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"Camminamente": quando le scarpe raccontano il cammino

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 15 Aprile 2015 alle 00:05 | non commentabile

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Camminamente - Camminare è tornato di moda. Sarà perché per gli uomini esplorare e viaggiare è sempre stato un istinto atavico, ma il camminare sul piano fisico e mentale, resta uno dei cardini del "benessere" contemporaneo. Se è vero, come diceva Goethe "la cosa più difficile è vedere ciò che sta sotto il nostro naso", quel nostro quotidiano movimento, dovrebbe essere motivo di continuo stupore, se al corpo uniamo la mente.

Movimento e pensiero che danno il titolo alla singolare esposizione dedicata al "camminare consapevole": "CAMMINAMENTE:strade, pellegrini, camminatori, tra movimento e pensiero" presentata in anteprima nella palladiana Villa Caldogno (Vi) dal 24 aprile giorno dell'inaugurazione con la partecipazione di illustri camminatori quali Marco Berni e Giovanni Bruttomesso, per essere poi visitabile fino al 10 maggio. Direttamente dall'esperienza della mostra TERRA NELLE SCARPE, il poliedrico artista-giornalista e curatore della mostra Antonio Gregolin, stavolta ha rispolverato i significati del mondo dei camminatori che scelgono la strada come esperienza di vita. Il risultato è un percorso "sulle scarpe di chi ha compiuto grandi avventure e pellegrinaggi". Di coloro che hanno camminato per migliaia di chilometri (spesso lontano dai riflettori), attraversando deserti, montagne, mari ghiacciati o sui sentieri antichi dei pellegrini di un tempo. Oggetto "ponte" la scarpa, che per un camminatore resta il compagno più fedele di ogni cammino. Scarpe che diventano poi oggetto di memoria e rappresentazione dell'esperienza vissuta. Scarpe che "parlano", quindi. E' questo l'humus su cui è stato costruito questo percorso unico nel suo genere, sostenuto dalla Proloco di Caldogno in occasione della rassegna "Scienza&Conoscenza" che per la particolarità degli oggetti fatti giungere da tutto il mondo, espone 25 storie di scarpe mai esposte prima. Tre le sezioni: quelle delle scarpe dei grandi camminatori, quelle dei pellegrini e di quanti oggigiorno sono costretti a camminare per forza: migranti, esuli e profughi. Il cammino quindi come realtà storica e quotidiana: "In un momento come questo dove sempre più persone sembrano tornare a camminare (si veda il cammino di Santiago) -spiega Antonio Gregolin, si rischia che l'emulazione stravolga il contenuto di ciò che ogni cammino rappresenta. Camminare resta una ritualità antica, economica, salutare e una panacea per molti mali moderni, come mi hanno detto i tanti camminatori cui ho chiesto le scarpe". "La mostra però non è una raccolta feticistica di oggetti inanimati -aggiunge Gregolin-, ciò che si potrà ammirare sono scarpe vissute che portano i segni del movimento e strada. Se poi si ha occhi e orecchie attente, si avrà la percezione che questa scarpe raccontino l'esperienza dei luoghi e persone cui sono appartenute. Non c'è infatti oggetto più personale di una scarpa, che diventa poi il simbolo stesso di un viaggio". Ecco spiegato perché ad un grande camminatore, chiedergli le scarpe, equivale a chiedergli un pezzo di vita.
CAMMINAMENTE è poi il risultato della fusione della mostra fotografica "Cammino di luce" del camminatore spagnolo Francisco Sancho di Barcellona, che ha compiuto più volte la tratta Roma-Santiago-Roma e a settembre partirà per un lungo pellegrinaggio di due anni che lo condurrà nuovamente da Roma a Santiago per poi proseguire fino in Svezia, poi Polonia per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2016 e ritorno a Roma. Alla sua opera sarà dedicata l'ultima sezione di Camminamente, all'interno della quale verranno esposti alcuni testi antichi, relativi ai pellegrinaggi, tratti dalla preziosa raccolta della Biblioteca Bertoliana di Vicenza.




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