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“La terra ritrovata. Storiografia e memoria della prima immigrazione italiana in Brasile”: presentazione del libro di E. Franzina

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 24 Marzo 2015 alle 18:04 | non commentabile

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Istituto di Storia - In tempi in cui si assiste, spesso impotenti, al dramma di intere popolazioni costrette a emigrare dalle loro terre di origine, poter attingere alla memoria storica per conoscere e approfondire quanto è accaduto in passato a milioni di italiani, ci aiuterebbe a comprendere meglio il presente. 

E' con questo sguardo, sempre attento all'attualità, che l'Istituto di Storia di Vicenza presenta, venerdì prossimo, 27 marzo, con inizio alle 17.30, presso la nuova sede a Palazzo Giustiniani Baggio, in Contra' S.Francesco, 41 a Vicenza, il volume di Emilio Franzina, "La terra ritrovata. Storiografia e memoria della prima immigrazione italiana in Brasile", Cisei (Centro Internazionale di storia dell'emigrazione italia), Genova, Stefano Termanini Editore.

Dopo l'introduzione da parte di Giorgio Cracco, segretario generale dell'Istituto, sarà Gianpaolo Romanato, dell'Università di Padova, che fa parte della Consulta regionale Veneta per l'emigrazione, a presentare il volume e il suo autore, uno dei maggiori esperti dell'Emigrazione Italiana alla cui storia, con speciale riguardo per il Veneto nei suoi rapporti con il Brasile, ha dedicato numerose ricerche tradottesi poi in volumi quali: "La grande emigrazione" edito da Marsilio nel 1976 (poi tradotto anche in portoghese); "I Veneti in Brasile", Accademia Olimpica, 1977; "Merica! Merica!", Feltrinelli, 1979, fino al recente "L'America gringa. Storie italiane d'immigrazione in Argentina e Brasile", Diabasis 2008.
Al di là dell'oceano, infatti, ci sono "altre Italie" che Franzina nel corso degli anni ha sondato e descritto sulla scorta di una ricca documentazione archivistica e letteraria: coloni e lavoratori che si trasferirono fra Otto e Novecento dalla penisola in America Latina. Storie che tornano alla ribalta in questo nuovo volume dedicato espressamente al Brasile, come " terra ritrovata" dai protagonisti della grande emigrazione e dai loro discendenti.
Nell'incontro con realtà e culture spesso assai diverse da quelle lasciate in patria (ma in parte trasportate anch'esse in Brasile assieme ai bagagli a bordo delle navi), i nuovi venuti e loro figli e nipoti dovettero misurarsi con una grande quantità di problemi e di difficoltà, nelle quali si riconoscerebbero senza dubbio anche gli odierni migranti. Vite "di frontiera", faticose integrazioni contrastate da xenofobia e razzismo, ardue acculturazioni, ma anche affermazioni imprenditoriali, diffuse pratiche "transnazionali", che alcuni di loro riuscirono a raccontare in autobiografie e memorie di cui Franzina si è fatto editore e che qui analizza e commenta. L'autore, inoltre, colloca e descrive per la prima volta in un ampio capitolo la produzione di quanti in Italia, a far data dai primi anni del secolo scorso e sino alle soglie dei giorni nostri, si sono occupati in qualità di storici, di sociologi, di economisti, ma anche di osservatori e di viaggiatori del "Brasile italiano".
Una vasta storiografia alla quale Franzina stesso è venuto apportando, nel corso degli anni, originali tasselli di ricerca con il rinvio a fonti considerate un tempo, e abbastanza a lungo, inusuali o irrituali, quali lettere e scritture autobiografiche, memorie, fotografie ed immagini e persino suoni e canzoni.




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