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A Valdagno la mostra “Dalla casa della madre. Scatti per Pasolini”

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 3 Febbraio 2016 alle 18:55 | 0 commenti

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Comune di Valdagno
In occasione del quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, i Comuni di Valdagno, Marano Vicentino, Santorso e Valli del Pasubio, in collaborazione con C.S.A. Arcadia, Cooperativa Culturale Cinema Campana soc. Coop. E con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, hanno proposto dallo scorso novembre un percorso in ricordo del poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, giornalista ed editorialista italiano, morto nel novembre del 1975.

A febbraio il calendario di appuntamenti approderà anche a Valdagno con l'inaugurazione della mostra fotografica “Dalla casa della madre. Scatti per Pasolini”, che si terrà il 6 febbraio, alle 18.00 presso la Galleria Civica Villa Valle. Esposte ci saranno le fotografie degli artisti Letizia Battaglia e Mario Dondero. Accanto al saluto dell'assessore alle politiche culturali del Comune di Valdagno, Michele Vencato, è previsto anche l'intervento di Angela Felice, direttrice del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia. L'esposizione sarà poi visitabile fino al 13 marzo, dal martedì al sabato, dalle 16.00 alle 19.00 e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
A corredo della mostra son stati programmati anche due eventi collaterali. Il primo, previsto per il 26 febbraio alle 20.30 all'interno degli spazi della Galleria Civica, sarà curato dal collettivo teatrale Livello 4 che leggerà “La parola di PPP: un teatro contro”. L'11 marzo, invece, alle 20.30 nel salone della Biblioteca Civica Villa Valle si terrà un incontro dal titolo “Pasolini e la censura”. Relatori della serata saranno Roberto Chiesi, storico e critico cinematografico nonché responsabile del Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna e Angela Felice, direttrice del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia.
«Rileggere oggi Pasolini – spiega l'assessore alle politiche culturali del Comune di Valdagno, Michele Vencato – è un dovere morale, per una rivalutazione complessiva di quanto profonda fosse l'analisi del Tempo, delle sue storture e delle sue periferie, che hanno all'epoca allarmato, scandalizzato e diviso un Paese. È quindi sincero e sentito l'omaggio della nostra Valdagno all'uomo Pasolini, certi che in questo territorio, che ha saputo lottare per la pace e la democrazia, che fonda le sue radici sull'accoglienza e sul confronto e che guarda al prossimo con rispetto e al futuro con positività, il pensiero Pasoliniano possa trovare dimora, una Casa “altra” che accompagna e allo stesso tempo racconta quella “Della Madre”, da cui provengono queste meravigliose immagini e che qui ringrazio per l'opera incommensurabile che è il tener vivo e vitale non solo il messaggio pasoliniano, ma soprattutto la linfa che da quest ultimo scaturisce.»
Biografia Letizia Battaglia
(Palermo, 5 marzo 1935) è una fotografa, fotoreporter e politica italiana. Inizia la sua carriera nel 1969 collaborando con il giornale palermitano L'Ora. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove comincia a fotografare collaborando con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l'agenzia "Informazione fotografica", frequentata daJosef Koudelka e Ferdinando Scianna. Nel 1974 si trova a documentare l'inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per comunicare alle coscienze la misura di quelle atrocità. Suoi sono gli scatti all'hotel Zagarella che ritraevano gli esattori mafiosi Salvo insieme ad Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo. Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi di bambini e donne (la Battaglia predilige i soggetti femminili), i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città contraddittoria. Negli anni '80 crea il "laboratorio d'If", dove si formano fotografi e fotoreporter palermitani: la figlia Shobha, Mike Palazzotto, Salvo Fundarotto. Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l'americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999. Ha esposto in Italia, nei Paesi dell'Est, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta Passione, giustizia e libertà . Dal 2000 al 2003 dirige la rivista bimestrale realizzata da donne Mezzocielo, nata da una sua idea nel 1991. Nonostante le sue radici profondamente siciliane, la Battaglia si era trasferita nel 2003 a Parigi, delusa per il cambiamento del clima sociale e per il senso di emarginazione da cui si sentiva circondata, ma nel 2005 è tornata nella sua Palermo. Nel 2008 appare in un cameo nel film di Wim Wenders Palermo Shooting. Nel 1979 è co-fondatrice del Centro di Documentazione "Giuseppe Impastato". Si è occupata anche di politica a cavallo tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90. È stata consigliere comunale con i Verdi, assessore comunale a Palermo con la giunta Orlando. Nel 1991 è eletta deputato all'Assemblea Regionale Siciliana con La Rete, nell'XI Legislatura. In questa legislatura è vice presidente della Commissione Cultura. Nel 2006, in occasione del Festival Sguardi altrove di Milano, è stato proiettato il film-documentario per la tv svizzera di Daniela Zanzotto Battaglia - una donna contro la mafia, a lei dedicato. Nel 2014 è stato proiettato su Sky Arte il documentario Letizia Battaglia - Amoreamaro per la regia di Francesco Raganato.
Mario Dondero
Mario Dondero (Milano, 6 maggio 1928 – Petritoli, 13 dicembre 2015) è stato un fotografo e fotoreporter italiano. Di origini genovesi, è una delle più originali figure del fotogiornalismo contemporaneo. Giovanissimo partigiano nella Val d'Ossola, si è accostato molto presto al giornalismo, prima scritto poi fotografico, iniziando a collaborare nei primi anni Cinquanta a "L'Avanti", "l'Unità", "Milano Sera", "Le Ore". Legato al cosiddetto gruppo dei "Giamaicani" (Alfa Castaldi, Camilla Cederna, Luciano Bianciardi, Giulia Niccolai, Carlo Bavagnoli, Ugo Mulas, Uliano Lucas), nel 1955 si sposta a Parigi dove collabora con "L'Espresso", "L'Illustrazione Italiana", "Le Monde", "Le Nouvel Observateur", "Daily Herald". Frequenta e ritrae scrittori e intellettuali francesi (Roland Topor, Claude Mauriac, Daniel Pennac, Yashar Kemal). Tra le sue foto più celebri, quella del gruppo degli scrittori del Nouveau roman scattata a Parigi nell'ottobre del 1959 davanti alla sede delle Editions de Minuit (Nathalie Sarraute, Samuel Beckett, Alain Robbe-Grillet, Claude Mauriac, Claude Simon, Jérôme Lindon, Robert Pinget, Claude Ollier). Il suo interesse per l'Africa si è manifestato attraverso la collaborazione alle riviste Jeune Afrique, Afrique-Asie, Demain l'Afrique. In Francia, a metà degli anni Cinquanta, ha collaborato a Regards (la leggendaria rivista comunista che pubblicò fra le prime le fotografie di Robert Capa e Gerda Taro sulla guerra di Spagna). Ha poi lavorato da Parigi per Il Giorno nel periodo della Guerra d'Algeria. In Italia ha collaborato a lungo con Vie nuove, Tempo illustrato, L'Europeo, L'Espresso, Epoca. Dalla loro nascita ha iniziato a pubblicare sul quotidiano Il Manifesto e sul settimanale Diario di Enrico Deaglio. Negli anni Sessanta ha realizzato alcune "fotostorie" per la Tv dei ragazzi (Rai) e alcuni corti per l'Antenna cinematografica del PCI Unitelefilm. Appassionato di radiofonia ha collaborato con la sezione italiana della Bbc e recentemente ha condotto con Emanuele Giordana alcune trasmissioni per Radio3 (Rai) dedicate alla storia del fotogiornalismo (2012-2013). Ha esposto le sue fotografie in moltissime occasioni e in tantissime città italiane e straniere. Noto per il suo impegno civile e sociale, ha documentato in Afghanistan il lavoro delle équipe mediche di Emergency, di cui è un attivo sostenitore. Ha realizzato un inserto fotografico sul disastro della motonave Elisabetta Montanari per il libro Il costo della vita. Storia di una tragedia operaia di Angelo Ferracuti, pubblicato da Einaudi nel 2013. Era Camallo Onorario della Compagnia unica dei portuali genovesi e Socio Onorario dell'Accademia di Brera. Negli ultimi anni di vita ha vissuto a Fermo.


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