"Morte di un commesso viaggiatore": Arthur Miller in scena al TCVI
Venerdi 13 Marzo 2015 alle 20:59 | non commentabile
Teatro Comunale Città di Vicenza - La Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza prosegue in marzo con un classico del Novecento "Morte di un commesso viaggiatore", testo di Arthur Miller, regia di Elio De Capitani, una produzione del Teatro dell'Elfo, in scena martedì 17 e mercoledì 18 marzo alle 20.45. Elio De Capitani, oltre che regista, della pièce è anche interprete nel ruolo del protagonista Willy Loman; questa interpretazione gli è valsa il Premio Hystrio 2014 come attore protagonista e il Premio Internazionale Ennio Flaiano 2014 per la regia.
Nella due date dello spettacolo, martedì 17 e mercoledì 18 marzo alle 19.45 avrà luogo nel Foyer del Teatro l'Incontro con l'Autore, condotto da Alessandra Agosti giornalista e critico teatrale, collaboratrice del Giornale di Vicenza. Sarà senza dubbio un'occasione preziosa per conoscere un testo importante della drammaturgia moderna e per approfondire alcuni aspetti utili alla comprensione della messa in scena; nella seconda data, mercoledì 18 marzo alle 19.45 sarà presente all'Incontro con l'Autore anche il regista e interprete Elio De Capitani.
La Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza - realizzata in collaborazione con Arteven che cura la direzione artistica - è realizzata con l'importante sostegno di Fiamm, Develon, Gruppo Mastrotto, Colorcom, e Aim Energy come partner; AC Hotel Vicenza, AFV Beltrame, Inglesina, Burgo Group, Confartigianato, Anthea, Acqua Recoaro, Lions Club Vicenza Palladio e Vicenza La Rotonda, Confcommercio come sponsor; Il Giornale di Vicenza come media partner.
"Morte di un commesso viaggiatore" testo del 1949 di Arthur Miller è messo in scena nella produzione del Teatro dell'Elfo nella traduzione di Masolino d'Amico; dopo il debutto nel gennaio dello scorso anno, lo spettacolo è stato in tournée nei maggiori teatri italiani. La regia è di Elio De Capitani, storico regista dell'Elfo, noto al grande pubblico per avere prestato il volto al Caimano nell'omonimo film di Nanni Moretti; le scene e costumi sono di Carlo Sala, le luci di Michele Ceglia, il suono di Giuseppe Marzoli.
Molte sono state le domande sulle ragioni della messa in scena del celebre testo di Arthur Miller: altra epoca, altra società , altri mestieri. Il commesso viaggiatore è stato il lavoro che per anni ha identificato l'avventura sociale del ceto medio e il sogno americano, poi divenuto universale. Il venditore itinerante che girava di città in città , portando il nuovo modello di vita consumista, il conquistatore, il seduttore, il messaggero "porta a porta" del verbo neocapitalista. In questa nuova versione teatrale, si capisce molto bene che in realtà oggi siamo tutti diventati commessi viaggiatori, qualunque sia il mestiere che facciamo, Non cerchiamo più la simpatia, l'affetto, l'amore di qualcuno, ma stiamo provando a vendere noi stessi al capo o ai colleghi, a quella donna o quell'uomo, perfino ai nostri figli. Anzi, neppure noi stessi, ma un'immagine solida, accattivante, vincente, che non corrisponde poi alle nostre crescenti debolezze e angosce. Perché siamo sempre più insicuri, meno riconosciuti e riconoscibili. Abbiamo perduto certezze. Dignità . Tutti vogliono essere in corsa per diventare "il numero uno". Perché soltanto i primi contano.
"Costruito inizialmente sul ricordo di mio zio - spiegava Arthur Miller - il personaggio di Willy Loman, il protagonista di Morte di un commesso viaggiatore, s'impadronì velocemente della mia immaginazione e divenne qualcosa che non era mai esistito prima: un commesso viaggiatore con i piedi sui gradini della metropolitana e la testa nelle stelle". Un'immagine che racconta la grandezza di questo personaggio, figura tragica di uomo comune nel quale potrebbe riconoscersi chiunque, nell'America del dopoguerra come oggi. Un'universalità che ha portato questo testo, andato in scena per la prima volta nel febbraio del 1949 a New York per la regia di Elia Kazan, a ottenere il più clamoroso successo teatrale di quegli anni, negli Stati Uniti come in molti altri paesi.
Un classico del Novecento che Elio De Capitani, regista e protagonista, affronta dopo il lavoro su Tennessee Williams, per proseguire una personale riflessione sulla vita d'oggi e sul tema dei rapporti tra giovani e adulti attraverso la drammaturgia americana d'ogni epoca.
Accanto a lui nel ruolo della moglie Linda Loman, la sua compagna d'arte e di vita Cristina Crippa, protagonista dei suoi recenti allestimenti di Improvvisamente, l'estate scorsa e della Discesa di Orfeo; i figli dei protagonisti (Biff e Happy) sono interpretati da Angelo Di Genio e Marco Bonadei, giovani attori dell'applauditissimo gruppo di The history boys, come lo sono anche Vincenzo Zampa (Howard) e Andrea Germani che è Bernard, il figlio di Charlie, l'amico-antagonista, interpretato da Federico Vanni. Da History boys arriva anche Gabriele Calindri, da alcuni anni presenza costante nelle produzioni dell'Elfo, che qui è lo zio Ben. Due giovani attrici completano il cast: Alice Redini (già protagonista all'Elfo in Viva l'Italia) e Marta Pizzigallo, Premio Hystrio 2013.
Miller racconta gli ultimi due giorni di vita di un commesso viaggiatore, prima del suo suicidio, riuscendo a mettere in luce, oltre alla precarietà della sua condizione socio-economica il dramma di un fallimento esistenziale. A 63 anni Willy Loman non riesce più a piazzare la merce, non regge più la fatica dei lunghi viaggi attraverso l'America, soprattutto non riesce più a illudersi e illudere, vede sgretolarsi il castello di grandi sogni e piccole bugie che ha faticosamente costruito, non distingue più tra presente e passato, tra quanto si agita nella sua testa (il titolo avrebbe dovuto essere proprio The inside of his head) e la vita vera. Per mettere in scena questo groviglio di emozioni, Arthur Miller sceglie una via totalmente innovativa: tutto quello che "accade" nella mente di Willy, viene messo concretamente in scena, senza distinzioni tra flash-back, ricordi o visioni future.
"Morte di un commesso viaggiatore" è stato scritto nel 1949, ma non è mai stato tanto attuale. E lo spettacolo di Elio De Capitani, riconosciuto all'unanimità come uno dei migliori della stagione, diventa un'occasione unica per guardare nel cuore di tenebra della nostra società .
I biglietti per gli spettacoli della Stagione di Prosa sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale (viale Mazzini 39, Vicenza - tel. 0444.324442 [email protected]) aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15, sul sito del Teatro Comunale www.tcvi.it, e in tutte le filiali della Banca Popolare di Vicenza. I prezzi sono: 28 euro il biglietto intero, 22 euro il ridotto over 65 e 14 euro il ridotto under 30. Gli spettacoli della Stagione di Prosa sono sempre in doppia data, turno A la prima sera, turno B la seconda.