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Savoir-faire antichi e moderni: giornata di studi sulle ceramiche attiche e magnogreche di Palazzo Leoni Montanari

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 26 Marzo 2015 alle 20:02 | non commentabile

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Gallerie d'Italia-Palazzo Leoni Montanari - Sabato 28 marzo 2015, alle ore 10.00, le Gallerie d'Italia - Palazzo Leoni Montanari e l'Università degli Studi di Milano promuovono e organizzano una giornata di studi dedicata alle ceramiche dell'Apulia e della Magna Grecia, in collaborazione con le Soprintendenze archeologiche della Puglia e del Veneto. La giornata vuole essere un'importante occasione di riflessione - allo stato attuale della ricerca - sulle problematiche produttive relative alla ceramica apula e magnogreca di V-IV secolo a.C.

La giornata vuole essere un'importante occasione di riflessione - allo stato attuale della ricerca - sulle problematiche produttive relative alla ceramica apula e magnogreca di V-IV secolo a.C. Un confronto sul tema dell'organizzazione del lavoro nelle officine, sul problema dell'individualità tecnico-esecutiva dei ceramografi, sui lavori seriali di bottega, sulla mobilità dei pittori nel territorio dell'antica Puglia. L'Università degli Studi di Milano è presente con Federica Giacobello, responsabile anche dell'organizzazione scientifica, Marina Castoldi e Claudia Lambrugo; interviene Italo Muntoni, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia; portano il loro contributo Giuseppina Gadaleta, Annarosa Mangone, Carmela Roscino, Luigi Todisco dell'Università degli Studi di Bari; Enzo Lippolis dell'Università Sapienza di Roma; Francesca Silvestrelli dell'Università del Salento e Claude Pouzadoux del Centre Jean Berard di Napoli. Al dibattito conclusivo, moderato da Gemma Sena Chiesa dell'Università degli Studi di Milano, con i relatori intervengono Monica Baggio, Università degli Studi di Padova, e Marina Rubinich, Università degli Studi di Udine e Diego Elia, Università degli Studi di Torino. Molte delle ceramiche apule conservate nei più importanti musei e collezioni nazionali e internazionali furono riscoperte nell'Ottocento, periodo storico in cui la grande passione per questi manufatti in voga tra la nobiltà e la borghesia europee del tempo portò a un vero e proprio saccheggio delle necropoli antiche dell'Italia meridionale e in particolare ruvestine. In tale frangente si deve all'illuminata figura di Giuseppe Caputi la formazione dell'attuale collezione Intesa Sanpaolo. Intorno al 1830 l'arcidiacono iniziò a raccogliere i bei vasi figurati che erano venuti alla luce dagli scavi condotti a Ruvo, fiorente centro antico nell'attuale provincia di Bari, nei fondi di proprietà in località Arena, appartenenti probabilmente a un'unica necropoli, evitandone la dispersione. Il suo operato fu continuato dal nipote Francesco Caputi. Nel secolo scorso la raccolta fu trasferita a Roma e da qui a Milano, conosciuta con il nome di "Collezione H.A." (dall'Hydria Attica, la celebre kalpis raffigurante ceramografi al lavoro). Alla fine degli anni Novanta, i preziosi vasi dipinti entrarono a far parte del patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo e sono oggi conservati nelle Gallerie d'Italia-Palazzo Leoni Montanari, polo museale e culturale della Banca a Vicenza, dove sono stati interessati da un lavoro di restauro, studio e catalogazione scientifica. La collezione Intesa Sanpaolo consta di oltre 500 reperti che testimoniano diverse produzioni vascolari: ceramica attica, indigena, lucana, apula - il nucleo più rilevante della raccolta - ceramica di Gnathia, a vernice nera, coroplastica. L'attenzione degli interventi proposti sarà rivolta alla produzione di tali manufatti nelle officine ceramiche (dinamiche produttive, divisione del lavoro etc.), alle località dove venivano realizzati i vasi rispetto alla committenza, alla destinazione finale, alla mobilità dei pittori. Importante contributo alla ricerca è dato inoltre dalle indagini archeometriche effettuate su alcune ceramiche della collezione che attraverso le analisi delle argille permettono di identificare la provenienza delle materie prime e la tecnologia di produzione. La collezione è esposta in due sale al piano nobile delle Gallerie, nell'ambito dell'iniziativa Il Tempo dell'Antico, che nasce proprio dal desiderio di valorizzare la raccolta offrendo al pubblico l'occasione di conoscerla. Il progetto si articola in una serie di esposizioni temporanee su base tematica. A rotazione vengono proposti nuclei di vasi figurati selezionati dalla collezione che, in un percorso per immagini, permettono di approfondire la realtà del mondo greco e magnogreco nei suoi diversi aspetti - la donna e l'uomo, la morte, il sacro, il mito, la società, la natura, l'eros - a dimostrazione di come l'antico sappia rinnovarsi e attualizzarsi in diversi contesti ed epoche. Sino al prossimo autunno sarà visitabile l'esposizione Il viaggio dell'eroe. Da Atene alla Magna Grecia, dal racconto all'immagine, che approfondisce il tema dell'eroe greco interpretato e attualizzato nella società magnogreca di IV secolo a.C. L'incontro è a ingresso libero.




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