesia, musica e computer, che vedrà la partecipazione di Claudio Ambrosini e dello Zero Vocal Ensemble. Il Teatro del Lemming propone invece due repliche di Cantami Orfeo presso lo spazio AB23 (ore 21 e ore 22).
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2016 è organizzato dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Crescita, e dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz e in collaborazione con il Bar Borsa.
Dal primo incontro, avvenuto nel 1992, a oggi le strade di Paolo Fresu e Ralph Towner si sono incrociate diverse volte, soprattutto negli anni più recenti. Una traccia indelebile della magica alchimia di questo duo è arrivata nel 2009, con l'album Chiaroscuro inciso per l'Ecm: un progetto sostanzialmente acustico (ma che dal vivo si arricchisce di un evocativo contorno di elettronica) imperniato sulla spiccata personalità sonora dei due solisti. La forte caratterizzazione dei loro universi timbrici rende infatti Fresu e Towner due delle voci più immediatamente riconoscibili nel panorama jazz internazionale. Fresu e Towner hanno saputo trovare importanti punti di contatto artistico nella loro personale storia musicale: quella di Fresu è una parabola che dagli anni Ottanta lo ha portato ai vertici del nuovo jazz italiano, mentre quella di Towner ha visto il chitarrista alternarsi tra i celeberrimi Oregon e gli innumerevoli progetti solistici documentati dalla Ecm. In questa base comune si sovrappongono il linguaggio jazzistico, l'interesse per la musica etnica, la melodia e l'improvvisazione pura: elementi che si fondono in un linguaggio originale e moderno fatto di poesia, silenzio e pathos.
Quella del duo Towner-Fresu è una musica rarefatta ma anche capace di intensi dialoghi tra i due musicisti, costruita attorno a composizioni originali e momenti di pura improvvisazione, con qualche standard in omaggio alla storia del jazz.
L'inizio dell'attività professionale di David Liebman (nato a New York nel 1946) fu in un gruppo con Pete La Roca, Chick Corea e Steve Swallow: era il 1969. Poco dopo si aggiunsero esperienze significative al fianco di Dave Holland ed Elvin Jones, mentre tra il 1972 e il 1974 fece parte della band elettrica di Miles Davis, partecipando agli album On The Corner, Dark Magus e Get Up With It. Da allora la sua vena creativa, soprattutto come leader, non è mai venuta meno e si è manifestata in un'ampia varietà di stili, anche se la sua fama si è comunque consolidata soprattutto per le prove nel solco di una tradition in progress.
Dopo la sua esibizione in solo al Teatro Olimpico, David Liebman trasporterà il suo sax al Bar Borsa dove unirà il suo vigoroso slancio solistico a quelli di altri due specialisti degli strumenti ad ancia: ed ecco servito il Three Reeds Quintet, nel quale al fianco del grande sassofonista statunitense troveremo il ferrarese Federico Benedetti e l'agrigentino Romano Pratesi. Il sassofonista Federico Benedetti (classe 1960) negli anni giovanili passa dal progressive rock al free jazz. Poi si trasferisce a Parigi, dove studia tra gli altri proprio anche con Liebman e inizia la dedizione a tempo pieno al jazz, inserendosi nella scena boppistica d'oltralpe. Ha suonato con Kenny Clarke, Sam Woodyard, Illinois Jacquet, Jacky Terrasson, Peter Bernstein… Dal 2008 si è ristabilito in Italia.
Nato nel 1966, Romano Pratesi si forma come clarinettista e sassofonista, anche con esperienze all'estero (New York, Parigi). Agli albori della sua carriera suona con Stefano De Bonis, poi successivamente in vari gruppi sia italiani che francesi.

 

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