"Vivere o scrivere. Varlam Shalamov”: una mostra dedicata allo scrittore russo che ha passato oltre 15 anni nei Gulag.
Giovedi 29 Gennaio 2015 alle 15:03 | non commentabile
Istituto di Storia di Vicenza - Nel dicembre scorso l'Istituto di Storia di Vicenza ha cambiato sede trasferendosi dal Chiostro di San Rocco, dove erano situati gli uffici fin dalla sua nascita, nel 1975, alle Sale di Palazzo Giustiniani, in Contra' San Marco, grazie all'ospitalità della Fondazione Cariverona.
Sarà proprio nel Salone d'onore del palazzo fatto erigere dai Giustiniani nella seconda metà del ‘600, che verrà allestita la mostra "Vivere o scrivere. Varlam Shalamov", che verrà inaugurata, sabato 31 gennaio, alle 10.30, dal presidente dell'Istituto, Tiziano Treu e con gli interventi di Francesca Gori, Memorial Italia, Cinzia De Lotto e Manuel Boschiero dell'Università di Verona.
L'iniziativa, patrocinata dalla Fondazione Studi Universitari di Vicenza e dalla Fondazione Cariverona, è organizzata in collaborazione con Memorial Italia, associazione internazionale per la memoria dei crimini dello stalinismo, e si realizza grazie al sostegno finanziario di SiderForgerossi.
La mostra sullo scrittore e poeta russo perseguitato dal regime comunista è stata prodotta dalla Literaturhaus di Berlino ed è già stata ospitata in Università e Istituti culturali di varie città europee e italiane. Shalamov (1907 - 1982), fu internato nei lager per 18 anni di cui dieci scontati a nord della Siberia, nella Kolyma, "l'Auschwitz di ghiaccio". I suoi "Racconti di Kolyma" sono ora considerati una delle più importanti opere della letteratura russa del Novecento.
La rassegna, che si compone di 11 sezioni fotografiche e di testi, è visitabile fino al 18 febbraio ed occasione di apertura di una dimora storica, Palazzo Giustiniani, a tutt'oggi per lo più sconosciuta ai vicentini, vuole rivolgersi anche ed in particolare ai giovani, agli studenti universitari e degli Istituti superiori della città e della provincia, che devono conoscere per ricordare, per "fare memoria".