Incontro Sulla Tastiera celebra il pianismo solista con Moira Michelini
Lunedi 9 Marzo 2015 alle 18:57 | non commentabile
Incontro sulla Tastiera - Il prossimo mercoledì 11 marzo Incontro sulla Tastiera sarà al Teatro San Marco di Vicenza per presentare agli appassionati del pianismo solista una proposta di grande qualità con una protagonista dalle raffinate doti interpretative. Si tratta di Moira Michelini, pianista conosciuta e molto appezzata anche oltre confine, con una ricca esperienza di solista e in formazioni cameristiche e con orchestra, ampliata nel tempo anche grazie a numerose tournées e partecipazioni a Festival e trasmissioni radio-televisive, senza dimenticare l'ampia attività didattica e le registrazioni discografiche.
Il programma che la Michelini porta a Vicenza è senz'altro impegnativo e molto variegato, portando all'ascolto del pubblico brani di autori appartenenti a periodi molto lontani e diversi tra loro.
Si parte con tre Sonate di Scarlatti, pioniere di tecniche tastieristiche assolutamente nuove per i suoi tempi, e che nelle Sonate si evidenziano attraverso gli arpeggi, le note ribattute in agilità , incroci delle mani, ottave spezzate e percosse, o le doppie note. Uno stile escutivo, quello di Scarlatti, che presenta una rapidissima mobilità espressiva e una grande inventiva armonica.
Si prosegue con due Sonate di Soler, compositore e organista spagnolo, cui si attibuisce un importante contributo al repertorio clavicembalistico, fortepianistico e organistico, e che fa da ponte, nel programma della serata, con la splendida Sonata op.10 n.2 di Beethoven, dove molti critici ravvisano, a ragione, una scrittura pianistica quasi cembalistica, tanto è scarna e limpida. Lo spartito, infatti, si distingue per la mancanza di contrasti essenziali, sostituiti da una coerente eleganza, che sfrutta tratti stilistici antiquati, talvolta con umorismo.
Il secondo tempo del concerto si apre con l'Improvviso Op. 90 n. 2 di Schubert, sicuramente quello più celebre tra gli Improvvisi del compositore tedesco, grazie al suo tema scorrevole e dolce: una serie di scale di terzine veloci e soavi, prima discendenti e poi ascendenti cromaticamente. Come tutti gli "impromptus", vi si ritorva, oltre al chiaro riferimento all'improvvisazione, anche spazio per ampi sviluppi e una complessa trama armonica, che mostra per intero il genio di Schubert.
Si continua, poi, con tre brevi brani di Albeniz, facenti parte dell'opera Espana, molto "colorata" e di forte richiamo culturale alla tradizione iberica. Va ricordato, infatti, che Albéniz, erede del virtuosismo lisztiano e conoscitore delle nuove tendenze musicali francesi, realizzò la definitiva emancipazione della scuola spagnola dai modelli stranieri.
La conclusione del concerto è affidata alla Rapsodia Ungherese n.15 di Liszt, nota anche come Rakoczy Marsch, facente parte di una raccolta di 19 brani per pianoforte ispirata ai moti patriottici ungheresi del 1848. La Marcia - che deve il suo nome ad una pellicola cinematografica di produzione austro-ungherese del 1933 - ha a dire il vero una lunga storia alle spalle, che parte da molto prima della composizione lisztiana. Si dice che la prima versione fosse una canzone del 1700, narrante le sfortune e le pene dei Magiari sotto l'oppressione asburgica. Ha subìto poi negli anni vari rimaneggiamenti e sono note sia la versione poetica di Kuruk, sia quella musicale eseguita dal violinista zigano Jà nos Bihari. Liszt, poi, scrisse vari arrangiamenti, fino alla più nota Rapsodia Ungherese n.15. Oggi la Marcia viene eseguita pubblicamente soprattutto in occasione delle celebrazioni militari e di Stato.
Il concerto inizia alle 21.00.
