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Festival Biblico: lunedì una serata per scoprire gli effetti della rassegna su cittadini e territorio

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 14 Gennaio 2015 alle 19:24 | non commentabile

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Festival Biblico - Per una rassegna come il Festival Biblico, da anni promotore a Vicenza e non solo di valori spirituali, culturali e sociali, riuscire a misurare la propria capacità di produzione reale di beni relazionali e capitale sociale e valutare così il suo vero apporto verso gli altri diventa una tappa fondamentale per essere sempre più testimonianza di una Parola che illumina e si fa comunità.

Ecco perché, dopo il traguardo del decennale, il Festival Biblico, promosso dalla Società San Paolo e dalla Diocesi di Vicenza, riparte da quella grande volontà di condivisione che da sempre l'ha contraddistinto, tanto da decidere di analizzare senza timori l'impatto sociale che la manifestazione ha prodotto in questi anni nella comunità locale. Lunedì 19 gennaio, alle 20.30 al Centro congressi di Confartigianato Vicenza, il Comitato Organizzatore della manifestazione presenterà infatti "è Festival, Impatti spirituali, culturali e sociali nel territorio", un incontro che prova a narrare l'esperienza Festival Biblico partendo dalla ricerca scientifica condotta da Andrea Bassi, professore Associato in Sociologia Generale presso l'Università di Bologna. L'evento - coordinato da Roberta Rocelli - sarà anche l'occasione per condividere, insieme ai presidenti del Festival, Don Roberto Tommasi e Don Ampelio Crema, al coordinatore generale Guido Zovico e allo staff del Comitato Organizzatore, il tema e l'idea dell'edizione 2015 dal titolo ‘Custodire il Creato, coltivare l'Umano' che si terrà dal 21 maggio al 2 giugno prossimi. Parteciperanno alla serata gli organizzatori delle altre città del Festival, i rappresentanti delle istituzioni e tutte le realtà coinvolte nella realizzazione del progetto. L'appuntamento è aperto a tutti gli interessati ed è sufficiente comunicare la propria presenza chiamando il numero: 0444/ 937499 o scrivendo a [email protected].

Partendo dal presupposto che la Bibbia non è il Libro dei libri ad appannaggio di pochi studiosi, ma si apre e si lascia sfogliare come patrimonio dell'umanità, luogo nel quale rintracciare risposte ed elaborare nuove domande, il Festival Biblico rinnova sé stesso di anno in anno provando a costruire edizioni sempre più coerenti alle esigenze dell'uomo contemporaneo e, simultaneamente, per aprire fronti di riflessione e spingere più in là lo sguardo della società. L'obiettivo della serata, che vede riuniti insieme il Comitato organizzativo del Festival, cittadini, istituzioni, imprese e partner della rassegna, è illustrare gli impatti multipli che il Festival Biblico genera nella propria comunità di riferimento, partendo dall'accezione spirituale su cui convergono le esigenze personali, dalle derivazioni culturali attraverso cui contribuire ad una società evoluta e, infine, dagli esiti più sociali, relazionali e, in parte, economici. La ricerca eseguita dal prof. Andrea Bassi evidenzierà una batteria di indicatori capace di rivelare lo stato di salute del Festival, esamina punti di forza e di debolezza, segnala territori da esplorare e apre domande per il futuro. Un'indagine così strutturata autorizza ad immaginare il futuro del Festival con un'accezione più scientifica e responsabile: un progetto diffuso sul lato territoriale e concettuale, un'idea che si fa sempre più esito di una comunità pensante riunita per organizzare un appuntamento culturale sui generis.

"Dare inizio all'XI edizione parlando di impatto sociale è una scelta orientata alla responsabilità e alla trasparenza - spiega il Comitato Organizzatore del Festival - misurare e rendicontare il proprio lavoro è un passaggio che pone in relazione con la comunità di riferimento, implica una netta condivisione, invita alla co-produzione culturale e rivela pubblicamente spazi di miglioramento. Ritrovarci in occasione di "è Festival. Impatti sociali per una cultura che si prende cura del territorio" significa riunirci per rispondere a quell'attitudine di collaborare senza distrazioni, per rivelare una sensibilità che custodisce quanto già esiste e investe lungo fronti spirituali che sapranno germogliare sempre di più lungo il corso del tempo".




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