Quotidiano | Categorie: Sindacati

Uilm di Vicenza vicina ai 223 licenziati della Askoll P&C. E a Castell'Alfero c'è uno spiraglio

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 11 Aprile 2014 alle 00:02 | 0 commenti

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«Scusi il silenzio stampa, ma sono ore decisive per la trattativa con la Askoll. La informo che lo sciopero iniziato in data 13 febbraio 2014 e stato sospeso nella giornata di martedi 9 aprile. In tale giornata è ripresa la normale attività lavorativa», così ci dice Silvano Uppo, segretario provinciale della Uilm di Asti che sta lottando in prima linea per salvare i 223 licenziati della Askoll P&C di Castell'Alfero, dopo che altri 300 lavoratori nel 2011 hanno perso il lavoro per la chiusura della fabbrica Di Moncalieri del gruppo vicentino.

Al sindacalista astigiano e agli altri dipendenti dell'impianto di Castell'Alfero ha espresso, intanto, convinta e forte solidarietà il segretario provinciale della Uilm di Vicenza, Carlo Busin, preoccupato anche per la sorte degli impianti di Povolaro e Breganze «in assenza di relazioni sindacali reali e leali» con la proprietá che si identifica nella figura ieratico-padronale di Elio Marioni storicamente, ci ha detto ieri Busin a margine del Congresso vicentino della Uilm, avverso ai sindacati se non quando li utilizzerebbe per gli accordi per ottenere l'accesso agli ammortizzatori sociali.

«Martedì - ci ha infine rivelato Silvano Uppo - abbiamo abbozzato un percorso che la direzione Askoll deve tradurre in una bozza di accordo, oggi abbiamo avuto un incontro presso l'unione industriale di Asti per proseguire la trattativa...».

Ci fermiamo qui per il rispetto della situazione ancora delicata ma in evoluzione verso un anno di contratti di solidarietà, come ci hanno ieri riferito Beppe Morabito della Fiom Cgil e Tiziano Toniolo della Fim Cisl.

Un anno comunque e almeno di non chiusura della fabbrica, come sembrava ineluttabile quando abbiamo iniziato a raccontare, da soli, anche a Vicenza quello che a Povolaro si stava decidendo sulla testa di 223 famiglie visto che anche il Ministero dello Sviluppo Economico non giudica giustificabile la decisione di un'azienda che ha ancora margini di profitto.

Appena ne siamo stati messi a conoscenza da un'operaia ci siamo occupati del dramma di quei lavoratori piemontesi di un gruppo del nostro territorio per fare il nostro dovere di stampa indipendente e per mettere sull'avviso i dipendenti vicentini, molti dei quali già con contratti di solidarietà, ma che a differenza di quelli astigiani sperano nei silenzi della proprietà invece di confidare soprattutto nella propria forza, quella che i loro colleghi di Castell'Alfero hanno messo in campo fin dall'inizio sfilando anche da Dueville a Povolaro.

Leggi tutti gli articoli su: Askoll, Uilm, Castell'Alfero, Silvano Uppo, Carlo Busin

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