Verso un’indagine dello spazio urbano: “Una citta’ da abitare”, per un nuovo dialogo tra abitante e architetto
Venerdi 23 Gennaio 2015 alle 22:16 | non commentabile
La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione - Tre architetti, un'urbanista, una storica dell'arte e un antropologo. E un'area, quella tra via Torino e viale Roma, tra le più significative e al tempo stesso problematiche della città . Nasce dalla volontà di indagare lo spazio da una prospettiva "diversa" il progetto di narrazione urbana promosso dall'Ordine degli Architetti di Vicenza e intitolato "UNA CITTÀ DA ABITARE: DIALOGHI TRA L'ABITANTE E L'ARCHITETTO", che sabato 31 gennaio coinvolgerà un gruppo di professionisti in un percorso collettivo di ricerca.
Un percorso che non sarà solo virtuale ma che, al contrario, si svolgerà a piedi, lungo la cinta muraria, in un contesto che è uno degli ingressi principali al centro storico: per svelare luci e ombre di una storia recente spesso vittima dei luoghi comuni.
I partecipanti saranno dotati ognuno di una radioguida wireless, attraverso cui saranno condotti da una staffetta di voci che proporranno, ciascuna con il proprio particolare approccio, un modo di fare esperienza dei luoghi e degli edifici. Un racconto della città e dell'architettura contemporanea a cui hanno contribuito l'urbanista Marisa Fantin, (Presidente dell'Ordine), gli architetti Angelo Zanella, Liliana Dal Toso e Sophia Los, la storica dell'arte Agata Keran e l'antropologo Tommaso Dolcetta. Sarà invece un performer a guidare il gruppo e ad accompagnare lo sguardo dei partecipanti, proponendo loro anche una serie di piccole esperienze sensoriali.
Una modalità narrativa, questa, sviluppata grazie alla collaborazione con La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione e l'équipe artistica composta da Carlo Presotto, Paola Rossi e Matteo Balbo, impegnata negli ultimi anni nella creazione dei percorsi radioguidati di narrazione urbana Silent Play e nella sperimentazione delle loro potenzialità nella restituzione di uno sguardo inedito sui luoghi. Il risultato: una drammaturgia di voci, musiche e suoni che si inserisce qui in un progetto più ampio di indagine dello spazio urbano. L'iniziativa è infatti legata ad un progetto di documentazione video nell'ambito della manifestazione "Città dell'architettura": durante il percorso saranno effettuate delle riprese, sia dei luoghi che delle reazioni dei partecipanti, e il materiale così raccolto verrà elaborato e restituito in forma pubblica.
L'itinerario, della durata di circa 60 minuti, partirà dallo storico Caffè Moresco alle porte di Campo Marzo e toccherà alcuni "punti caldi" - tra cui Corso San Felice, Via Battaglione Monte Berico, Via Napoli, Via Torino - che ne costituiranno altrettante tappe. Ciascuna di queste è stata affidata ad uno degli esperti coinvolti, che ha sviluppato liberamente il tema del rapporto tra progetto e realtà , tra abitante ed architetto e, attraverso un discorso aperto, lo ha proiettato idealmente verso la scommessa della rigenerazione dell'area in questione.
"Quello dell'abitante e quello dell'architetto sono due sguardi diversi - spiega Marisa Fantin -, ma entrambi necessitano di competenze. Il primo si attiva quando si esperisce uno spazio e ha a che fare con la necessità di soddisfare una serie di bisogni materiali ed immateriali, puntando a renderlo funzionale e piacevole. Il secondo entra in campo quando uno spazio lo si progetta, il che significa iscrivere l'attività umana dell'abitare in un pensiero, in un progetto, proiettando il passato nel futuro attraverso il presente. Quello che vogliamo stimolare nei colleghi con questa iniziativa è una riflessione consapevole su questa relazione, individuandone potenzialità e criticità , per mettere in dialogo l'esperienza quotidiana dell'abitare e la visione progettuale di una città possibile".